Call of Duty WWII e Assassin’s Creed Origins: due serie in cerca di riscatto6 min read
Reading Time: 5 minutesCall of Duty e Assassin’s Creed. Bastano due nomi per evocare nelle menti dei videogiocatori, e non solo, due universi paralleli, due pietre miliari che in molti casi hanno superato i confini del PC o della console per entrare nella cultura di massa.
Quanti hanno fatto le ore piccole per finire un altro deathmatch multiplayer nelle frenetiche modalità online dei vari Call of Duty, poi un altro, e un altro ancora? Quanti si sono persi nei risvolti complessi dell’eterna lotta tra Templari e Assassini che sta alla base di Assassin’s Creed e che ci ha portato in giro per il mondo e per le più suggestive epoche storiche?
Eppure entrambe le serie, pur rimanendo forti ed essendosi garantite un posto nella storia videoludica, soffrono o hanno sofferto di una stessa malattia: la cadenza annuale dei propri capitoli.
Complici sia gli sviluppatori, galvanizzati dal successo, che i distributori, ovviamente desiderosi di monetizzarlo, che gli stessi utenti finali, troppo pieni di hype per poter aspettare più di dodici mesi tra un titolo e l’altro, CoD e AC sono diventati una ricorrenza fissa, come il Natale o la tredicesima. Non trattandosi di giochi sportivi, però, questa elevata frequenza ha portato a compromessi in termini di trama e longevità della campagna (per quanto riguarda Call of Duty) e in termini di varietà delle missioni e innovazioni tecniche (per quanto riguarda Assassin’s Creed).
Così la serie di guerra virtuale per eccellenza si è trasformata in un’esperienza incentrata sul multiplayer, senza mai variare significativamente dinamiche e modalità. L’unica innovazione sta nel fatto che ad ogni capitolo next-gen, da Modern Warfare (1, 2 e 3), a Black Ops (1, 2 e 3) a Advanced Warfare, a Infinite Warfare, come suggeriscono titoli e numeri ci si addentra sempre più in guerre futuristiche da film di fantascienza, con soldati/robot volanti, armi devastanti, corse sui muri e così via.
Una scelta che, pur pagando in termini di vendite, ha determinato l’allontanamento dalla serie dei “puristi”, amanti dei CoD delle origini, che danno importanza alla trama della campagna quanto al multiplayer e che chiedono qualcosa in più del copia/incolla annuale che forse può bastare ai casual gamers. Un fatto innegabile, questo, verificabile nei commenti sui vari forum e siti specializzati e persino nella scelta, lo scorso anno, di abbinare a Infinite Warfare la versione rimasterizzata dell’indimenticabile Modern Warfare.
La serie di Assassin’s Creed ha avuto problemi simili. Meno votata alla componente multiplayer online e più incentrata sulla storia, sull’esplorazione, sulla varietà delle missioni, ha subito danni ancor maggiori dopo essere caduta nel tranello delle uscite annuali.
I primi capitoli lasciarono a bocca aperta per le novità introdotte, per la profondità e gli intrecci della trama, per le location e le epoche storiche interessate, per il mix di esplorazione, combattimento e arrampicate dinamiche che è diventato un marchio di fabbrica. Le ultime iterazioni ripropongono gli stessi ingredienti in contesti diversi, ma è proprio qui il problema: non c’è stato alcun passo avanti. Cambiano abiti, armi, nomi e qualche dettaglio, ma si ha sempre l’impressione di giocare al medesimo gioco. Da qui la scelta di prendersi una pausa, dopo Syndicate (2015), e di offrire qualcosa di davvero nuovo.
Vediamo allora come le due serie cercheranno, nei prossimi mesi, di risollevarsi e riavvicinarsi agli utenti insoddisfatti.
Call of Duty WWII
La serie Call of Duty, in origine, era ambientata nella Seconda Guerra Mondiale ed è proprio il ritorno a questo contesto il primo e principale segno della volontà degli sviluppatori di riconquistare i favori del pubblico, anche di quello più esigente. Ma il nuovo episodio, in uscita a novembre – secondo la solita cadenza annuale, quindi – vuole porsi come titolo rinnovato anche e soprattutto dal punto di vista della storia single player.
La campagna sarà fortemente incentrata sui personaggi, che verranno caratterizzati a fondo, e la storia sarà raccontata attraverso i loro occhi e le loro azioni. Gli sviluppatori hanno fatto ricerche per riprodurre la guerra nella sua verità e crudezza.
Tra i temi trattati ci saranno anche l’Olocausto e i delitti perpetrati dal Nazismo durante il conflitto. Uno dei compagni del protagonista, ad esempio, sarà ebreo, il che aprirà a riflessioni sul razzismo e sull’antisemitismo, con risvolti anche crudi ma veritieri.
“Le parole d’ordine per il nuovo Call of Duty saranno realismo, autenticità e intensità cinematografica” promette il comunicato ufficiale di annuncio del gioco. Membri della Prima Divisione Fanteria, sbarcheremo in Normandia durante il D-Day e attraverseremo la Francia per compiere un’importante missione a fianco degli Alleati. Non saremo un soldato-eroe, ma un uomo-soldato, con le sue debolezze e le sue paure, catapultato nell’orrore della guerra.
Il multiplayer, che resterà il principale motivo di acquisto per molti utenti, proporrà ovviamente nuove mappe ed armi relative all’epoca di riferimento. Ma vengono promesse nuove modalità, una nuova gestione del personaggio e delle classi e una sezione social definita HeadQuarters dove i giocatori potranno interagire attraverso i propri avatar-soldati. Non mancherà l’apprezzata modalità zombie, che si presenterà nella sua declinazione chiamata NaziZombie.
Basteranno le novità promesse a rinvigorire la serie? Si tratta di semplici parole per attirare l’utenza o c’è stato davvero un lavoro per portare innovazione? Sul lato tecnico e di gameplay vedremo qualcosa di nuovo o ancora una volta ci sembrerà di aver solo cambiato armi, abiti e mappe? Lo scopriremo in parte al prossimo E3 e, di sicuro, a novembre dopo l’uscita nei negozi. Chi non vuole aspettare tanto può prenotare l’accesso alla versione beta, e intanto gustarsi il trailer.
Assassin’s Creed Origins
Per quanto concerne il nuovo capitolo di Assassin’s Creed, ci si basa su molti rumors e supposizioni, in attesa di comunicazioni ufficiali di Ubisoft (probabilmente al prossimo E3). Persino il titolo non è certo, per quanto ormai Origins sembri confermato e in linea con il rinnovamento, la rinascita che si cerca per la serie. Il gioco, comunque, dovrebbe uscire nell’autunno 2017.
L’ambientazione sarà quasi certamente l’antico Egitto, in un periodo tra il 1400 ed il 1200 a.C.. La mappa sarà enorme, la più vasta della serie, con viaggi navali (ma senza battaglie in stile Black Flag) e probabili spostamenti in location diverse dall’Egitto. La storia potrebbe ruotare intorno a due protagonisti, un uomo e una donna, e andrà a spiegare le origini della confraternita degli Assassini. Dopo Desmond, ci sarà un nuovo protagonista dei giorni nostri, con relativa squadra.
Importante novità dovrebbe riguardare il sistema di combattimento, spesso criticato come punto debole della serie, per il quale Ubisoft si sarebbe ispirata all’invece apprezzatissimo The Witcher 3. Per la progressione del personaggio, invece, sembra che il gioco di riferimento sia stato Skyrim, a dimostrazione di un tentativo di prendere ciò che di buono c’è in altri titoli e adattarlo ad una serie ormai consolidata.
Anche in questo caso, solo i primi video e il gioco vero e proprio potranno trasformare le promesse in realtà e dimostrare che la serie merita di sopravvivere. Vedremo se l’“anno sabbatico” preso dopo Syndicate sarà stato provvidenziale. Sempre che poi un eventuale successo non tenti di essere bissato subito l’anno dopo, e quello dopo, e quello dopo ancora. Su questo, tutti avrebbero qualcosa da imparare da Rockstar Games.