Lane, Brescia-Vicenza è la prima di quattro finali2 min read

28 Aprile 2016 Uncategorized -

Lane, Brescia-Vicenza è la prima di quattro finali2 min read

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Un Brescia-Vicenza d’annata, quando il tifo in trasferta era ancora permesso. @fototifovicenza

Non fai in tempo a dire che le cose stanno andando un po’ meglio… Che all’improvviso ecco il patatrac. Questo Lane non lascia mai tranquilli: quando sembra che abbia finalmente trovato il giusto assetto ecco che arriva la batosta, con l’aggiunta di uno stiramento all’uomo più in forma (Ebagua), il malanno all’altro più in forma (Galano) e la prospettiva di giocarsi tutto con una squadra un po’ malconcia.

Ma qui non c’è tempo per disperarsi: si sapeva che ci sarebbe stato da lottare fino all’ultimo, dato che la storia di quest’anno è praticamente un bollettino di guerra, quindi – come s’era detto – niente drammi. Archiviamo la partita per quello che è stato – siamo stati un po’ sfigati e un po’ fessi – e guardiamo avanti, a partire da Brescia, dove come al solito dobbiamo andare per vincere.

Domani è la prima di quattro finali da cui dobbiamo iniziare a portare a casa punti, in ogni modo. Volevamo evitare le tabelle ma a questo punto non si può più. Per evitare il disastro, nelle prossime quattro gare (Brescia, Entella, Latina e Perugia) bisogna raggranellare 7/8 punti, magari arrivando alla scontro diretto nella penultima giornata contro il Latina con almeno una vittoria già messa da parte, scansando ansie e pressioni da ultima giornata.

Il che vuol dire che contro il Brescia bisogna dare anche quello che non si ha: non si può uscire dal Rigamonti a mani vuote. Va messa in campo ogni risorsa, dimenticando lo Spezia e ritrovando quella squadra che era tornata, grazie alla grinta, a giocarsela con chiunque, indipendentemente da chi va in campo.

Non ci sono assenze per giustificarsi, tra le quali purtroppo, questa volta, ci saremo anche noi. La trasferta infatti è stata vietata, una decisione fin troppo discutibile nella quale, ancora una volta, si punisce l’aggredito e non l’aggressore, e che ci priva così della possibilità di sostenere la squadra nel momento più difficile. Stranezze di questo calcio dove conta il marketing, la fidelizzazione, la “liaison” tra squadra e tifoso, la tesserina con la foto, ma che quando è il momento preferisce sempre punire tutti senza guardare in faccia nessuno.

Avremmo voluto dimostrare la voglia e la fame di questa salvezza, la stessa che vogliamo in campo, ma non potremo farlo. Complimenti, è proprio questo il calcio che tutti vogliamo…

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Collettivo della curva sud del Romeo Menti, teatro delle imprese del Lanerossi Vicenza. Qui saremo la sirena d’allarme per un calcio moderno alla deriva: in trasferta ci portiamo il cabernet, non la tessera. Allo stadio andiamo con la sciarpa biancorossa, non i bastoni. Potrà cambiare il clima ed il cielo, mai la nostra bandiera, biancorossa per sempre.
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