Birra artigianale a Roma: Al “Macche” con Manuele Colonna4 min read

19 Giugno 2014 Viaggi -

Birra artigianale a Roma: Al “Macche” con Manuele Colonna4 min read

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birra artigianale a roma - insegna
@Corinna Gallori

In viaggio tra i locali, il Birrofilo Anonimo ha avuto l’idea di indagare dietro le quinte della birra artigianale italiana: perché coloro che lavorano con la birra artigianale hanno scelto proprio questo ambito? Come riescono, dopo anni, a lavorare ancora con successo tra intuizioni (non solo commerciali), scommesse e passione? Per cogliere le diverse sfaccettature di questo mondo, il Birrofilo Anonimo ha deciso di fare una chiacchierata con un publican, un gestore di beershop e un birraio. Il nostro viaggio fatto di incontri inizia così dalla la Città Eterna per incontrare Manuele Colonna, un publican che è una vera istituzione della birra artigianale a Roma.

Birra artigianale a Roma: Ma che siete venuti a fa’?

“Il Colonna”, statuario nel suo locale incastonato in Trastevere, ha le idee e i ricordi chiari. Quando ha iniziato a scommettere sul mondo della birra artigianale stava già guardando avanti: come ci racconta in prima persona, in un mondo in cui «nessuno sapeva niente» la voglia di «dare una risposta anticipando i tempi» era troppo forte per restare con le mani in mano. E così nel 2001 ha deciso di aprire il Ma che siete venuti a fa’?, “Macche” per gli amici (Via Benedetta, 25), uno dei primi locali interamente dedicati alle birre artigianali.

All’inizio si lavorava con le bottiglie, importando soprattutto birra tedesca. Poi, nel 2002, è arrivata la decisione di mettere le spine: sei, quindi diventate dieci, ora ben sedici: uno dei più forniti di Roma. Come ci conferma – e come è intuibile anche da chi di birra artigianale sa poco – in questo lavoro sono fondamentali i rapporti con l’estero, ma non quelli virtuali: si è sempre viaggiato tanto, in Germania e in Belgio; nel 2006, poi, anche il mondo danese è entrato nell’orbita dei birrifici europei più interessanti. E di questa esperienza il Colonna ha tratto l’essenza: «esiste il fattore umano, non esistono i marchi. È fondamentale la conoscenza dei birrai», fattore irrinunciabile per consentire il «rispetto del prodotto».

Se all’inizio questo lavoro cercava di tradurre una passione partendo dai gusti personali, senza dimenticare ciò che piace ai clienti, col tempo e in virtù dell’esperienza e della competenza, al Macche si è arrivati a lavorare con «ciò che piace a noi. E sulla Franconia si spinge». Ma si torna sempre al punto fondamentale: la conoscenza dei birrifici è diretta, i fusti si recuperano sul posto, però bisogna saperli trattare, infatti «cura e attenzione» sono basilari.

Ma quanto, di tutto questo, arriva al pubblico e ai più giovani? A detta di Manuele, in particolare in questi anni di interesse crescente (soprattutto commerciale) verso la birra artigianale, serve maggiore comunicazione e comunicazione corretta, perché nei grandi numeri del successo – «Roma conta più di sessanta beershop e una miriade di locali» – non è sufficiente fidarsi del distributore, non c’è abbastanza conoscenza e coscienza nel trattare la birra, così chi vende non è in grado di riconoscere i difetti e «poi si arriva ad avere birra artigianale che fa schifo».

birra artigianale a roma - il Colonna
@Corinna Gallori

Quindi aggiornamento e rapporti umani sono decisivi, a partire dalla conoscenza di chi lavora in territorio italiano, anche se forse i produttori della penisola a volte sono troppo “instabili” nella qualità di produzione. E così, dopo tutto questo impegno e palato allenato, arriviamo alla domanda fondamentale: quali sono le birre da portare nella tomba? La risposta non ha incertezze: “Una spina di Heineken per espiare in eterno tutte le malefatte: almeno si mantiene”.

Roma Trastevere: dove mangiare

A Trastevere, prima o dopo la tappa obbligata al Macche, potete fermarvi a mangiare: sì ma dove? Nella stessa via, esattamente di fronte al Macche, trovate il Bir&Fud, dove potete gustarvi una pizza o un piatto della tradizione romana rivisti in chiave moderna (imperdibile è l’agnello!) o anche solo delle semplici patatine alla liquirizia, da accompagnare con le consuete birre artigianali.

Roma Trastevere: arte sorprendente

Ma Trastevere non è solo cibo e vita notturna, e nemmeno solo vicoletti pittoreschi dove perdersi o fare una passeggiata romantica: in questo quartiere si possono visitare alcuni dei monumenti più interessanti di Roma. Si tratta delle chiese di San Crisogono, Santa Maria in Trastevere e Santa Cecilia, che nulla hanno da invidiare alle chiese più note della città.
San Crisogono è sorprendente, soprattutto perché sotto la chiesa attuale sopravvive in tutta la sua altezza quella precedente: sarà poco visitata, ma è una “chicca” da non perdersi. Se invece volete vedere alcuni tra i più importanti mosaici della storia dell’arte italiana, andate in Santa Maria in Trastevere, dove l’Incoronazione della Vergine medievale è accompagnata dai riquadri di Pietro Cavallini (che quanto a bravura può competere con Giotto). Sempre suoi sono i resti del Giudizio Universale in Santa Cecilia, meta non solo per fini intenditori: scomodate le suore che il custodiscono e vi ritroverete a pochissimi centimetri di distanza. Resterete a bocca aperta, garantito.

Trastevere, come arrivare

Per arrivare più velocemente al Ma che siete venuti a fa’ le fermate dell’autobus migliori sono: Lungotevere Farnesina-Trilussa (in Trastevere) o Lungotevere Vallati-Pettinari (al di là del ponte Sisto)

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Alla passione per l'arte e l'iconografia unisce quella per la storia e la cultura umanistica, con competenze che cerca quotidianamente di trasformare in un lavoro socialmente riconosciuto... Non riuscendoci sempre, mantiene vive le sue passioni grazie a viaggi ed esplorazioni culturali, spesso in compagnia del fidanzato cuoco, che l'ha condotta sulla (cattivissima) strada del buon cibo e delle birre artigianali.
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