Il bacino di Koprinka: l’antica città sommersa dalle acque5 min read

6 Dicembre 2016 Viaggi -

Il bacino di Koprinka: l’antica città sommersa dalle acque5 min read

Reading Time: 5 minutes
il bacino di Koprinka al tramonto
@panoramio.com

La nostra serie di articoli dedicata ai paesi sommersi è iniziata con tre esempi (Fabbriche di Careggine, Mologa e Resia) di paesi sacrificati al progresso e al profitto, allagati per formare bacini artificiali dalla discutibile utilità, con conseguenze spesso drammatiche per i loro abitanti.

A volte, però, capita l’esatto contrario: durante la costruzione di qualche opera pubblica si scopre casualmente qualcosa di più prezioso, che arriva direttamente dal passato. È il caso della città tracia di Seuthopolis, venuta alla luce durante la costruzione del bacino di Koprinka.

Kazanlak e il bacino che profuma di rose

Per raggiungere il bacino di Koprinka dobbiamo volare fino in Bulgaria e lasciare che la bellezza della rosa bulgara invada la nostra vista e il nostro olfatto. La rosa damascena, o rosa di Damasco, è il fiore tipico della Bulgaria e anche una delle sue principali fonti di ricchezza. Caratterizzata da un colore fucsia acceso e da un intenso profumo, la rosa bulgara viene utilizzata per creare ogni sorta di prodotto da toilette: bagnoschiuma, crema per il corpo, sapone, il tutto pensato per la gioia e la bellezza delle signore. Non solo: si producono anche dolci e un liquore alle rose. E proprio in mezzo a quella che viene definita “valle delle rose” si trova la città di Kazanlak.

La città neolitica vicino al bacino

Per chi ama la cultura, la città di Kazanlak è una destinazione interessante. Oltre alle onnipresenti rose, alle quali è stato perfino dedicato un museo, Kazanlak offre diversi siti di interesse storico-artistico. Il suo primo insediamento risale al Neolitico e durante l’era ellenica e la dominazione tracia la città acquistò una grande importanza. Fra le sue attrattive si trovano la Chiesa Memoriale di Shipka, la Tomba Kosmatka, e la Tomba Tracia di Seuthopolis, decorata da affreschi rappresentanti una coppia a un funerale. Tali affreschi sono i più importanti e meglio conservati di epoca ellenica che si trovino in Bulgaria. Bisogna però sottolineare che, se noi oggi abbiamo la possibilità di ammirare questi splendidi affreschi, lo dobbiamo innanzitutto alla costruzione del bacino di Koprinka, iniziata dopo il 1944 e terminata nel 1956.

Il bacino di Koprinka: un’opera con sorpresa

Il bacino di Koprinka è stato costruito dentro al fiume Tundzha. Inizialmente si chiamava Bacino Georgi Dimitriov, dal nome del primo leader comunista bulgaro, ma, come accaduto per molti toponimi dell’Est, la denominazione è stata in seguito cambiata. Lungo circa 7 km e con un’area di 11,2 km quadrati, ha una profondità variabile fra 44 e 78 metri.

La sorpresa, per le autorità e per tutti, arrivò durante la sua costruzione, quando vennero scoperti i resti dell’antica città tracia di Seuthopolis. Inizialmente, le rovine vennero studiate attentamente e diverse suppellettili furono prelevate e posizionate nel Museo di Storia Regionale. Tuttavia, una volta di più le esigenze economiche presero il sopravvento e la città di Seuthopolis venne infine completamente sommersa per permettere l’ultimazione dei lavori, con l’esclusione della Tomba Tracia, che dal 1979 è sotto la protezione dell’Unesco.

Un progetto per il bacino

Per il recupero del sito archeologico di Seuthopolis esiste un progetto, elaborato dall’architetto Zheko Tilev nel 2005. L’architetto Tilev ha immaginato un alto muro circolare che racchiudesse, in pratica, la zona archeologica in una sorta di “isola sottomarina” in mezzo al bacino. Questo permetterebbe al sito di essere visitabile e, soprattutto, di venire riconosciuto dall’Unesco. Nelle intenzioni, i turisti dovrebbero arrivare a Seuthopolis in barca e le mura, che la renderebbero visibile da 20 metri di distanza, conterrebbero ristoranti, negozi e tutto il contorno proprio, volenti o nolenti, di ogni polo di interesse turistico.

Il progetto, però, a oggi è ancora fermo a causa della mancanza di fondi. Il costo stimato sarebbe di circa 50 milioni, cifra che, al momento, non è stato ancora possibile accumulare. Seuthopolis rimane quindi lì, sotto la superficie del fiume Tundzha, come una bella addormentata in attesa che il bacio del principe, in questo caso un finanziatore, venga a svegliarla.

Il bacino di Koprinka e Seuthopolis: quale futuro?

Nel frattempo, i turisti continuano ad affollare le sponde del bacino, che è un paradiso per chi pratica sport d’acqua e per i pescatori. La zona è anche rinomata per gli sport invernali. Chissà però, se, fra tutti coloro che la visitano ogni anno, qualcuno si affaccia sulle acque del bacino per cercare di scorgere, anche vagamente, le rovine dell’antica Seuthopolis: la città che un giorno potrebbe risorgere, ma che, per il momento, rimane sommersa dai flutti come dalla cupidigia degli uomini.

Nelle pagine successive alcune immagini del bacino di Koprinka e dei progetti di recupero della città di Seuthopolis.

CONDIVIDI

Fiorentina per nascita, pratese per residenza, cittadina del mondo per vocazione. Ama viaggiare, studiare le lingue, scrivere racconti, cantare, ballare, la musica, il teatro, i musei, l’arte. Scrive per ogaeitaly.net e recensisce libri per sololibri.net. Il suo peggior difetto è essere curiosa della vita. O è un pregio?
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

TORNA
SU