Atalanta-Roma e di pensieri più (in)utili di Lazio-Juve3 min read

23 Novembre 2014 Uncategorized -

Atalanta-Roma e di pensieri più (in)utili di Lazio-Juve3 min read

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atalanta-roma
@L’ultima ribattuta

Io, nei miei 33 anni di vita non ricordo partite serene a Bergamo contro l’Atalanta.
Forse l’anno dello scudetto.
E non specifico quale scudetto perché potendone vantare tre (ma di un certo livello) l’unico di cui ho memoria è quello della stagione 2000-2001.
Atalanta–Roma zeroadue.
Primo minuto Delvecchio, quarantunesimo minuto Tommasi.
Ecco, tolta quella piacevole parentesi per il resto Bergamo è stata sempre terra di atroci sofferenze.
E pure stavolta l’atroce sofferenza era là, impaziente di palesarsi. Talmente impaziente che un’eiaculazione precoce a confronto è un video di 94 minuti su youporn.
57 secondi.
Gol.

Raccogliamo la palla, se guardamo basiti.
Ancora Bergamo, pensamo.
Ancora Bergamo, in effetti.
Poi il tempo di capire che è successo, chi semo e dove stamo che ci ricordiamo: BERGAMO!
E l’Atalanta prende in pieno una traversa.
Una traversa di quelle che è più facile far gol che prendere la traversa.
E allora dici, io non l’ho detto ma l’ho twittato e c’ho le prove, che quella non è una traversa come tutte le altre. Quella è una traversa che o ti affossa o ti cambia la partita. E forse pure la stagione.
Adesso io non so se cambierà la stagione, però la partita l’ha cambiata.
Prima Liajic, poi il Nainggolan. 1-2 a fine primo tempo. Spettatori zittiti. Tipo una grande squadra.
O tipo una squadra che a un certo punto davanti a una traversa che era più facile far gol che prendere la traversa s’è destata e ha deciso che doveva cambia’ qualcosa. Se non la stagione intera, almeno quella partita.

Nell’intervallo mi arriva un messaggio di un amico laziale che sta andando allo stadio: vincete facile. Poi ti toccherà tifare Lazio, stacce. Ricomincia il secondo tempo, è vero, mi sento che non perderemo e ho tempo per pensare a parecchie cose:

la doppia spunta su whatsapp, la storia d’amore tra Ross e Rachel, i finali alternativi di Lost, le poesia di Flavia Vento, i consigli di Men’s Healt su come farle raggiungere l’orgasmo, il mio vicino di casa che chiede consigli sulla corsa, i cambi di look della Boschi, imparare a giocare a Burraco, i consigli di mia madre su come usare l’ammorbidente quando lavo gli asciugamani, il mio capo che mi racconta delle battute di pesca subacquea, le foto dei viaggi di nozze delle coppie di amici, le foto dei matrimoni delle coppie di amici, le foto di come stanno venendo i lavori a casa delle coppie di amici, le coppie di amici che fanno foto del cazzo, l’oroscopo di internazionale, la viabilità su muro torto, la Panda rossa di Marino, la bicicletta di Marino, Marino il paese, i libri di Fabio Volo e Luciana Litizzetto, i concerti di Ligabue, le vignette di Forattini, le inchieste del cazzo delle Iene e di striscia la notizia, gli spettacoli di Andrea Perroni e l’annosa questione se nella pasta e vongole ci vada una spolverata di farina o meno.

Nello specifico ho pensato che questi, e tanti altri pensieri ancora, raccoglierebbero più interesse che Lazio-Juve, di cui, per inciso, ho appreso il risultato finale alle ore 14:39 di domenica.

Sarà per la prossima volta.

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Anche noto come Coso. Classe 1981, attualmente in vita. Nasce brutto e povero e non potendosi permettere di cambiare vita chirurgicamente è costretto a vendere il suo corpo al giornalismo, ma nessuno se lo compra. Casca, si rialza, non se rompe. È tipo il pongo. Scrive cose, fa lavatrici.
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