Andre Agassi: Open, la mia storia7 min read

27 Novembre 2013 Uncategorized -

Andre Agassi: Open, la mia storia7 min read

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@carine06
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Open di Andre Agassi, un regalo gradito. Un libro che è rimasto per mesi sul mio comodino, nell’attesa che si creassero le migliori condizioni, mentali e motivazionali, oppure che si verificasse una causa anche accidentale -ho un rapporto bizzarro con la lettura, saltuario, incostante e periodico, ma è una delle tante mie stranezze, nulla di grave- per spingermi verso la lettura.

Ma ho sempre saputo che lo avrei letto, e quando Andre Agassi è venuto in Italia a inizio novembre, e mi è capitato di ascoltare una sua intervista in radio, ho capito che il momento giusto era arrivato. Open, l’autobiografia di Andre Agassi è un libro di circa 500 pagine, in cui il tennista di Las Vegas ripercorre a cuore aperto la sua vita, la sua lunghissima carriera, i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue contraddizioni.

Agassi è stato sempre un tennista che ho ammirato, in quasi 20 anni di carriera ha fatto sempre parte della mia personalissima cerchia dei tennisti “simpatici”, e la stima è aumentata nel corso degli anni, sia perché la cerchia perdeva progressivamente dei pezzi, sia per via del rispetto dell’anzianità di servizio. Il racconto parte dalla sua penultima partita, o dalla sua ultima vittoria, contro il cipriota Baghdatis agli Us Open 2006, e poi fa un salto indietro nel tempo, alla sua infanzia e all’origine di quello che è il filo conduttore di tutto il racconto: il suo tormentato rapporto con la racchetta e con il tennis.

L’infanzia di Agassi

È il mantra che Agassi ripete spesso nel libro,  quando racconta la sua infanzia degli allenamenti con il papà Mike, coach e sergente di ferro,  l’adolescenza passata nella scuola di Nick Bollettieri in Florida, e in quasi tutti momenti, belli e difficili della sua lunga carriera.

[quote align=”center” color=”#999999″]Io odio il tennis[/quote]

Andre non sceglie di essere tennista. Lo diventa, è obbligato a diventarlo. Suo padre, Mike Agassi, un ex pugile persiano trasferito in America,  ne voleva fare un campione e fa di tutto perché il figlio minore viva per il tennis.  Due o tre ore di allenamento ogni giorno, un campo da tennis nel giardino dietro casa a Las Vegas e la costruzione di una macchina che spara palle a ripetizione costringendo il bambino Andre a rispondere, e a colpire, cento, mille, un milione di volte la pallina.

Una tale imposizione non poteva trasformarsi in amore, in passione per il giovane Andre, nonostante ogni partita che gli capitasse di giocare fosse una vittoria quasi sicura. L’odio aumenta negli anni dell’Accademia di Bollettieri in Florida, che lo costringe a stare lontano da casa e dai suoi affetti e a subire le leggi quasi militari della scuola di tennis. Ma parallelamente all’odio e alla rigidità di una vita di atleta che era costretto a subire, iniziava a formarsi il carattere, il temperamento e il talento che lo fanno raggiungere in breve tempo dei livelli altissimi, diventando già all’età di 18 anni, uno dei migliori tennisti e un personaggio interessantissimo dentro e fuori dal campo.

Fenomeno Agassi, dentro e fuori dal campo

Dopo anni in cui è stato quasi costretto a rispettare le regole che altri gli hanno imposto, una volta diventato un tennista famoso, forse anche per reazione non vuole rinunciare mai ad essere sopra le righe. Look estroverso, i capelli lunghi biondi, anche con l’uso di un parrucchino, passaggio eccezionale del libro quando racconta una partita in cui il suo unico terrore era che si staccasse il parrucchino, i pantaloncini stile jeans strappati, gli sponsor che lo ricoprono d’oro. Amato tantissimo dal pubblico, meno dai giornalisti, meno ancora dai suoi colleghi, che lo vedono come un ragazzino forte e irriverente, all’inizio degli anni 90 è il personaggio più chiacchierato del tennis.

Tutta la sua carriera è un continuo, appassionato saliscendi. Le finali perse a Parigi da favorito nel 1990 e 1991, la vittoria a sorpresa a Wimbledon nel 1992, quando nessuno avrebbe puntato su di lui. E il film della sua carriera che continua con le sue crisi, la retrocessione al numero 140 del mondo, le risalite, le grandi sconfitte, la rivalità con Pete Sampras,  le vittorie negli Us Open, in Australia. E parallelamente la sua vita che condizionava ed era condizionata dal campo da tennis. Il suo clan: suo fratello Philly, Perry il suo migliore amico, JP, Gil, il suo fedelissimo preparatore atletico, Brad Gilbert, il suo coach, da quando decise di divorziare con Nick Bollettieri. Tutti rapporti bellissimi che crescono e si solidificano nonostante gli alti e i bassi della carriera di Andre. E via via passano in rassegna la storia con l’attrice Brooke Shields, il cambio di look con taglio a zero, il matrimonio che dura solo due anni, la depressione, la droga, e il silenzio imbarazzante dell’ATP, il nuovo inizio dai challenger e dai tornei minori, fino alla più bella vittoria della sua carriera, il Roland Garros nel 1999, ovvero la fine di quella che per lui era una maledizione, e il completamento del Grande Slam.

@sarahinvegas
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La storia con Steffi Graf

Da qui parte l’ultima fase della sua carriera, dove appare più sereno, appagato, maturo e finalmente con una grandissima serenità interiore. È l’anno dell’inizio della storia con Steffi Graf o Stefanie, come lui la chiama nel libro. Due campioni della racchetta che si uniscono, la storia che va a gonfie vele, l’ammirazione evidente di Andre per la sua donna. Ci sarà ancora tempo per la nascita dei suoi due figli, per altri successi, arriverà alla fine a vincere 8 Slam, ritornare ancora una volta numero 1 del mondo, si sfiderà ancora con Pete Sampras, e soprattutto potrà portare a termine la missione più bella: la creazione di una scuola per i bambini che non hanno possibilità di istruirsi. Questa scuola che nasce a Las Vegas, porta il suo nome Andre Agassi College Preparatory Accademy. Una scuola che tutt’ora è presente e che si sta allargando con l’apertura di altre sedi in altre città degli Stati Uniti. E anche questa creazione riflette un aspetto non banale del carattere di Andre, lui che non ha finito la scuola, che ha finito per sacrificare la scuola per il tennis, ha voluto aiutare chi non ha la possibilità di istruirsi.

Open, il racconto intrigante della vita di Agassi

Rivivere la sua carriera attraverso le pagine di Open, frutto di un lavoro di tre anni di Andre con il premio Pulitzer J.R.Moehringer, è scoprirne tutti gli aspetti umani e sportivi che non puoi conoscere guardando solo il campo da tennis è stato un viaggio bello, intrigante e che ha finito per accrescere l’ammirazione nei confronti di Agassi uomo e atleta. Vorresti rivederlo subito in campo per poter tifare per lui e applaudirlo nuovamente. Leggere una lista di avversari che parte da Connors e McEnroe e arriva fino a Roger Federer e Rafael Nadal passando per Boris Becker (BB Socrate chiamato beffardamente da lui e Brad Gilbert), Stefan Edberg, Jim Courier, Michael Chang e il suo eterno rivale Pete, verso cui c’è sempre rispetto. è stato anche un mio personale viaggio nel tempo, rivivendo e ricollocando le emozioni di alcune partite, dalle finali perse a Parigi nei primi anni 90 quando ero ancora alle scuole medie, alle vittorie di metà anni 90 che ero un liceale, la vittoria a Parigi nel 1999 ai tempi dell’Università e infine l’ultima partita che ero già nel mondo del lavoro. Il tutto per giungere poi ad una conclusione che ultimamente ritorna in maniera preoccupante sempre più spesso: è passato davvero tanto tempo.

La redazione di Le Nius consiglia Open di Andre Agassi (Ed.Einaudi Stile Libero Extra, 20 euro) tra i regali di Natale migliori per appassionati di tennis ma anche per chi volesse vivere una bellissima storia. Scopri qui tutti i regali di Natale consigliati da Le Nius.

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1 Commenti
  1. Gabriele

    Una copia di Open staziona da un pò sul mio comodino in attesa di esser letta, cosa che comunque avrei fatto a breve (un sacco di gente me ne ha parlato molto bene). Ora, dopo aver letto questo bell'articolo (bravo Enzo!) stringerò ulteriormente i tempi, anche perchè poi voglio confrontare le mie impressioni con le tue :-)

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