Scoprire Andorra. Storia, cultura e tradizioni del gioiello dei Pirenei8 min read

21 Novembre 2018 Viaggi -

Scoprire Andorra. Storia, cultura e tradizioni del gioiello dei Pirenei8 min read

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Andorra
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Dove stanno i Pirenei?

domandava il professore, in una curiosa canzone del secolo scorso. Se ne stanno sempre lì, tra la Spagna e la Francia, e proprio nel mezzo, incastonato come una pietra preziosa, c’è il piccolo Principato di Andorra, il sesto Stato più piccolo d’Europa.

Con i suoi 468 km2 di superficie e una popolazione stimata che non supera le 86.000 unità, il Principato di Andorra, fondato nel 1278, è un luogo curioso, che coniuga le testimonianze della propria storia con la più sfrenata e consumistica modernità.

Per raggiungerlo dovrete armarvi di santa pazienza: il piccolo Stato non conosce aerei né treni e l’unico modo per arrivarvi è via terra, in auto o con un autobus da Barcellona. Il tragitto è tutto in salita e può durare anche cinque ore, specie nei periodi di punta: ma vedrete che ne vale la pena.

Andorra La Vella, la piccola capitale

Andorra La Vella
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In realtà, in origine si chiamava Andorra La Vela, che in catalano, lingua ufficiale del Principato, significa Andorra Città. Negli anni, il nome si è modificato in Andorra La Vella, diventando quindi Andorra La Vecchia. Non è questa, però, la prima impressione che la capitale dà ai turisti: le moderne costruzioni come ponti, grattacieli residenziali e centri commerciali, l’abbondanza di marche internazionali e di locali lussuosi la fanno piuttosto somigliare a una città cosmopolita e magari un tantino omologata. Per fortuna, Andorra La Vella non è solo questo.

Dribblate le costruzioni moderne (lasciatele, se avete tempo, per qualche pomeriggio di svago totale) e passeggiate piuttosto fra i quartieri di El Pui e del Barri Antic, osservando le caratteristiche casette in pietra che sono viva testimonianza della storia di questa città.

Andorra Esglèsia di Sant Esteve
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Una chiesa, in particolare, attirerà la vostra attenzione. È la Esglèsia di Sant Esteve, che si fa notare per il contrasto fra le parti originali in stile romanico (l’abside e il campanile) e la facciata più recente, intonacata. L’abside è il più grande di Andorra La Vella, ma non è un primato molto difficile da raggiungere viste le dimensioni ridotte della città.

La chiesa di Santa Coloma, che appartiene sempre alla parrocchia di Andorra La Vella si trova invece nell’omonimo villaggio a circa 2 chilometri di distanza. È la più antica di Andorra La Vella, iniziata fra il nono e il decimo secolo, ed è estremamente suggestiva, con il suo campanile rotondo e il pronao che ricorda quasi una fattoria. Al suo interno si trovano importanti affreschi e un’icona su legno della Madonna della Misericordia. Nei dintorni si trova il Ponte della Margineda, un bellissimo ponte di epoca romanica a dorso d’asino e ad arco unico. Curiosissimo risulta il contrasto con il Pont de Paris, moderno ponte sospeso nel cuore della capitale, di costruzione evidentemente molto più recente.

Parlando di chiese in Andorra

Andorra è caratterizzata dalle sue piccole, semplici e allo stesso tempo splendide chiese di epoca romanica, non solo nella parrocchia di Andorra La Vella. Ve ne suggeriamo ancora due che si trovano fuori dalla capitale: raggiungerle non vi porterà via molto tempo, come potete immaginare.

Sant Joan de Caselles Andorra
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Se arrivate dalla Francia non potrete non notare, presso la località di Canillo, la chiesa di Sant Joan de Caselles. Si trova esattamente sulla strada principale e vi colpirà con le sue forme austere e affascinanti. Adagiata su di un terreno leggermente in salita, costruita fra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, presenta il caratteristico campanile in stile lombardo, il pronao e la bella abside che si ritrovano anche in Sant Esteve. L’interno è caratterizzato dalla ricchezza dell’altare che un cancello divide dalla modesta semplicità delle panche. Sulla parete destra rimane un affresco rappresentante la crocifissione.

Si trova invece ad Anyos la chiesa di Sant Cristofol d’Anyos che risale al dodicesimo secolo. Molto piccola, è una chiesa a un unico volume con la torre campanaria incassata nella facciata e un’inconsueta entrata laterale con scalinata. Gli affreschi interni sono del tredicesimo e sedicesimo secolo.

Andare per case

Una delle particolarità del Principato di Andorra è che i suoi musei più interessanti si trovano in ex abitazioni private. Vere e proprie casette delle bambole che, però, oltre alla bellezza e alla suggestione, portano in sé la storia del piccolo Paese.

La più importante è senz’altro la Casa de La Vall, che si trova proprio nella capitale, nel Barri Antic. È una casa di fine Cinquecento divenuta, in seguito, la sede del Parlamento Nazionale. È aperta alle visite, ma se volete vedere la Sala del Consell e il Tribunal de Corts è necessario prenotare. Particolarissimo l’armadietto con sette serrature dove vengono custoditi i più importanti documenti nazionali e che può essere aperto solo in presenza di tutti e sette i consiglieri delle varie parrocchie del Principato, ciascuno dei quali ne possiede una chiave.

Andorra Casa Cristo
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Spostandosi di pochi chilometri, a Encamp, si trova la Casa Cristo. È una modesta abitazione di contadini divenuta museo etnografico ed estremamente interessante per gli interni, conservati così com’erano nel 1947, anno fino al quale fu abitata. Un piccolo gioiello spartano e ricco di storia.

A Sispony-La Massana si può invece visitare la Casa Rull, una tipica abitazione di campagna appartenuta a proprietari terrieri. L’interno non è lussuoso ma testimonia una vita comunque agiata, da lavoratori ma con tutte le dovute comodità.

Arrivando a Ordino si trova invece la Casa Areny-Plandolit, residenza di campagna di una famiglia appartenente all’alta società. Qui gli interni, pur comunque di gusto rustico, sono ricchi ed eleganti, come si conviene al luogo di villeggiatura di una famiglia agiata.

La valle patrimonio dell’UNESCO

Probabilmente molti di voi sapranno che Andorra è anche molto apprezzata dagli sciatori che trovano, nel bianco delle sue montagne, il loro paradiso invernale. Ma pochi sapranno che una delle sue valli è stata addirittura dichiarata Patrimonio dell’Unesco! Potrà sembrare incredibile che, in un Paese così piccolo, si trovi anche un sito che abbia meritato una tale denominazione: ma sappiamo bene che l’Unesco non dispensa certo riconoscimenti a caso.

Valle Madriu Perafita Claror
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Si tratta della valle Madriu Perafita Claror, che rappresenta il 9% della superficie del Principato e che può essere raggiunta solo a piedi, attraverso piccoli sentieri. Viene descritta come un paesaggio ripido e glaciale, che offre una dimostrazione pratica dell’utilizzo delle risorse da parte degli abitanti negli ultimi 700 anni. Vi sono pascoli, coltivazioni e testimonianze della fusione del ferro, abbandonata più di 200 anni fa. I due minuscoli paesi della valle, Entremesaigues e Ramio, sono ora del tutto abbandonati in inverno e tornano a popolarsi parzialmente nella stagione estiva.

La sardana e l’anima catalana di Andorra

La lingua ufficiale di Andorra è il catalano: non c’è da stupirsene, vista la vicinanza alla celebre regione spagnola. È una lingua curiosa, che si presenta come un misto di castigliano (spagnolo ufficiale) e francese e che, nella sua forma scritta, non è difficile da intuire per un italiano. L’affinità con la Catalogna, ovviamente, non si ferma alla lingua, ma investe le tradizioni, le usanze, e in generale tutta l’anima del Paese a partire da quella più festaiola.

Passeggiando per le vie antiche di Andorra La Vella vi troverete sicuramente davanti a una fontana di aspetto curioso, circondata da un girotondo di statue che si tengono per mano. Quella è la fontana della sardana, il ballo tipico catalano amato e celebrato anche in Andorra.

La sardana è in pratica un girotondo. Ha un ritmo piuttosto lento e si balla alzando e abbassando le mani unite, con passi laterali e saltelli. I brani musicali sono solitamente di lunghezza media. Se vi trovate in Andorra all’inizio di giugno potreste avere la fortuna di assistere alla festa Aplec de la Sardana, che si tiene nella capitale ed è arrivata, quest’anno, alla sua diciassettesima edizione.

Cosa si mangia in Andorra?

Tante meraviglie mettono appetito: è quindi il caso di scegliere un buon ristorante tipico e assaggiare qualche specialità andorrana. La cucina del Paese ha subìto più di un’influenza da parte delle vicine Francia e Spagna: dalla prima ha ricevuto la tradizione della bistecca in tartare e delle lumache, dalla seconda quella del pa amb tomaquet, il pane e pomodoro semplice e gustoso. Ci sono, però, piatti che sono caratteristici proprio di Andorra.

Iniziamo con la Escudella, che è il piatto principale del Principato (perdonatemi il gioco di parole). Si tratta di una zuppa che viene proposta in diverse varianti, ma sempre con una base di pasta in brodo, fagioli, osso di prosciutto, midollo e salsicce: non esattamente leggerissima!

Altrettanto sostanzioso è il trinxat, proposto come antipasto o contorno a un hamburger: una base piuttosto alta di patate con porri, cavolo, maiale tritato o pancetta. Sempre come antipasto viene servito l’embutido, una salsiccia fatta in casa. Sorprendenti sono i calçots, cipolle cotte alla brace, immancabili protagoniste di grigliate ma servite anche nei ristoranti. Altrettanto sorprendente è la truta a la andorrana, abbinata nientemeno che al prosciutto, in un curioso effetto mari e monti.

Come dolce, le torrijas sono una variante del toast francese, pane immerso in uovo e fritto con latte o vino, spezie e miele, servito con zucchero o marmellata di fragole. Si può anche ordinare la crema andorrana, una variante della crema catalana con un doppio strato di crema fresca al posto del caramello. Come vini locali, Andorra offre l’Escol, bianco, e il Torb, rosso.

Vi è già venuta voglia di partire? Allora ecco ancora due consigli: se volete dormire in un luogo davvero caratteristico scegliete l’Hostal Cisco de Sans, in un edificio storico molto suggestivo. Per una cena tipica, provate il Ristorante Borda Estevet, di ambiente rustico e affascinante. Per le tapas, originalissimo è Soho Chic: avrete l’impressione di ritrovarvi insieme ad Alice nel Paese delle Meraviglie.

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Fiorentina per nascita, pratese per residenza, cittadina del mondo per vocazione. Ama viaggiare, studiare le lingue, scrivere racconti, cantare, ballare, la musica, il teatro, i musei, l’arte. Scrive per ogaeitaly.net e recensisce libri per sololibri.net. Il suo peggior difetto è essere curiosa della vita. O è un pregio?
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