20 album rock che compiono 50 anni nel 201734 min read
Reading Time: 23 minutes2. The Doors – The Doors
La trasformazione di un timido e introverso studente universitario in un magnetico animale da palcoscenico. La fusione tra ricercati riferimenti letterari e rock psichedelico. L’invenzione di un sound unico, quasi un marchio di fabbrica, impreziosito dall’abilità con cui Ray Manzarek suona con una mano la linea di basso-tastiera e con l’altra l’organo.
Queste e molte altre sono le storie che stanno dentro a questo formidabile debutto. Dalle serate nei locali di Los Angeles, in cui Jim Morrison canta dando le spalle al pubblico per l’eccessiva timidezza, alla pubblicazione, nel gennaio del 1967 di The Doors, passano pochi mesi, e pochi anni passano dal primo al sesto e ultimo disco della formazione, nel 1971.
Quattro anni vissuti al massimo, calcando i più importanti palcoscenici, conoscendo il clamore della ribalta e il sapore odioso della repressione, fino alla fine, ingloriosa, del ventisettenne Jim in una vasca da bagno parigina.
Il 1967 è l’anno della Summer of Love a San Francisco, ma è anche l’anno in cui le violenze tra la popolazione nera e le forze dell’ordine raggiungono picchi allarmanti. La musica dei Doors si inserisce in questa rabbia strisciante, parte dalla California per penetrare nel ventre degli Stati Uniti, e oltre, parlando a schiere di giovani che non aspettavano altro che una scossa, un varco aperto, una porta attraverso cui intravedere un mondo diverso.
L’album parte subito fortissimo, Break on Through (To the Other Side) ne è l’apertura, un manifesto d’intenti. The End ne è la chiusura, ovviamente, ed è un capolavoro musical-poetico di undici minuti con ritmi ammalianti e inquietanti scenari edipici, quasi una dichiarazione d’amore verso la morte.
In mezzo tante citazioni, da Brecht (Alabama Song) a Blake e Celine (End of the Night), molto organo e naturalmente la hit Light My Fire. Divenuta un classico del rock, nella sua versione originale dura oltre sette minuti e tiene assieme un testo tutto sommato piatto e una parte strumentale di straordinaria efficacia e bellezza. L’intro è guidata dalla tastiera di Manzarek e il lungo intermezzo strumentale trascina l’ascoltatore in un flusso di sonorità ondeggianti e ipnotiche fino all’esplosione finale.
La furia creativa dei Doors è tale che, nello stesso anno, incidono e pubblicano il secondo LP, Strange Days, ma senza raggiungere la forza e l’immediatezza del primo.