Le 5 cose più importanti delle Elezioni Europee 20144 min read

26 Maggio 2014 Europa Politica -

Le 5 cose più importanti delle Elezioni Europee 20144 min read

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Le 5 cose più importanti delle Elezioni Europee 2014

Le 5 cose più importanti delle Elezioni Europee 2014

Matteo Renzi piace agli elettori italiani. E di conseguenza questo Pd. È molto importante la successione cronologica dell’affermazione, perché non è il Pd che in pochi mesi si riscopre capace di arrivare al 40%, ma è il giovane rottamatore che ha vinto la sua sfida: allargare la base elettorale che prende anche solo in considerazione il voto ad un partito di centro-sinistra. Renzi continua a piacere più agli indecisi che ai militanti del Pd, che scoprendo il dolce gusto del trionfo potrebbero innamorarsene presto, ad un prezzo molto alto: lasciare i vecchi legami coi sindacati, escludere di essere centro-sinistra che guardi a sinistra, intraprendere un cammino di riforme con Berlusconi. I risultati danno ragione all’ex sindaco, che ha sedotto gli elettori anche per quel suo stare al comando senza trattare con i suoi.

Attenzione però a pensare che questa vittoria sia un’ipoteca sulle future elezioni politiche nazionali, tutte da giocare. La bassa affluenza -quasi 1 italiano su 2 non è andato a votare– hanno penalizzato Movimento 5 Stelle e Forza Italia e lasciano ampissimi margini di manovra ai futuri nemici del premier.

– L’Italia non è più europeista degli altri paesi, semplicemente perché l’Europa è rimasta per lungo tempo fuori da questa campagna elettorale, divenuta un referendum tra Grillo e Renzi, vinto dal premier. È palese e facilmente riscontrabile di come la paura Grillo abbia spinto una parte di elettori centristi a votare Partito Democratico: in seguito anche ad una campagna elettorale completamente fuorviante, dove si è parlato di governi che sarebbero andati a casa e Presidenti della Repubblica a Cesano Boscone. La campagna l’ha sbagliata Grillo, resta il fatto che anche il Pd di Europa ha parlato ben poco.

Attenzione però al ruolo che potrà ricoprire il Partito Democratico all’interno dei Socialisti Europei, di cui sarà la prima forza: l’Italia potrebbe tornare a farsi sentire pesantemente nelle scelte che contano.

Le 5 cose più importanti delle Elezioni Europee 2014

– L’Europa deve cambiare: anni di crisi economica stanno riportando nel continente vecchi rancori, razzismi e fascismi. Inghilterra, Francia, Danimarca, Ungheria, i numeri di Alba Dorata in Grecia. Pazzesca l’affermazione di Marine Le Pen, che è arrivata ad essere primo partito in Francia alla guida del suo Fronte Nazionale: tutt’altro che una destra moderna e europeista, in un paese che in Europa conta eccome. Ancora più clamorosa se possibile l’affermazione di Nigel Farage e il suo UKIP in Gran Bretagna, un partito che è passato dal 3% al 31%, che nel suo programma ha di mandare a casa gli immigrati -italiani compresi- perché rubano il lavoro e influenza l’umore delle fasce più povere con una politica xenofoba ad altissimo rischio. Basterebbe pensare che in 100 anni è la prima volta che in Inghilterra non vincono Partito Conservatore o Laburisti. Non parliamo poi dell’Ungheria, uno stato sempre più autoritario, dove il leader filo fascista Orban ha preso il 51% dei voti.

– Dopo tanto clamore il primo partito in Europa resta il Partito Popolare Europeo: si avete capito bene, proprio il partito della Merkel, delle politiche di austerity, dei conti in regola. Difatti il PPE prende 212 seggi nel Parlamento Europeo di Bruxelles, contro i 186 di Socialisti & democratici, i 70 dell’ALDE (Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa), i 55 dei Verdi europei – Alleanza libera europea, i 44 dei Conservatori e riformisti europei, i 43 della Sinistra unitaria europea – Sinistra verde nordica, i 36 di Europa della Libertà e Democrazia (le destre populiste tra cui UKIP) e i 105 tra parlamentari non iscritti a nessun gruppo e altri gruppetti più piccoli. Ora inizia la partita sulla Presidenza della Commissione Europea: il favorito sembra Juncker, ma non è ancora scritta l’ultima parola. Seguiremo l’evolversi della situazione nelle stanze dei bottoni di Bruxelles grazie al prezioso lavoro del nostro inviato in loco Moules Frites.

Alexis Tsipras vince in Grecia ed è l’unica forza di sinistra radicale a presentarsi come possibile forza di governo del futuro. Il giovane leader greco riesce nell’impresa di togliere il paese che più ha sofferto la crisi e la Troika dalle mani dei conservatori e soprattutto con la sua proposta riformatrice toglie campo ai neonazisti di Alba Dorata. Vedremo se riuscirà a imporsi alle Nazionali, intanto il suo partito Syriza con il 26,5% è prima forza greca e sarà una delle colonne della Sinistra nel Parlamento Europeo. Non bastasse, Tsipras è riuscito nel mezzo miracolo di convogliare e unire alcune tra le principali forze di sinistra radicale in Italia, riportandole sopra la soglia di sbarramento: una piccola impresa, se pensiamo ai numeri del Pd e ai fallimenti delle ultime tornate elettorali. Ora toccherà alla sinistra italiana, non disperdere quello che potrebbe essere l’inizio di un lavoro per tornare ad esserci nel panorama politico nazionale: nel frattempo saranno tre i parlamentari dell’Altra Europa a sedersi nel Parlamento Europeo.

Immagine| tg24.sky.it/| news.comunicablog.it

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
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