5 buoni motivi per festeggiare il Natale4 min read

25 Dicembre 2014 Cultura -

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@5 buoni motivi per festeggiare il Natale

[quote align=”center” color=”#999999″]Si fa presto a dire Natale.[/quote]

Se sei un ateo dichiarato o un cattolico non troppo praticante, arriva sempre qualche professionista del moralismo a ricordarti col ditino alzato che non dovresti celebrare una festa religiosa.

Se sei un credente di ferro e ti prepari tutto l’anno per la messa di mezzanotte, salta sempre fuori qualche razionalista positivista neoilluminista a raccontarti che dietro il Natale cristiano si nasconde la festa pagana del Sol Invictus.

Insomma, se vuoi ingozzarti di panettone e scartare strenne sotto l’albero in santa pace, al giorno d’oggi ti tocca inventarti un nuovo pretesto per festeggiare il 25 dicembre. Uno che sia il più ecumenico e inattaccabile possibile.
A me ne vengono in mente cinque.

5 buoni motivi per festeggiare il Natale

Carlo Magno. Mi sta un po’ sulle balle perché, spezzando le reni al regno longobardo, impedì che l’Italia fosse unificata sotto una sola bandiera con mille anni di anticipo su Garibaldi. Però gli va riconosciuto il merito di aver praticamente inventato la scuola, intesa come istituzione laica, in un’epoca nella quale la cultura era appannaggio esclusivo dei religiosi. Amava talmente tanto gli studenti che scelse di farsi incoronare imperatore il 25 dicembre dell’800, una data facile da ricordare per le interrogazioni di Storia. E in tale data andrebbe celebrato.
(Se, in quanto italiani, vi ripugna l’idea di festeggiare un re francese, l’alternativa è il meno noto Stefano d’Ungheria, che ricevette la corona il 25 dicembre dell’anno Mille).

Isaac Newton. Ok, aveva un pessimo carattere: serbò rancore per tutta la vita a Gottfried Leibniz, che gli contendeva la paternità del calcolo differenziale. Ok, gli mancava qualche rotella: soffriva di nevrosi a sfondo sessuale che lo spinsero a fare voto di castità e a mantenerlo fino alla morte. E ok, aveva strane convinzioni antiscientifiche: credeva nell’oroscopo, nell’alchimia e nella pietra filosofale. Però resta pur sempre l’uomo che ha fondato la fisica moderna. Nacque nella contea del Licolnshire il 25 dicembre 1642; lo vogliamo stappare uno spumantino nel giorno del suo compleanno?

Humphrey Bogart. A oltre cent’anni dalla sua nascita, avvenuta a New York il 25 dicembre 1899, la disputa tra i cinefili è ancora aperta: era un grande attore o solo, si fa per dire, un grande caratterista? Per me la seconda: era uno di quegli interpreti che in qualunque ruolo rifanno sempre lo stesso personaggio. Ciò detto, Casablanca rimane uno dei titoli più iconici della Storia del cinema: il tipo di film così radicato nell’immaginario comune che l’ha visto pure chi non l’ha visto. Ma Bogart si guadagna un posto nell’elenco dei festeggiabili anche solo per aver coniato uno dei miei aforismi preferiti: “Non bisogna mai contraddire una donna. Basta aspettare: lo farà da sola”.

Howard Hughes. A differenza di Carlo Magno, lui mi è sempre stato simpatico. Mentre la maggior parte dei suoi colleghi miliardari, da Rockefeller a Bill Gates, ha passato la vita ad accumulare denaro, Hughes ha fatto il contrario: avendo ereditato una fortuna a soli diciott’anni, ha trascorso l’esistenza a spendere quei soldi nei modi più spettacolari possibili. Aveva un debole un po’ infantile per le cose esagerate: “Voglio produrre il film più costoso di tutti i tempi! E lanciarlo con la più grande festa di tutti i tempi! E poi costruire il più grande aereo di tutti i tempi!” Come non amarlo? Non si sa di preciso dove e quando sia nato, probabilmente a Houston il 24 dicembre 1905; ma gli piaceva festeggiare il suo compleanno il giorno di Natale, e quindi…

Il Celacanto. Il 25 dicembre 1938, in Sudafrica, presso la foce del fiume Chalumna, alcuni pescatori si ritrovano nelle reti un grosso pesce mai visto prima, un bestione blu con strane placche ossee. Marjorie Courtenay–Latimer, curatrice del locale museo di scienze naturali, alla vista dell’animale resta senza fiato: si tratta di un Celacanto, una specie che si credeva estinta da 65 milioni di anni e che invece, si scoprirà poi, è ancora viva e vegeta in diversi mari del mondo. E se l’anniversario di questa scoperta non vi sembra sufficiente per festeggiare, è solo perché non siete paleontologi.
O pesci.

(Buon Natale).

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Classe 1975, è laureato in Lettere. Lavora come editor in campo letterario, televisivo e cinematografico. Vive con la sua famiglia a Segrate, in provincia di Milano.
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