“Più forti dell’invidia”: 30 anni di Berlusconi dalla A alla Z25 min read

11 Agosto 2016 Uncategorized -

“Più forti dell’invidia”: 30 anni di Berlusconi dalla A alla Z25 min read

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30 anni berlusconiIn trent’anni di Milan Silvio Berlusconi ha sollevato trofei, cantato con Seedorf, speso montagne di denaro e discusso con la polizia a Gijón durante una trasferta di Coppa Uefa, ma soprattutto ha parlato, rilasciando dichiarazioni sul Milan, sul gioco del calcio e sulla vita in generale.

Alfabeto berlusconiano: trent’anni di dichiarazioni sul calcio, dalla A alla Z

A come Anna Frank

C’è anche il celebre Diario tra le misure consigliate da Silvio Berlusconi per combattere il razzismo e la violenza negli stadi. È il novembre del 1992 e, di fronte a episodi di violenza neonazista in Germania e in Europa, anche il calcio italiano si interroga.

Il presidente del Milan ha le idee chiare: «Parole. Parole. Parole. Demagogia. Un abbaiare alla luna senza costrutto e senza risultati. Non nego che l’ondata che viene dalla Germania e dai suoi figli d’arte abbia una base ideologica più forte delle altre, ma anche in questo caso ci andrei piano. Siamo di fronte a piccoli delinquenti comuni. Fra parentesi, sempre i soliti: ieri antimeridionali, oggi antineri, domani antisionisti. Professionisti veraci dell’atto vandalico. Intervenga lo Stato. Si faccia avanti la magistratura. Le questure sanno tutto di questi signori. Li precettino e li tengano lontano dagli stadi: tutti al cinema, la domenica pomeriggio, sorvegliati, perquisiti, circondati. Che vedano lì, su schermo gigante, la partita in diretta. E magari gli regalino anche una copia del Diario di Anna Frank. Sono cose che vado ripetendo dal 1986, solo che nessuno mi dà retta».

Pochi anni prima, d’altra parte, lo stesso Berlusconi, imbevuto di fair-play da diciannovesimo secolo («E poi vorrei che non ci fossero fischi all’annuncio delle formazioni rivali, che San Siro ridiventi lo stadio della signorilità, della classe dello stile, del rispetto»), aveva proposto di bandire da San Siro qualunque tifoseria ospite: «Più che drastica, direi una soluzione seria. Tutto questo dispiegamento di violenza è molto triste. Anche a me piace la contrapposizione delle bandiere, ma forse nel calcio del futuro gli stadi saranno così, con lo spettacolo di colore di una sola squadra. Cosa che succede regolarmente all’estero. È facile decidere con quasi 66.000 abbonamenti alle spalle».

Pur vantando collaborazione con la polizia («L’anno scorso abbiamo regalato loro due macchine da scrivere elettriche, perché non avevano di che redigere i verbali dei facinorosi fermati») e un certo atteggiamento dei propri giocatori I nostri ragazzi non fanno polemiche, non protestano oltre il consentito: chiediamo loro di evitare qualsiasi gesto o frase che possa esasperare la folla. Abbiamo fatto uno spot televisivo contro la violenza e lanciato una campagna con passaggi frequentissimi sui nostri network»), Berlusconi non raccoglie consensi: PCI, MSI e radicali si dichiarano contrari alla proposta.

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Classe 1988, appassionato di campionati di dubbio gusto. Scrive su Calcio Sudamericano, Canale Milan e Fantagazzetta. Venera Ibrahim Ba.
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