10 cose che ho capito dal girone d’andata dell’Inter4 min read

14 Gennaio 2016 Uncategorized -

10 cose che ho capito dal girone d’andata dell’Inter4 min read

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girone andata inter
momenti di euforia | @inter

Alzi la mano chi si aspettava l’Inter seconda, ad un passo dalla vetta dopo averla occupata a lungo e con una discreta identità di squadra a fine girone d’andata? Beh, io, sinceramente, no. Certo, mi attendevo un miglioramento rispetto alle ultime annate, anche perché fare peggio sarebbe stato impossibile. A metà campionato, però, sentir parlare (giustamente, perché se sei in ballo devi ballare) di scudetto non lo avrei mai immaginato. Dopo diciannove partite,  quindi, si può tirare un primo bilancio intermedio, mettendo in fila un po’ di aspetti degni di nota.

10 cose che ho capito dal girone d’andata dell’Inter

1) Felipe Melo è un Matto. Emme maiuscola, perché è così. In realtà non ho ancora capito se è una considerazione in senso positivo, cioè in fondo è simpatico perché è un personaggio, oppure in negativo, perché poi in campo gli capita di fare cose tipo questa.


E allora lì qualche domanda te la fai.

2) Forse l’avevo già detto, ma Brozovic è forse il primo centrocampista degno di tale nome passato dall’Inter negli ultimi anni (aspettando Kondogbia, ma ne parliamo sotto). Sarà l’arrivo di Stankovic nello staff, ma il passo avanti del croato rispetto all’anno scorso c’è stato, ed è evidente, non solo perché segna. Può capitare abbia serate storte, ma da qui a maggio molto passerà dai suoi piedi.

3) Handanovic si ricorda ancora come si para. Anche qui, qualche dubbio mi era venuto, perché nelle ultime stagioni aveva alternato errori clamorosi a parate eccezionali. Quest’anno gli errori li ha concentrati tutti nei primi 20′ contro la Fiorentina, per il resto difficilmente si va tanto lontani da lui nel trovare il miglior nerazzurro di questa prima parte di campionato.

girone andata inter ljajic jovetic4) Tra le tante cose mancate negli ultimi anni, c’era la totale assenza di fantasia in attacco, gente che creasse calcio, o solo semplicemente saltasse l’uomo. Ljajic e Jovetic hanno questo compito. Come lo stanno facendo? Beh, discretamente. Diciamo che se li unissero avrebbero fatto un ottimo girone d’andata. Ma sono divisi, quindi direi benino entrambi, in due fasi diverse, prima il montenegrino, poi il serbo. Però, soprattutto nel 433, sono fondamentali.

5) Se tutto sommato a Ljajic e Jovetic è difficile dare un giudizio complessivo molto negativo, diverso il discorso per Kondogbia e Perisic. Parlare di flop è ridicolo, soprattutto dopo sei mesi. Ma credo sia indubbio ci aspettassimo tutti qualcosa in più, anche per giustificare gli ingenti investimenti. Perisic comunque qualcosa ha mostrato, sempre tornando alla questione “qualità offensiva” spesso il suo l’ha fatto, molto meno Kondogbia: le ambizioni, però, passano dalla loro sveglia.

girone andata inter icardi
@MauroIcardi

6) Icardi è indecifrabile. Nel momento in cui pensi “mah, sembra involuto rispetto all’anno scorso” piazza quattro gol in quattro partite, cinque nelle ultime sei. La sostanza è sempre la stessa: se messo in condizioni di segnare, in pochi in A sono come lui; se ha un compagno che gli toglie qualche compito (come faceva Palacio) va meglio, se Jovetic gli gioca lontano fatica di più. Secondo me resta ancora un progetto di centravanti, nel senso che la lista di cose in cui deve migliorare c’è e non è brevissima. Però, ad oggi, è un gran bel progetto.

7) Mancini odia gli allenatori del fantacalcio. Ormai è chiaro: 18 formazioni diverse in 19 partite, addirittura passando al trollaggio in conferenza stampa, del tipo “Brozovic gioca sicuramente” e poi la domenica va in panchina. Così non vale.

8) Il calcio è strano, Beppe (cit.). Giochi male, vinci. Giochi discretamente e crei occasioni, perdi. Una sola è la certezza: vincere 1-0 sarà tremendo dal punto di vista nervoso, ma è veramente divertente.

miranda-murillo
@spaziointer

9) Miranda-Murillo non sono Ranocchia-Juan Jesus. Grazie Graziella ecc, risponderete. Due le partite davvero sbagliate, quella di Napoli (e c’era Higuain, si può anche capire) e col Sassuolo, più per l’errore finale che per la prestazione generale. Però avere due difensori degni di tale nome dopo anni resta un bel vedere.

10) Certe cose non cambiano mai. Come perdere a San Siro al 95′ dopo essersi mangiati l’inverosimile. Ne avremo viste mille di partite così, credevamo di non doverne vedere più. Chissà che nelle prossime 19 non verremo accontati. Obiettivo? La Champions, lo ha detto anche Thohir. E ci risentiamo a maggio per vedere come andrà a finire.

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Classe 1990, trapiantato a Milano ma orgogliosamente friulano, collaboro dal 2011 con il Messaggero Veneto, dal 2013 con Libero e dal 2015 su FabbricaInter, occupandomi prevalentemente di sport. Il mio film preferito è "The Blues Brothers" e John Belushi è la mia guida spirituale, anche se Dio è portoghese.
Commento
  1. dav1de

    11) Con Mancini non avremo mai un gioco.

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