Statue coperte per Rouhani? Populismo e ipocrisia in salsa italica4 min read

28 Gennaio 2016 Politica Politica interna -

Statue coperte per Rouhani? Populismo e ipocrisia in salsa italica4 min read

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Statue coperte per Rouhani? Il caso eclatante delle statue coperte per l'arrivo di Rouhani in Italia e l'ipocrisia di politici e media italiani
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(a cura di Filippo Gambarini)

La due giorni del presidente iraniano Hassan Rouhani a Roma è stata l’occasione per far divampare l’ennesima, irritante polemica. Vediamo velocemente i fatti. In occasione del colloquio di lunedì con il premier italiano Matteo Renzi, le statue raffiguranti dei nudi presenti al Campidoglio, sede dell’incontro, sono state infatti coperte con alcuni lastroni bianchi per ordine dell’Ufficio del Cerimoniale di Stato italiano. La decisione, presa per non urtare la sensibilità della delegazione iraniana, oltre a rimandare indietro le lancette di tre quarti di secolo, ha sollevato un dibattito piuttosto acceso circa la sudditanza dell’Italia nei confronti delle potenze straniere.

Buona parte della stampa e della politica, con il leader della Lega Matteo Salvini in prima linea, ha deciso che era opportuno utilizzare il 27 gennaio, giornata della memoria per le vittime dell’Olocausto, per alzare i toni contro quei politici che non sono stati in grado di difendere la nostra cultura, piegandosi alle assurde richieste di loschi figuri, peggio ancora se musulmani. A confronto di questo triste episodio, appare ora lontanissima – e decisamente meno grave – la decisione dell’onorevole Debora Serracchiani di indossare l’hijab durante la sua recente visita istituzionale a Teheran. Che già all’epoca, circa due settimane fa, aveva scatenato dure critiche addirittura all’interno dello stesso Partito Democratico.

Con il fuoco della polemica già tutt’altro che contenuto, sia Renzi che il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, hanno definito “incomprensibile” la decisione di coprire i nudi, aggiungendo però di non essere affatto al corrente dell’infelice decisione.

Tali dichiarazioni a caldo sono probabilmente sincere perché l’Ufficio del Cerimoniale fa sì capo alla Presidenza del Consiglio ma si muove in maniera autonoma, come ricordato stamane da Giovanna Vitale su Repubblica: le frasi del premier e del ministro hanno in realtà gettato benzina sul fuoco, tacciate di palese disonestà.

Ma il punto di questa triste storia è davvero se sia grave o meno coprire dei nudi statuari? E anzi, appurata la gravità del fatto in sé, è davvero corretto porre l’accento sull’inadeguatezza della nostra classe dirigente, interessata solamente a calarsi le braghe in favore di un qualche accordo bilaterale?

Statue coperte per Rouhani? La retorica e l’ipocrisia dei politici e dei media

Come già detto poco sopra, l’occasione era ghiotta e una fetta bella consistente della classe politica l’ha subito colta per rincarare la dose non solo sugli errori del “presidente non eletto” Matteo Renzi, ma per sottolineare come il popolo italico abbia ormai smarrito il proprio smalto e non sia più in grado di far valere le proprie tradizioni con il primo musulmano (aiuto! pericolo!) in visita nella Capitale. Ma questo fa parte del gioco.

Posando per un attimo l’ipocrisia sul comodino, possiamo permetterci di ipotizzare che anche le fazioni più politically correct e liberali ed esterofile, a parti invertite, si sarebbero lasciate andare ad una facile e comoda critica incondizionata. Il dito, per arrivare finalmente al punto, ci sentiamo di puntarlo contro la cosiddetta élite culturale nostrana. La stessa che ieri, capitanata da un’inedito Massimo Gramellini sulle colonne de La Stampa, ha nuovamente deciso di percorrere la comoda via del populismo, decidendo che era meglio per sé e per i suoi editori cavalcare l’odio (per gli esotici) e l’insofferenza (per i politici), che così egregiamente fanno incetta di click via social network. Se la quasi totalità della stampa avesse ieri dedicato del tempo, anziché vomitare critiche, per studiare la storia della religione sciita duodecimana, avrebbe presto scoperto che Hassan Rouhani — e parimenti tutto il popolo iraniano — non si sarebbe affatto lasciato scandalizzare da dei nudi statuari. Hassan Rouhani — e parimenti tutto il popolo iraniano — ama la cultura, la venera e ne è circondato, tanto ne è pregna la storia di Persia.

Dedicando quel breve tempo allo studio, la pseudo élite italiana avrebbe constatato che il triste fatto delle statue coperte è una questione di pura ignoranza e, consapevole di tale realtà, anziché lagnarsi di non esser stati in grado di “rispettare noi stessi” (sempre citando l’editorialista torinese), avrebbe potuto e dovuto puntare il dito su chi quotidianamente partecipa alla farsa della disinformazione. La stessa che impedisce ai lettori di farsi una cultura d’insieme e di distinguere, tanto per fare un esempio, il cittadino iraniano da un qualunque terrorista.

Un’occasione persa dunque, specie per chi dovrebbe fare un mestiere (quello del giornalista) che per definizione è informativo, pedagogico. Confidando in future possibilità, oggi l’agenzia fotografica Getty Images propone uno scatto all’interno del Museo d’arte moderna di Teheran risalente al settembre 2005 (a circa un mese dall’insediamento del ben poco diplomatico Mahmud Ahmadinejad): una donna osserva incantata il quadro di Francis Bacon, “Due figure sdraiate a letto con l’assistente”. La ragazza, pur ripresa da tre quarti, non sembra particolarmente scandalizzata o offesa.

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