Motori Italia: Rossi, Vettel e la Ducati fanno sognare4 min read

30 Marzo 2015 Uncategorized -

Motori Italia: Rossi, Vettel e la Ducati fanno sognare4 min read

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Motori Italia: Rossi, Vettel e la Ducati fanno sognare
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La giornata di ieri, con il ritorno alla vittoria della Ferrari a distanza di poco meno di due anni, il successo di Rossi ed un podio della Motogp tutto italiano, con Dovizioso e Iannone in grado di ottenere questo risultato su Ducati, è sembrato un salto indietro nel tempo di almeno un paio di lustri, a quell’epoca in cui il sottoscritto, ancora in piena fase adolescenziale, seguiva alla televisione le gesta del binomio Schumacher-Ferrari e le lotte della Motogp che vedevano sì Rossi prevalere, ma dove anche altri piloti nostrani quali Biaggi, Capirossi e Melandri riuscivano a dire la loro, contribuendo a creare spettacolo.

È quindi doveroso godersi innanzitutto questa giornata, dove i nostri rappresentanti nel mondo motoristico sono stati in grado di riportare il tricolore in alto, ma come si dice abitualmente, l’appetito vien mangiando, ed è lecito quindi chiedersi se queste prestazioni potranno essere replicate in futuro, aprendo la strada ad obiettivi importanti e magari insperati alla vigilia.



Andando in ordine cronologico, la giornata italiana si è aperta con il primo successo di Vettel a bordo della Ferrari, al termine di una gara condotta magistralmente sia dal pilota, che ha spinto e gestito quando serviva senza commettere alcun tipo di sbavatura, sia dal team, che nel momento caotico della safety-car ha optato per una strategia diversificata rispetto a Mercedes, facendo leva sulla maggiore capacità della vettura italiana di conservare le gomme.

Tattica che si è rivelata corretta, e che testimonia una mentalità finalmente aggressiva, votata ad una sorta di “lucido azzardo” per puntare al bersaglio grosso, senza volersi accontentare del “solo” piazzamento a podio. In tutto questo, non è da tralasciare la gara messa in pista da Raikkonen: il finlandese è stato sfortunata vittima di un nuovo contatto ad inizio gara, ma dall’ultimo posto e con un giro di ritardo, complice la safety-car di cui sopra, è stato in grado di rimontare fino al 4° posto, mostrando un passo che, con una gara lineare e senza problemi, lo avrebbe probabilmente portato a far compagnia a Vettel su uno degli altri due gradini del podio di Sepang.

Ora si attendono conferme su piste con caratteristiche diverse, ma soprattutto in paesi caratterizzati da condizioni climatiche più miti che, in teoria, dovrebbero dare una mano a Mercedes nel contenimento del consumo delle gomme. La strada intrapresa a Maranello è comunque quella giusta, se non altro per tornare ad ambire ad un certo tipo di risultati e porsi come vera antagonista della stessa Mercedes, che è e resta il team da battere in ottica campionato.



La giornata, dopo il bel 2° posto di Bastianini in Moto3, si è conclusa con un tris italiano sul podio della Motogp, evento che non accadeva dal gran premio del Giappone nel 2006 con Capirossi, lo stesso Rossi e Melandri ad occupare il podio.

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Il comune denominatore di questo risultato è appunto Valentino, e questo la dice lunga sulla sua capacità di restare ad alto livello per un periodo di tempo davvero lunghissimo, non facendo mai venire meno la motivazione e la fame agonistica che hanno caratterizzato la sua carriera. Oltre a questa considerazione, Rossi si è dimostrato anche in quest’ultimo week-end estremamente lucido nella preparazione della gara: nei turni di prove raramente lo si è visto nelle primissime posizioni, ma il suo lavoro con lo pneumatico duro all’anteriore, finalizzato ad essere forte e consistente anche nel finale di gara, ha pagato, consentendogli di averne ancora per girare forte nonostante una partenza a rilento, che lo ha impegnato in una rimonta sicuramente dispendiosa e che avrebbe potuto compromettere la durata delle sue gomme, come accaduto ad esempio a Marquez. Se Rossi ha entusiasmato in quella che è stata la sua condotta di gara, il merito è stato anche di chi si è giocato il risultato pesante con lui, ovvero Dovizioso e Ducati.

Questo “binomio” ha raccolto i frutti di un duro lavoro della casa italiana, passata in un anno abbondante di gestione tecnica firmata Dall’Igna dall’essere una moto in grado di giocarsela solo con i team satelliti di Honda e Yamaha, a battagliare per vincere, facendo corsa di testa dal primo all’ultimo metro di gara. E questo, al netto delle varie polemiche regolamentari che hanno riguardato Ducati (assolutamente fuori luogo), è un giusto premio al duro e metodico lavoro messo in atto a Borgo Panigale, dopo stagioni in cui confusione tecnica e di ruoli l’avevano fatta da padrona.

Per quanto riguarda i piloti, Dovizioso ha corso con la sua consueta intelligenza tattica, mancando la zampata nel finale solo per pochi decimi, mentre Iannone, pur non essendo stato in grado di reggere un ritmo da vittoria fino alla fine, ha usato la testa, evitando di esagerare e riuscendo ad agguantare il suo primo podio nella categoria. Anche qui, come per la Ferrari bisognerà aspettare la controprova di altre tipologie di piste, e specialmente l’arrivo del campionato in Europa, per poter davvero capire se le ambizioni da titolo di Rossi, e quelle di essere della partita stabilmente con le ufficiali giapponesi da parte di Ducati, potranno essere concrete, oppure se si è corso troppo in la con la fantasia, facendosi prendere dall’entusiasmo del momento. Ma fino ad allora, sognare non costa nulla.



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Studente di giurisprudenza come "occupazione" ufficiale e appassionato di sport in generale, più come spettatore che come atleta, ahimè. Seguo con particolare interesse gli sport motoristici e da qualche anno a questa parte il motomondiale (ma pure la superbike), pur essendomi avvicinato ad essi con le 4 ruote e la F1.
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