Sette categorie di lettori che non capisco3 min read

Ma siamo sicuri che leggere fa bene?

Tra il mondo reale e i social network ad argomento letterario come aNobii e GoodReads, ho occasione di frequentare una discreta rappresentanza di lettori accaniti. Molti di loro hanno gusti diversi dai miei, e su questo non discuto; molti altri, specie tra quelli con pretese di raffinatezza ed elevazione culturale, mi sembrano semplicemente matti. O forse sono io che non li capisco.

Sette categorie di lettori

1) L’Elitario. Legge solo libri sconosciuti ai più, o almeno così dice; il suo grido di battaglia è “Io non leggo bestseller”. Se per disgrazia un autore che ha suggerito agli amici, recensito entusiasticamente su aNobii e magari anche letto per davvero viene scoperto dalle masse e inizia a vendere, l’Elitario provvede a correggere i suoi gusti con effetto retroattivo: “Quello lì? Mai piaciuto”.

2) Il Filologo. Fedele al motto per cui tradurre è tradire, legge rigorosamente solo libri in lingua originale. Il problema è che al mondo si parla e si scrive in quasi settemila idiomi diversi, mentre il Filologo medio padroneggia una sola lingua straniera, di solito l’inglese. Ma la cosa non lo preoccupa: tanto, sotto sotto, è convinto della superiorità della cultura anglosassone su tutte le altre. Volete farlo impazzire? Parlategli dell’imprescindibile avanguardia letteraria cambogiana.

3) L’Impegnato. Quando legge un fantasy, un chick lit, un thrillerone da spiaggia o qualunque altro tomo che promani anche solo un vago odor d’intrattenimento, sente il bisogno di precisare che è “una pausa tra due letture più impegnative”. E tu t’immagini che di norma passi le serate chino su una polverosa copia in greco antico dell’Etica Nicomachea di Aristotele. Poi vai a vedere la sua libreria su aNobii e scopri che ha dato cinque stelle su cinque all’opera omnia di Coelho.

4) L’Autolesionista. La categoria più misteriosa. Sceglie un autore, in genere molto venduto e molto controverso, e lo elegge a proprio nemico spirituale. Ogni singola volta che esce un nuovo libro dell’autore in oggetto, l’Autolesionista se lo compra a prezzo pieno, lo legge dall’inizio alla fine e poi si precipita a lasciare su Internet una feroce stroncatura solo leggermente più corta del libro stesso. In pratica è come uno che torna ogni sera in un ristorante dove già sa che mangerà male.

5) Il Necrofilo. Un esemplare piuttosto raro: legge solo romanzi di autori già morti, meglio se da almeno cinquant’anni. Crede che tanto basti a conferirgli un’aura di ricercatezza e fascinoso anticonformismo. In realtà, quando pronuncia ad alta voce la frase “Leggo solo romanzi di autori già morti”, di solito capita che i suoi interlocutori comincino a sorridere con aria nervosa e a nascondere gli oggetti affilati.

6) Il Passatista. Una categoria nata di recente, in contemporanea con il mercato degli ebook. Beatamente ignaro del fatto che il valore di un testo sta nel contenuto, a prescindere dalla natura del sostegno, il Passatista rigetta il digitale e difende come valore irrinunciabile “il profumo della carta”. Se ne deduce che lui i libri non li legge: li riduce in polvere e poi li inala come coca.

7) L’Esterofilo. Sostiene che la letteratura italiana faccia schifo, e per questo non legge romanzi italiani da anni. Se gli si fa notare la contraddizione – non può sapere come sono i romanzi italiani senza averli letti – risponde con la pluricitata battuta di Manganelli “Non l’ho letto e non mi piace”. La verità è che di solito l’Esterofilo è un aspirante scrittore fallito, che odia l’editoria nazionale per non aver saputo apprezzare il suo genio. Se per caso trova qualcuno disposto a pubblicarlo, da quel momento passa il tempo a lamentarsi del fatto che in Italia non si leggono abbastanza autori italiani.