Scissione PD: vediamo favorevoli e contrari7 min read

17 Febbraio 2017 Politica Politica interna -

Scissione PD: vediamo favorevoli e contrari7 min read

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Scissione PD: vediamo favorevoli e contrari
@Partito Democratico

La direzione del Partito Democratico ha convocato l’Assemblea nazionale per domenica 19 febbraio, così da dare avvio al Congresso che deciderà il futuro del centro-sinistra italiano. Matteo Renzi rimane ancora alla guida del partito, ma sono in molti a credere che le sue dimissioni arriveranno proprio in occasione della fine dell’Assemblea. Durante il dibattito nel direttivo si è più volte parlato di un concreto rischio di scissione, scenario che l’ex-premier vuole scongiurare a tutti i costi. Come riportato dal Corriere, esistono undici differenti correnti e sottocorrenti all’interno solo della maggioranza renziana. Il numero sale oltre i quindici se si tiene conto anche dell’area minoritaria del partito. La fretta con cui il Congresso viene convocato è sintomo della una volontà diffusa di far cambiare rotta al partito in vista di probabili elezioni. Se le diverse parti in gioco non dovessero riuscire a convergere verso un’unica direzione condivisa, la scissione sarebbe a quel punto inevitabile. Vediamo una lista degli schieramenti principali che si apprestano a partecipare al Congresso, identificando scopi e portabandiera: in estrema sintesi, possiamo identificare, semplificando l’elenco del Fatto Quotidiano, due macro gruppi: i mediatori e gli scissionisti.

Scissione PD: chi sono i mediatori

Areadem: la corrente di Franceschini, assieme ovviamente a quella renziana, è la principale sostenitrice dell’attuale segretario. Di essa fa parte anche l’ex-Sindaco di Torino Piero Fassino e da sola racchiude il 20% dell’assemblea dei delegati. Uniti al 45% dei delegati renziani, è evidente come il Congresso sia fortemente sbilanciato verso l’attuale leader democratico ma avere la maggioranza risulta inutile se la minoranza si separa. Per questo in molti ritengono concrete le dimissioni di Renzi dalla segreteria: per scongiurare la scissione, l’ex-premier al Congresso dichiara di voler affrontare i propri detrattori come suoi pari e non come segretario. Una volta conclusa l’assemblea dei delegati, sarà pronto a sfidarli apertamente alle primarie immediatamente successive. Forte dei suoi numeri e del suo ancora largo consenso, Renzi punta a battere sul campo i dissidenti sostenuto dalla legittimazione data dagli iscritti. Ma non è detto che gli scissionisti siano disposti ad accettare le condizioni del gioco.

I Giovani Turchi: Andrea Orlando, Ministro della Giustizia con Renzi e poi riconfermato con Gentiloni, e Matteo Orfini, attuale Presidente del PD, sono i capifila della corrente “giovane”. Sostenitori di Cuperlo per le primarie del 2013, hanno in seguito aderito alla linea di Renzi impegnandosi in prima linea nell’attuazione del suo programma di Governo. Ma, in vista del prossimo Congresso, si sono manifestate le prime divisioni: Orfini rimane fedele alla linea tracciata da Renzi, mentre Orlando mette in discussione la fretta con cui è stato chiamato il Congresso. Secondo Orlando, il partito avrebbe dovuto riflettere sulla propria posizione politica e presentare un nuovo programma sulla base dell’esperienza di governo prima di esporsi al pericolo congressuale. Sulle pagine del Corriere, Renzi ha effettivamente aperto la possibilità di una preventiva conferenza programmatica, ma la sua volontà rimane quella di chiudere al più presto le contese interne attraverso il confronto al Congresso.

Sinistra è cambiamento: corrente che trova nel fondatore Maurizio Martina il proprio portavoce, dopo gli eventi della direzione si è allineata con la linea già espressa dai Giovani Turchi di Orlando. In particolare, Martina punta sopratutto alla creazione di un ampio asse progressista, intercettando così anche l’approvazione dei nuovi movimenti nascenti come quello di Pisapia. Secondo il suo pensiero, il PD non sarebbe più quindi in grado di correre da solo, ma avrebbe bisogno dell’appoggio degli schieramenti moderati a lui più vicini, nati magari proprio da piccole scissioni locali.

Gianni Cuperlo: malgrado le aspre divergenze con Renzi, è uno degli oppositori più convinti di un’eventuale scissione. Pur consapevole delle distanze con l’attuale segreteria, Cuperlo cerca di promuovere il dialogo interno convinto che mantenere l’unità sia l’unica via percorribile per rimanere incisivi nel palcoscenico politico odierno. Rimane tuttavia necessario trovare una nuova forte leadership per guidare un partito così diviso al suo interno.

Retedem: la corrente minoritaria nata sulla scia delle posizioni di Pippo Civati, ormai fuori dal partito. Il loro principale portavoce è Sergio Lo Giudice e da soli contano poco meno del 10% dei seggi del Congresso. Anche loro sposano la linea definita da Orlando: prima di tutto è necessario presentare un nuovo programma con una chiara direzione politica, per poi sottoporlo al Congresso come possibile soluzione unitaria. Presentarsi di fronte ai delegati senza una proposta concreta è un ulteriore rischio che può portare alla scissione da parte degli schieramenti più critici sull’operato della maggioranza attuale.

Chi sono gli scissionisti

I bersaniani: altra corrente minoritaria che conta meno del 10% dei rappresentati delegati. Come suggerisce il nome, sono coloro che sostengono Bersani e i più duri nei confronti della linea imposta da Renzi. L’ex-leader democratico non ha usato mezze parole nel descrivere l’attuale situazione del PD: secondo Bersani, la scissione sarebbe già di fatto avvenuta all’interno degli iscritti con Renzi che si è rifiutato di confrontarsi con chi non condivideva le sue posizioni. Le dichiarazioni e i duri attacchi all’indirizzo del segretario non fanno ben sperare che il Congresso possa essere l’occasione per un riavvicinamento. Fatte le dovute valutazioni, è improbabile che i bersaniani promuovano per primi la scissione e difficilmente si separeranno dal partito in solitaria. Sarà importante capire quali saranno gli obiettivi degli altri scissionisti.

Massimo D’Alema: nel corso di questi mesi, D’Alema si è scostato sempre di più dalle posizioni del proprio segretario, fino a diventare uno dei leader della campagna referendaria per il “No” in aperto contrasto con Renzi. Anche se privo di una propria corrente interna, D’Alema ha cominciato a muoversi da dietro le quinte con telefonate e accordi di massima con Bersani, Rossi ed Emiliano. Con ogni probabilità, in puro stile dalemiano, non sarà lui il primo a lanciare la proposta di scissione, ma molto probabilmente lavorerà per traghettare più delegati possibili dalla sua parte. Dopo una leadership di rottura come quella di Renzi, riprendere in mano il partito e orientarlo nuovamente sui valori più tradizionali della sinistra appare un’impresa impossibile. Per questo promuovere la scissione e creare una nuova realtà politica sembra essere la via più percorribile per mantenere credibilità e non rischiare nuove future fratture interne.

L’asse Rossi-Emiliano-Speranza: per loro la scissione è già avvenuta. Lo scorso 16 febbraio il Governatore toscano, quello pugliese e l’ex-capogruppo PD della Camera, si sono riuniti in via Barberini a Roma per creare, di fatto, un nuovo movimento. Ancora non vi è nessun nome, logo o leader definito, ma è stata manifestata la volontà di proporre un’alternativa valida al centro-sinistra di Matteo Renzi. Per il momento D’Alema e Bersani rimangono a guardare in attesa del Congresso, ma è legittimo aspettarsi che gli altri scissionisti ben presto si uniscano a questa nuova “costituente di centro-sinistra”, per utilizzare i termini dello stesso D’Alema. Nella loro riunione, i tre hanno preparato un documento che verrà letto in sede di Congresso nel quale si accusa Renzi di aver trasformato il Partito Democratico in un partito personale e leaderistico. Rossi, Emiliano e Speranza hanno chiamato a raccolta tutte le forze di coalizione interessate a partecipare alla costituente del nuovo movimento. L’invito vuole includere anche Sinistra Italiana e Pisapia. Convinto della sordità dell’ex-premier nei confronti degli scissionisti, Emiliano ha però voluto lanciare un’ultima proposta a Renzi per scongiurare la scissione. Sul suo profilo Facebook il Governatore della Puglia ha infatti scritto:

Visto che Renzi non chiama nessuno per evitare la scissione adesso provo a chiamarlo io. Spero mi risponda e che si possa concordare in amicizia una soluzione che stia bene a tutti. Gli dirò che con la conferenza programmatica e l’impegno a fare insieme la campagna elettorale delle amministrative si possono fare le primarie in armonia a fine settembre dando tempo a tutti di girare l’Italia tra i circoli Pd affamati di politica. Se Renzi mi dirà sì io non parteciperò ad alcuna operazione di scissione.

Una mossa con cui Emiliano non voleva dare alibi a Renzi, scaricando buona parte della responsabilità della scissione anche su di lui. Il vero colpo di scena si è avuto però intorno alle 14, quando Emiliano ha scritto

To be continued…

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
21 Commenti
  1. clara

    io e mio marito, provenienti da famiglia antifascista e socialista, iscritti al PD dalla fondazione, ammiratori di Prodi, non abbiamo votato Renzi come segretario ma ora condividiamo la sua linea. Chi non accetta la linea del segretario è libero di andarsene. noi restiamo nel pd.

    • Giancarlo Amaducci

      l'intelligenza no'...mio padre votava sinistra ..anch'io continuerò a votare alla sinistra rappresentata da renzi...ma è sinistra ? quando bastona con nuove leggi i lavoratori...toglie loro il lavoro e inventa il precariato...abolisce l'art.18 ...causa il 45% di disoccupazione giovanile...taglia le pensioni a lavoratori pensionati che devono andare per cassonetti...taglia la sanità a lavoratori obbligandoli a non potersi curare...a tagliare la scuola pubblica a favore di quella privata...a rubare a migliaia di lavoratori anziani e inconsapevoli i risparmi di una vita , (molti si sono suicidati) favorendo le banche....sottrarre le case ai lavoratori che non riescono a pagare 9 rate del mutuo per perdita del lavoro.....di 150.000 giovani costretti a lasciare l'italia...per lasciarci invadere senza ritegno da centinaia di migliaia di extracomunitari (di cui nel prossimo futuro pagheremo pesantemente..e non ne avete idea)....di umiliare i lavoratori con i vaucer ..con lo spauracchio di non fiatare ai soprusi dei padroni pena il licenziamento (è testimoniato che molti lavoratori si pisciano addosso per non essere ripresi dalle telecamere nell'atto di andare in bagno)........potrei continuare all'infinito...e questa sarebbe la sinistra?...mio padre comunista vecchio stampo si starà rivoltando nella tomba...vergognatevi è per colpa di gente come voi se l'italia è finita...distrutta...ultima in europa...ma andiamo avanti cosi....io comunque voterò Bersani-D'alema

    • tonino.b

      A Clara, però, che coerenza, da antifascisti restate nel Partito Direnzi nonostante il jobs act, la buona scuola, la vergognosa controriforma della Costituzione - fortunatamente rispedita al mittente dal 60% di italiani fedeli alla Costituzione scritta con sangue dei PARTIGIANI -, l'incostituzionale - l'ennesima - legge elettorale, ect, ect. Continuate così. il burrone s'appressa...! un saluto comunista... di quelli veri. tonino basile - roma

  2. valdacampochiaromt

    La scissione deve esserci o molti non voteranno Pd. Non si può avere D'Alema nel partito è come dormire con una mina antiuomo sotto il letto. Cmq questa è tutta pretattica, ciò che succederà non dipenderà da questi giochini. È bastata la vittoria del no per rifarci piombare nel baratro della prima repubblica. tramatlantico.com/2017/02/ancora-una-volta-si-questa-volta.html

  3. annasimonetta

    BASTA, BASTA, BASTA. VI PREGO NON ROVINATE TUTTO, NON CONSEGNATE L'ITALIA AD UNA PLETORA DI IGNORANTI, INCAPACI, CHE NON CONOSCONO IL VERO SIGNIFICATO DEL "FARE POITICA". NON CADETE NELLA RETE DEI MANIGOLDI CHE VOGLIONO DISTRUGGERE LE NOSTRE SPERANZE. SE è UNA QUESTIONE DI POLTRONE, AHI, SIAMO PROPRIO CADUTI MOLTO IN BASSO. SONO UN'ANZIANA ELETTRICE, HO SEMPRE VOTATO PCI, DS, PD. OGGI PIANGO SU QUELLE CHE SEMBRANO LE MACERIE DEL NOSTRO GRANDE PASSATO E CAPISCO CHE NON AVETE INTERESSE PER IL NOSTRO PAESE, PER IL FUTURO DELLE NUOVE GENERAZIONI, MA DOVE SONO FINITI I NOSTRI COMUNI VALORI?? NELLE BEGHE DI MERCATO PER LE POLTRONE? NON SPINGETE OLTRE O DOVRETE FARE I CONTI CON ULTERIORI PESANTI FALLIMENTI. ANNA SIMONETTA

  4. Riccardo Tortora

    Ancora, ci risiamo, una sinistra litigiosa e caparbia su questioni di "principio?" o di cosa altro (non si è capito bene) è pronta a riconsegnare il Paese ad un gruppo di dilettanti allo sbaraglio o ad una destra che avanza sempre più con toni ed azioni minacciose che destano grande preoccupazione sociale e seri timori per il futuro. Dobbiamo restare uniti sempre e comunque anche se di D'Alema e Bersani francamente ne farei volentieri a meno. Riccardo

    • tonino.b

      Forse lo fanno di proposito, consapevolmente, visto come questa sedicente compagine governativa ha protestato ferocemente contro vivendi per la tentata scalata a mediaset...! mentre "se ne freg..no" (mussolinianamente) se gli operai e i pensionati sono alla fame e non possono curarsi...! un saluto comunista... quelli veri! tonino basile - roma

  5. anna capodagli

    Mi complimento con Renzi per gli splendidi risultati ottenuti: distruggere le poche tutele dei lavoratori(v. art.18) peggiorare la scuola , distruggere un partito ,dividere un elettorato e un paese... il tutto per mirare a un potere assoluto che non avrà mai se non in seno ai suoi interessati sodali(tali solo finchè avrà il potere di scegliere candidati)

  6. D'agostino Antonio tindaro

    Io spero che si dimettano tutti e liberare il partito da tutti questi affaristi della politica

  7. Rita Belfiore

    il Pd deve rimanere unito (costi quel che costi) se no si perde. Smussate gli angoli, rinunciate alle invidie, gelosie, arroganze, partiti presi (soprattutto Renzi e Dalema), ma rimanete uniti. Gli italiani che hanno sempre votato centro sinistra non vi perdoneranno mai, quando cadremo nelle braccia del centro destra (esultante delle vostre diatribe) o peggio ancora dei 5 stelle! Fatevi un esame di coscienza e fatelo presto!

  8. FRANCO

    NON PENSAVO CHE L'ESPERIENZA FOSSE COSì POVERA DI IDEE MIRANDO, COME UNICA SOLUZIONE, LA DIVISIONE. E' PUR VERO CHE IL PD HA INVENTATO NEL SUO INTERNO "MINORANZA e MAGGIORANZA". SI PUO' DIRE AD UNA MINORANZA DI CONTINUARE A TACERE ? MEGLIO RENZI o CRAXI ? SI MANCA DI STILE, DI CAPACITA', DI INTELLIGENZA, FERMATE LA BESTIALITA' DELLE RECIPROCHE ARROGANZE, PER NOI, PER IL PARTITO, PER LA GENTE CHE HA BISOGNO DI VOI PER LA SOLUZIONE DEI VERI PROBLEMI.FRANCO DA VINOVO

  9. turiello

    vedo che ancora il popolo e quelli che scrivono cazzatte non hanno ancora capito che sono tutti d'accordo politici giornali e telegiornali e tutti i boccaloni credono ma e possibile non riuscire a capire che e tutta una banda di associazione adelinquere ciao parla un rassegnato con questa gente non la spunta neanche il diavolo

  10. daniela

    Io vorrei che il PD rimanesse unito e non vorrei che fosse solo un mio sogno. Sono stata sempre di sinistra, ho fatto e continuo a fare volontariato alle Feste dell'Unità ....Vi chiedo: NON PENSATE ALLE VOSTRE POLTRONE MA PENSATE A NOI COMUNI CITTADINI. Che senso ha fare un altro partito..... daniela bubbolini

  11. roberto

    Grazie a questi rivoluzionari da salotto (mi riferisco agli scissionisti) il paese sta andando ancora di piu' alla deriva. Si tratta di gente che ,essendo ormai tendente al nulla assoluto, non vuole far altro che a mettersi in mostra e mettere i bastoni in mezzo alle ruote di coloro che almeno tentano di fare qualcosa. Si tratta , per essere gentili, di un gruppo di parlatori filosofeggianti nullafacenti (in linea con quanto fatto concretamente nella loro vita , cioe' ZERO) completamente staccati dalla realta' e che non ha a cuore le sorti del paese. Ma perche' non ne stanno al bar a disquisire dei loro inattuabili emassimi sistemi ?

  12. nicola

    non vedo perchè dove uscire dal PD la minoranza ( che poi è la fondatrice dello stesso) e che ha i veri valori della sinistra proletaria, se Renzi e tutti coloro con non si rispecchiano in quei valori LORO si che devono ANDARSENE in qualche partito di destra che di sicuro è molto più vicino alle loro idee. Bisogna essere proprio ciechi per non vedere i disastri che Renzi ha fatto in tre anni ha distrutto il paese in tutti i sensi. Mi auguro solo che non venga più votato dal ceto, che mi appartiene, quello medio e medio basso e che questo torni a votare per quelli che hanno i nostri valori. VIVA LA SINISTRA QUELLA CHE NON SI VERGOGNA DI CANTARE BANDIERA ROSSA E CHE STRINGE IL PUGNO:nicola

  13. Cesare

    Il problema vero di Renzi è che ha trattato i suoi amici e compagni di partito come fossero il nemico, in barba alla democrazia interna, al ragionamento pacato e alla condivisione. Nella democrazia il rispetto della forma è rispetto della sostanza. E questo è di sicuro quel che dispiace a Bersani, poichè lo reputa un arrivista senza scrupoli, disposto a sacrificare le idee al pragmatismo di governo. In realtà Renzi si è comportato come fece Craxi, ai tempi: decisionista, rottamatore, presuntuosello, poco incline al confronto (manca la prova che sia stato anche "ladro", il chè si potrebbe dire, al momento non è poco). Un leader alla ricerca di dividere sempre gli interlocutori in minoranze da tiranneggiare, incapace di aggregare consenso per soluzioni condivise. Il contrario di quel che è stato Prodi, di quel che erano i Berlinguer, e almeno dieci segretari indietro nel PCI-PDS-DS, di ciò che avrebbe potuto essere Bersani con un M5S in grado di gestire la novità di un governo Pd con loro appoggio esterno sui temi etici, di buon governo, di politica per le nuove generazioni, per l'ambiente, per il sostegno al lavoro.Un peccato che tra tanti arrivisti i sinceri democratici siano in minoranza e sul punto di autoeliminarsi.Spero vivamente che ci ripensino, anche perchè il momento di contarsi è il congresso e Renzi non è più il nuovo, oggi il rottamato potrebbe essere lui. Di sicuro la sua arroganza.

  14. aldo

    regali alle banche,agli industriali,alla sanità e scuola privata,contratti di.........pensionamenti ,trivelle,articolo 18,l'attanta euro per voto,(che tanti hanno dovuto rendere,ai perso le amministrative,il referendum,tanti compagni che non votano a sinistra ora dividi il partito e lo consegni alla destra,ma cosa aspetti ad andartene?

  15. pasquale

    no per me che sono venuto dal fgc è uno smacco.nn si rompere tutto caro bersani e caro dalema.tu bersani se nn ricordo male dovevi smacchiare il giaguaro...e poi lesinavi un accordo co i 5 stelle.sei tu ke dovresti fare un passo indietro insieme a baffetto di ferro che è falso come giuda.a me viene da piangere se ci sarà la scissione,significa consegnare l'italia nelle mani di un comico o nella migliore delle ipotesi a banda Berlusconi. bersani e d'alema vergognatevi,i padri del pci ,che nn ha più motivo di esistere, si stanno rivoltando nella tomba. Ilpc è finito fatevene una ragione,non possiamo più viver con l'assistenzialismo date ragione a Berlusconi che la sinistra aumenta le tasse,visto che non siete capaci e siete stati anche al governp a ridurre il numero dei parlamenatri,toglier qualsiasi privilegio.io se ci sara la scissione brucero la mia tessera e nn andrò piu a votare. possibile che ogni volta che la sinistra è andata al governo sìè fatta male da sola?siamo al governo anche se le cose possono non piacerci per egoismo,bisogna turarsi il naso ed accettarle.ma il pd si riempe la bocca della parloa democrazia.meditate gente meditate!

  16. filippo massari

    chi vuole vada chi non vuole resti. meglio in dissenso nel partito che fuori ad agonizzare per una "!nuova politica" a sinistra che solo il PD può seriamente portare avanti. Non piace Renzi,si cambi con il congresso. La stradqa maestra va percorsa. Incontrerai amci e la percorrerai con loro,nemici e li combatterai.Più dialogo con gli iscritti di base!!!!!! Filippo M.

  17. Mariano

    FATEMI il nome di un politico che non abbia fatto interessi personali o a nome di familiari o amici nell'ultimo trentennio. Continuando di questo passo diventerò .....apolitico Mariano

  18. Salvatore

    mi piange il cuore vedere il mio partito sfasciarsi.invito tutti i miei compagni a rimanere fedele non come i miei compaesani compagni voltare la faccia i quali hanno beneficiato molto professionalmente. Salvatore da grumo nevano

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