Primarie democratiche USA 2016: Sanders non molla ma la candidata sarà Hillary Clinton20 min read

5 Maggio 2016 Mondo Politica -

Primarie democratiche USA 2016: Sanders non molla ma la candidata sarà Hillary Clinton20 min read

Reading Time: 16 minutes
@Hillary Clinton
@Hillary Clinton

Clinton pronta alla sfida con Trump

Nonostante l’Indiana. Come previsto l’Indiana premia Bernie Sanders, ma i giochi sono ormai fatti e la distanza tra i due sembra incolmabile. Hillary si prepara a quella che sarà una durissima campagna elettorale contro Donald Trump, famoso per giocare davvero sporco (chiedere a Ted Cruz).

Il dono di Sanders. Un editoriale del New York Times elogia Sanders, perché in politica “si può vincere anche perdendo” (no, non si riferiscono a Bersani). Bernie Sanders ha portato ai democratici una capacità inedita di rappresentare istanze popolari: anche se non otterrà la nomination, Bernie sta cambiando il partito democratico. Focalizzandosi su temi come il lavoro, il diritto alla salute e il mostro finanziario, Sanders ha parlato direttamente a quella classe operaia ormai dimenticata dal Partito Democratico. Basterebbe pensare ai 200 milioni di dollari di donazioni arrivati alla campagna di Bernie da piccole offerte per comprendere come il vecchio Sanders abbia portato un modo nuovo di vedere la politica, sganciata da lobby che incatenano sia i democratici che i repubblicani. La Clinton avrà il compito non facile di non disperdere il credito e l’aria nuova portate al partito da Bernie Sanders. Il vecchio Bernie, conclude il NyT, ha sicuramente innalzato il livello di queste primarie democratiche.

Clinton vs Trump. Hillary intanto parte da una certezza: molti repubblicani odiano Donald Trump e alcuni sono pronti a votare per lei (cliccare per credere #RepublicansForHillary o #NeverTrump).

La grande favorita. Starà alla Clinton gestire il grande vantaggio che tutti i sondaggi le danno, senza cadere nei tranelli che via via Trump le preparerà. E saranno molti, a giudicare dall’abilità del magnate che in pochi mesi ha spazzato via l’establishment repubblicano. La campagna è già iniziata, la Clinton sta picchiando duro proprio sulle divisioni repubblicane e sul profilo da destra estrema che Trump si è costruito in campagna per le primarie e che ora dovrà cambiare.

Calendario Primarie Democratiche 2016: i prossimi appuntamenti

7 maggio Guam
10 maggio west Virginia
17 maggio Oregon; Kentucky
4 giugno Virgin Island
5 giugno Porto Rico
7 giugno Montana; California; New Jersey; New Mexico; North Dakota; South Dakota
14 giugno Distretto di Colombia

Per aggiornamenti sulle primarie repubblicane clicca qui

20 aprile

Primarie democratiche USA 2016: i giochi sono fatti

Game, set and match. La Clinton vince la sfida più importante a New York e si appresta a diventare il candidato democratico alla Casa Bianca. Troppo grande la distanza tra la Clinton e Sanders dopo i risultati nella Grande Mela: 1911 delegati per Hillary Clinton, 1219 per Bernie Sanders.

Non sono bastati i voti dei giovani a Sanders per completare una rincorsa impossibile: i dati dicono 57,9% Clinton, 42,1% Sanders. Questa la divisione di voto per fascia di età:

18-29 anni (17% dei votanti) Bernie Sanders 67% – Hillary Clinton 33%
30-44 anni (24% dei votanti) Hillary Clinton 51% – Bernie Sanders 49%
45-64 anni (39% dei votanti) Hillary Clinton 61% – Bernie Sanders 39%
oltre 65 anni (20% dei votanti) Hillary Clinton 72% – Bernie Sanders 28%

Obiettivo 2383. Nonostante Sanders abbia recuperato diversi punti, il gap non è stato colmato e il prossimo 26 aprile si voterà in cinque stati dove la Clinton sembra più forte. Il numero magico per la nomination è 2383 (delegati). Hillary Clinton farebbe meglio però a non sottovalutare il consenso di Sanders e i temi da lui portati in campagna elettorale, dalla lotta contro la grande finanza ai diritti dei lavoratori.

primarie democratiche stati uniti 2016
@politicsnews

13 aprile

Primarie democratiche USA 2016: ancora Bernie

Con la vittoria in Wyoming (55,7%) sono 7 gli stati consecutivi che premiano Bernie Sanders alle primarie Usa dei democratici. Nonostante la vittoria non porti molti delegati in più rispetto a Hillary, un’altra iniezione di fiducia per Sanders in vista dello scontro decisivo di New York del 19 aprile. Hillary ha snobbato le primarie nello stato con capitale Cheyenne, per concentrarsi sugli appuntamenti più importanti sotto il profilo numerico e politico: New York e Pennsylvania.

6 aprile

Primarie democratiche USA 2016: Bernie Sanders vince in Wisconsin

Bernie Sanders vince in Michigan
@Nw York Magazine

Operai ed elettori indipendenti votano Bernie. Continua il momento perfetto per Bernie Sanders, nella rincorsa impossibile alla favoritissima Hillary Clinton. Sanders però inizia a crederci: dopo il 3-0 in Alaska, Washington e Hawaii arriva la vittoria in Wisconsin. Con il 56% dei voti il socialista si porta a casa uno stato importante, grazie al voto degli indipendenti e dagli operai.

Le parole in Wyoming. Sanders ha parlato in Wyoming, prossimo terreno di scontro nelle primarie del 9 aprile, ed è andato decisamente all’attacco, definendo la Clinton come la continuità, opposta al cambiamento. Portato dal basso:

Il cambiamento nella storia del nostro paese l’hanno fatto i movimenti operai, i movimenti per i diritti civili, i movimenti per le donne e per i diritti degli omosessuali. Essi hanno capito che il vero cambiamento non arriva mai, mai, dall’alto verso il basso: parte sempre dal basso verso l’alto.

https://www.youtube.com/watch?v=8SoDZfvDcnU

Amico dei movimenti, nemico di Wall Street. Sanders ha anche parlato dei movimenti per la crescita del salario minimo a 15 dollari l’ora, un miraggio divenuto realtà in due tra i più importanti stati nordamericani, a riprova che tutto è possibile quando le persone si organizzano e pensano in grande. Il quadro si fa via via più chiaro per gli elettori di Sanders: contro Wall Street e con i movimenti per i diritti civili e sociali, per una corsa che fino a qualche mese fa tutti i principali media e opinionisti non avrebbero neppure considerato possibile.

New York. Per capire se quella di Bernie è una tempesta perfetta bisognerà aspettare il voto del 19 aprile a New York, vero snodo decisivo. Ad oggi i sondaggi danno Hillary Clinton avanti di 10 punti, ma con Bernie vietato dire impossibile.

29 marzo

Primarie democratiche USA 2016: Bernie Sanders è ancora vivo

3-0 secco e rimonta impossibile. Per tutti ma non per lui. Sanders si porta a casa il caucus in tre stati (Alaska, Washington e Hawaii) e continua la sua corsa, che resta utopica vista la distanza tra il numero dei delegati della Clinton e i suoi: 1.712 delegati la Clinton, 1.004 Sanders. Il vecchio socialista che piace ai giovani ora punta su New York e Wisconsin per dare una scossa al confronto e mettere un po’ di ansia a Hillary.

18-14. Hillary Clinton fino ad ora ha avuto la meglio in 18 stati, Bernie Sanders in 14. La differenza numerica dei delegati sta nel fatto che la Clinton ha vinto in molti stati che davano il maggior numero di delegati, quegli stati dove la Clinton ha concentrato la sua campagna elettorale.

Convention aperta. Sanders non ha nascosto la soddisfazione per la vittoria nei tre stati e punta ad arrivare alla Convention democratica con i giochi ancora aperti. Tanto dipenderà da Wisconsin, Wyoming e New York.

Abbiamo un sentiero di vittoria, nessuno può negare che la nostra campagna stia vivendo un momento favorevole. Vediamo una enorme affluenza e la vittoria è anche portare la gente nel processo politico. Elezione dopo elezione stiamo vincendo con una straordinaria percentuale di giovani, e per me sono giovani anche i 45enni. Vinciamo con il futuro dell’America. Con i giovani di questo Paese che lo amano al punto da volerlo rendere migliore e per questo sono disposti a battersi.

Meme mania. Sui social intanto impazza un video della campagna di Sanders con i risultati migliori di Bernie e la tendenza delle primarie democratiche, che lo vedono in rimonta.

Birdie Sanders, Momentum, and Dancing

Here comes Birdie!!(Unmute for the full experience. You won't regret it)#BirdieSanders #WeGotThis

Gepostet von The People For Bernie Sanders am Samstag, 26. März 2016

9 marzo

Primarie democratiche USA 2016: la Clinton verso la nomination

È una buonissima tornata elettorale per Bernie Sanders quella del 22 marzo, che lo vede vincere con l’80% in Utah e il 78% in Idaho. Nonostante questo però, la Clinton vince in Arizona e continua “ad accumulare” quei delegati che la porteranno alla nomination democratica per la corsa alla presidenza.

Resta di grande apprezzamento la figura del socialista Bernie tra i democratici liberal e i più giovani, che non mostrano alcun entusiasmo per la dinastia infinita dei Clinton. Hillary perde in due stati ma festeggia, portandosi a casa lo stato con il maggior numero di delegati (75), l’Arizona.

Ormai la Clinton sembra essere già proiettata sul duello con Donald Trump, nettamente favorito tra i repubblicani per la candidatura: ieri, commentando i drammatici eventi di Bruxelles, la Clinton ha dichiarato

L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, cari amici, sono leader che fanno leva sulla paura. Di fronte al terrore, non abbiamo bisogno del panico. Non dobbiamo costruire muri o voltare le spalle ai nostri alleati. Non possiamo buttare via tutto quello a cui abbiamo lavorato e iniziare a torturare. È il tempo che l’America comandi, non scappi, e noi faremo da guida, sconfiggeremo il terrorismo e difenderemo i nostri amici e alleati.

Prossimo appuntamento il 26 marzo con le primarie in Alaska, alle Hawaii e nello stato di Washington.

16 marzo

Le primarie in Florida, North Carolina, Ohio, Illinois e Missouri dicono che sarà Hillary Clinton la candidata democratica nella corsa alla Casa Bianca. La Clinton, già favorita alla vigilia, fa incetta di delegati e stacca nettamente Bernie Sanders, le cui speranze di rimonta sono ora davvero minime.

Il conteggio totale, compresi i super-delegati che voteranno indipendentemente dai risultati ottenuti durante le primarie, vede la Clinton con 1.560 delegati contro Sanders a 799. Ricordiamo che per la nomination in casa democratica ne servono 2.383 e sono stati eletti 2.359 delegati su 4.764, il 49,5%. Dopo l’inattesa sconfitta in Michigan, la Clinton si è ampiamente rifatta. Ormai la strada è spianata, a tal punto che le parole di Hillary sono state per il probabile rivale, Donald Trump

Quando sentiamo che un candidato alla presidenza parla di espellere 12 milioni di migranti, bannare tutti i musulmani dagli Stati Uniti, quando lo sentiamo sostenere la tortura – che non lo rende di certo più forte ma solo più sbagliato- capiamo di dover combattere questa violenza e questo bigottismo.

Le vittorie in Florida e North Carolina vedono protagoniste ancora una volta due minoranze pesanti: i latinos in Florida (circa 7/10) e i neri in NC (circa 8/10) hanno votato per Hillary; per Bernie la consolazione di primeggiare ovunque nella fascia under 30. Ma non basterà. Più aumenta il vantaggio, più sembra che gli elettori decidano di puntare sull’esperienza e il profilo della Clinton rispetto a Sanders. Resta l’impressione che la Clinton sia un candidato che non scalda particolarmente i cuori americani, e i sondaggi confermano che alle elezioni potrebbe trovare molte difficoltà tranne che davanti ad un avversario: Donald Trump.

primarie democratiche 2016
@japantimes

Non più di una settimana fa Bernie Sanders veniva stimato 25 punti indietro rispetto alla Clinton in Michigan: al momento del voto invece il vecchio Bernie vince (50 a 48) e continua la sua missione impossibile. Hillary Clinton si impone invece in Mississippi con l’82,6% dei voti. Facendo le somme dei delegati dunque anche questo turno sorride alla Clinton che ne porta a casa 87 totali contro i 69 di Sanders. Bernie però dà un segnale forte: e non molla.

Dal comitato della Clinton filtra un certo disappunto per un turno elettorale che veniva dato per certo ed invece ha mostrato come i consensi di Sanders e l’entusiasmo dei giovani sostenitori stiano crescendo anche nelle comunità inizialmente schierate con Hillary. Un dato (fonte Nymag.com) ci fa capire quanto la battaglia dentro i democratici stia diventando generazionale: in Michigan il 21% degli elettori è sotto i 30 anni, di questi l’81% ha votato per Sanders. Il 65% della comunità afro-americana ha votato per la Clinton, può sembrare tanto ma è la peggior performance registrata. Gli afroamericani in Michigan rappresentano il 23% dell’elettorato, questo spiega anche la differenza tra il risultato del Super Tuesday (1 marzo, i risultati li vedete scorrendo l’articolo) e il Michigan.

Il Michigan è anche il luogo dove si sono sfidati nell’ultimo dibattito i due candidati, a Detroit: lì le differenze sono venute fuori, soprattutto rispetto alle posizioni su economia, lavoro e ambiente che vedono Sanders e Clinton molto lontani. Sanders ha attaccato a la Clinton per le sue posizioni a favore dei grandi gruppi industriali

Se le persone del Michigan vogliono stare con il candidato che lotta con i lavoratori contro le grandi corporation e questi disastrosi accordi commerciali, questo candidato si chiama Bernie Sanders

L’appuntamento del 15 marzo dirà se la partita è davvero fuori portata per Bernie Sanders o se la rimonta è possibile.

Vittoria per Bernie Sanders in Nebraska e Kansas
@forbes

8 marzo

Anche il Maine dice Bernie Sanders

Il senatore del Vermont, dopo Nebraska e Kansas, vince anche in Maine con oltre il 60% dei voti. Un’altra bella vittoria che dimostra, se non altro, come il fronte democratico sia tutt’altro che appiattito sulla Clinton. Bernie Sanders non sta correndo giusto per fare presenza, lo dimostrano le ultime vittorie e il grande impegno profuso dai suoi sostenitori nella campagna, vip compresi.

A questo punto i voti di domani in Michigan e Mississippi peseranno come macigni sulla prosecuzione della campagna di Bernie.

6 marzo

Primarie democratiche USA 2016: il Super Saturday a Bernie Sanders ma non basterà

Bernie Sanders continua la sua campagna, nonostante le distanze con la Clinton sembrino incolmabili, e si porta a casa una bella vittoria in Nebraska (con il 57%) e in Kansas (con il 68%). Per la Clinton un altro passo verso la candidatura con la vittoria in Louisiana (71%), lo stato che dava più delegati nel cosiddetto Super Saturday.

Sanders non sembra comunque intenzionato a mollare.

Non vogliamo disturbare troppo la narrazione dei media ma non molliamo

ha dichiarato ironicamente, rivolto ai suoi sostenitori. Bernie ha detto di puntare a far bene in Maine, Michigan, California, New York, Oregon e Washington. Ai giornalisti che chiedevano del supporto delle minoranze per la Clinton, il vecchio socialista ha risposto

Stiamo perdendo male tra gli anziani bianchi, gli anziani neri e gli anziani latinos. Stiamo facendo molto molto meglio, in alcuni casi vincendo, tra i giovani Latinos, i giovani neri e certamente tra i giovani bianchi. Penso comunque che stiamo guadagnando consensi anche nella comunità nera e latina. Abbiamo ancora una lunga strada davanti a noi

La situazione vede ora la Clinton con 1121 delegati, lontano Sanders con 481 delegati.

2 marzo

Super Tuesday democratici: Hillary Clinton fa un altro passo avanti verso la candidatura alla Casa Bianca

Come previsto la Clinton, grande favorita, esce dal Super Tuesday con qualche certezza in più di diventare la candidata democratica a correre per la Casa Bianca. Nonostante una prestazione tutt’altro che da dimenticare per il socialista Bernie Sanders, che vince in Oklahoma, Minnesota e Colorado, oltre ad un vero e proprio plebiscito che gli tributa il Vermont (del quale è senatore), con oltre l’80% dei voti. La delusione per #Feelthebernie arriva dal Massachusetts, uno stato che dà molti delegati, la roccaforte dei Kennedy, dove gli exit polls lo davano in testa e dove invece ha perso sul filo di lana.

Come il probabile sfidante Trump, anche la Clinton ormai parla da candidata e punta l’avversario repubblicano, con una comunicazione che sta esattamente al polo opposto del cattivo Trump.

So che può essere insolito ma lo ripeterò: l’America ha bisogno di più amore e gentilezza, non di costruire muri

ha dichiarato la Clinton. La situazione ora è 1.005 delegati per la Clinton e 373 delegati per Bernie Sanders. Sono stati eletti il 35,3% dei delegati, per conquistare la nomination democratica servono 2.382 delegati sui 4.763 complessivi. Prossimo appuntamento venerdì, con il voto di altri 4 stati.

28 febbraio

primarie democratiche stati uniti 2016: in nevada vince Hillary Clinton
@NBCAsianAmerica

Primarie democratiche USA in South Carolina: stravince Hillary Clinton

Vittoria netta della Clinton su Sanders in South Carolina: a leggere i quotidiani americani pare che il fattore chiave sia stato il voto in massa della comunità afro-americana per Hillary. Dunque la Clinton si avvia verso il supertuesday di domani, dove si voterà in 11 stati, con il vento in poppa e da grande favorita. Difatti Hillary già ha puntato Trump, sfidandolo

Altro che costruire muri, dobbiamo abbattere le barriere, abbatterle tutte. Non dobbiamo far tornare l’America grande, l’America già lo è. Quello che dobbiamo fare è unirla

ovviamente riferita ad uno degli slogan principali dello sfidante repubblicano, che il primo giorno da presidente vorrebbe mettersi a costruire un muro tra Messico e Stati Uniti.

Sanders però non si arrende: dopo la suonante sconfitta ha dichiarato

La campagna è agli inizi. La nostra rivoluzione politica sta crescendo stato per stato

Lo scopriremo in 48 ore.

Primarie democratiche USA in Nevada: scatto decisivo di Hillary Clinton

La vittoria, seppur di misura (52,2/47.8), in Nevada ha per Hillary Clinton un gusto particolare: potrebbe essere infatti uno scatto decisivo nella corsa delle primarie democratiche. Prossimo appuntamento il 27 febbraio in South Carolina, dove la Clinton è nettamente favorita sullo sfidante Bernie Sanders.

Per Sanders quella in Nevada non è neanche una sconfitta così netta, la forbice si è accorciata di parecchio rispetto ai sondaggi. Ma potrebbe non bastare. Il vecchio socialista che fa sognare i giovani americani ha caricato i suoi sostenitori, al Padiglione Henderson, fuori Las Vegas:

Abbiamo fatto tantissima strada in nove mesi, è chiaro a me e agli osservatori che il vento è dalla nostra parte

La Clinton si porta a casa 22 delegati contro i 15 di Sanders.

10 febbraio

Primarie democratiche USA in New Hampshire: netta vittoria di Sanders con il 60,0%

Sanders vince di oltre 20 punti in New Hampshire, la Clinton (arrivata al 38,4%) inizia a preoccuparsi. Questo in sintesi i risultati della seconda notte di primarie: per quanto previsto dai sondaggi, la distanza tra i due è notevole. Sanders inizia a crederci? Alcuni media maliziosi intanto fanno notare che sul sito di Sanders si è passati dalla definizione di socialista a quello di socialdemocratico…

primarie democratiche new hampshire
@twitter

Vediamo i prossimi appuntamenti, delle primarie. Il prossimo, in Nevada, può essere cruciale per capire dove soffia il vento.

2 febbraio

Primarie democratiche USA in Iowa: vince Clinton al fotofinish, grande rimonta di Sanders

primarie democratiche usa Iowa
@msnbc

La Clinton ce la fa di uno 0,3% e si aggiudica le primarie in Iowa, dove i giovani sono andati a votare in massa per Bernie Sanders, che esce sconfitto ma con una grandissima dimostrazione di poter competere con Hillary. È stato un testa a testa che si è risolto solo nel finale, tanto da non permettere alle agenzie stampa di sbilanciarsi fino alla fine: too close to call. Un risultato storico per l’Iowa, mai due candidati così vicini

Al contrario dei repubblicani, che hanno più competitor in gara, nei democratici è corsa a due, con il socialista Sanders a sfidare la Clinton e osare l’impossibile. Rispetto alle previsioni, Sanders è andato di gran lunga più in alto. Il New Hampshire il 9 febbraio ci dirà se è stato un caso isolato o se il buon Bernie può davvero competere al posto di candidato democratico per la Casa Bianca.

Primarie democratiche usa 2016 iowa: la Clinton di misura su Bernie Sanders
@politico

Qui una spiegazione in breve del New York Times sui dati più importanti di questa tornata di primarie

 

7 novembre

Primarie democratiche usa 2016: Hillary Clinton grande favorita, insegue Bernie Sanders
@flickr.com

A differenza degli avversari repubblicani, i democratici hanno una rosa molto più povera di candidati che è andata ancora di più a restringersi dopo il ritiro di Jim Webb e Lincoln Chafee. Ora che anche il vice-presidente Joe Biden ha confermato la sua volontà di non correre per le primarie del partito, l’unico reale avversario di Hillary Clinton rimane Bernie Sanders. Ripercorriamo adesso la campagna dei democratici, partendo dal primo comizio per poi arrivare ai possibili scenari in vista delle prime votazioni del Febbraio prossimo nell’Iowa.

Primarie democratiche USA 2016: la rosa dei candidati

Al primo dibattito della campagna elettorale, tenutosi a Las Vegas lo scorso 14 Ottobre, si sono presentati cinque candidati ufficiali: Hillary Clinton, first lady con la presidenza di Bill Clinton e Segretario di Stato dal 2009 al 2013 voluta da Obama, Bernie Sanders, attuale senatore dello Stato del Vermont e unico candidato indipendente a definirsi esplicitamente “socialista”, Martin O’Malley, Governatore del Maryland ed ex-sindaco di Baltimora, Jim Web, ex-repubblicano sotto Reagan e senatore per lo stato della Virginia dal 2007 al 2013, e Lincoln Chafee, attuale Governatore del Rhode Island. In quella fase della campagna venivano considerati altri due potenziali candidati, pur non presenti al dibattito per motivi differenti: Lawrence Lessig, professore di Harvard candidato ufficialmente ma non invitato in quanto praticamente ininfluente dai sondaggi, e Joe Biden, attuale vice-presidente degli Stati Uniti. Biden non ha mai presentato in prima persona la propria candidatura, ma una serie di circostanze hanno spinto media e politici ad identificarlo come perfetta controparte della Clinton. Obama in primis ha più volte auspicato una sua candidatura, manifestando pubblicamente il proprio favore in caso di vittoria del vice-presidente. Ma il dilemma di Biden affonda le sue radici nel dramma familiare che lo ha da breve colpito: secondo quanto riporta l’Huffington Post, è stato il figlio Beau a chiedere al padre di presentarsi come candidato poco prima di morire nel Maggio scorso. Nel 2010, a Beau Biden era stato diagnosticato un cancro al cervello che lo aveva costretto a ritirarsi dalla sua brillante carriera politica, intrapresa sulle orme del padre. Durante gli scorsi mesi, il padre Joe è stato molto combattuto fra lo stare vicino alla propria famiglia dopo il dramma o presentarsi a 72 anni come candidato per le presidenziali del 2016 come avrebbe voluto il figlio. Lo scorso 21 Ottobre, Joe Biden ha dichiarato ufficialmente in diretta tv la sua volontà di non candidarsi alle primarie accompagnato sia dalla moglie Jill che dal Presidente Obama.

primarie democratiche usa 2016
@commons.wikimedia.org

Il dibattito di Las Vegas e le conseguenze

A spiccare più di tutti a Las Vegas è stata, come da previsioni, Hillary Clinton: la favorita è riuscita a rispondere colpo su colpo alle domande insidiose del cronista e agli attacchi dei propri avversari. Il confronto è stato sempre civile e non ha mai sfociato in eccessi polemici. Lo stesso Sanders, il principale avversario di Hillary, ha difeso la ex-first lady quando è stato tirato in ballo lo scandalo delle mail governative inviate tramite account “privati” che i repubblicani abitualmente utilizzano per delegittimarla. Le differenze fra i due candidati più importanti sono state messe in evidenza sia riguardo la Siria (Hillary è favorevole ad un intervento mentre Sanders vuole rimanere più cauto, come Obama) che riguardo la propria posizione verso la finanza e Wall Street (Hillary è molto vicina alle famiglie miliardarie della borsa americana mentre Sanders auspica una rivoluzione totale “perché gli americani si riprendano una democrazia sequestrata dai miliardari”). Su molti aspetti, Hillary rappresenta una mancanza di continuità con le iniziative di Obama, mentre Sanders rappresenterebbe una svolta più radicale. Orientamento non ben visto solitamente dall’elettorato americano.

La visibilità risicata ottenuta durante il dibattito e la difficoltà di raccolta fondi per la campagna ha spinto sia Jim Webb che Lincoln Chafee a ritirarsi dalla corsa per le presidenziali. Il primo ha pagato il fatto di rappresentare una delle parti più conservatrici del partito (dopotutto è un ex-repubblicano), ma non ha escluso una nuova candidatura con un terzo partito. Il secondo è stato invece segnato a vita a causa di una sua pessima uscita avvenuta durante un’intervista: interpellato su una votazione controversa in Senato, ha ammesso di aver votato senza sapere cosa stesse facendo. Secondo molti cronisti una delle peggiori risposte mai date da un politico.

Hillary Clinton grande favorita: sondaggi e scenari

Con la conferma della rinuncia di Biden, Hillary Clinton è lanciatissima verso la vittoria delle primarie. Secondo i sondaggi in South Carolina Hillary è davanti a tutti con il 71% delle preferenze mentre il primo inseguitore Bernie Sanders è al solo 15% e O’Malley tocca appena il 2%. Gli incerti sono solo il 9%. Secondo la stessa rilevazione, la Clinton è molto popolare sia fra gli afro-americani che fra i bianchi, dove colleziona reciprocamente l’80% e il 62% delle preferenze. Sanders si ferma reciprocamente all’8% e al 24%. Fra le donne, come prevedibile, l’ex-first lady la fa da padrona con il 74% di preferenze contro il 13% del senatore del Vermont. Dal sondaggio entrambi i candidati vengono percepiti come onesti e competenti, ma Hillary spicca per le proprie capacità e per il fatto di capire i bisogni quotidiani delle persone. Dato questo profilo, non stupiscono le rilevazioni provenienti dall’Iowa, il primo Stato in cui si svolgeranno le primarie: la Clinton è in testa con il 65%, Sanders segue col 24% con O’Malley fermo al 5% e il professore di Harvard Lessing sull’1%. La campagna deve ancora entrare nel vivo, ma sembra difficile che Sanders e gli altri candidati siano in grado di ribaltare la situazione. I prossimi dibattiti saranno il 14 Novembre e il 19 Dicembre per il 2015, mentre nel 2016 ve ne sarà uno il 17 Gennaio, uno l’11 Febbraio e l’ultimo il 9 Marzo. Con una rosa di candidati ormai ridotta all’osso, forse gli outsiders saranno in grado di mettersi più in mostra ma la posizione di estremo vantaggio di Hillary potrebbe vanificare l’efficacia di una ritrovata visibilità.

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Pro veritate adversa diligere.
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