Pescara–Vicenza nessuna differenza: si tifa fino alla fine2 min read

29 Maggio 2015 Uncategorized -

Pescara–Vicenza nessuna differenza: si tifa fino alla fine2 min read

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pescara-vicenza nessuna differenza
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Questa semifinale che vede di fronte il gemellaggio più antico d’Italia, ottenuto grazie alla rimonta contro il Frosinone (per noi) e contro il Perugia (per loro), da fuori potrebbe essere vista come una tragedia, ma non lo è. La sfida con i fratelli pescaresi può essere invece un’occasione: quella di dimostrare, in un calcio dove il marcio si rigenera ogni settimana, dal calcioscommesse alla Fifa, che non sarà mai una partita – seppur importante – a rompere qualcosa che è stato creato in anni di amicizie, passione e odio contro la Lazio e il Verona. Perchè il risultato è fondamentale, è inutile negarlo, ma ci sono cose che lo sono di più. Come, in questo caso, la possibilità di andare nell’altra città e poter dire “sono vicentino” o “sono pescarese”, e capire in un attimo cosa significa. Provateci, se non comprendete di cosa stiamo parlando.

Almeno noi la vediamo così. È vero, tra tutte le squadre era meglio augurarsi di incontrare qualcun altro, ma il destino del calcio ha voluto così e non si può far nulla: alla fine si vincerà e si perderà tutte e due. Ciò che conta è che abbiamo l’opportunità, noi e i pescaresi, di mostrare quella che è la vera essenza dello sport, in un momento in cui in giro se ne vede poca, almeno tra i professionisti, se ci è concessa un po’ di retorica. Quella del “vinca il migliore”, del tifo genuino, di stadi dove non esistono sul serio barriere, di una passione che ci accomuna ma che non entrerà mai in conflitto. Una passione AutenticA, da serie A, completamente staccata da quello che è il calcio moderno, fatto di pay-tv e interessi milionari, ai quali preferiamo – e di gran lunga – arrosticini e vino rosso.

Sia chiaro, ci emozioneremo e sosterremo i nostri fino alla fine, come è normale che sia, e cercheremo di andarci a prendere quel sogno a cui mancano quattro partite, così come lo faranno gli avversari. Ma sarà una sfida pulita, trasparente. Dove conterranno solo gioco, azioni e gol, e dove a fine partita si stringerà la mano all’avversario, pronti a offrirgli da bere. Mettiamola così, prima di addentrarci in quei 180 minuti in cui si deciderà una stagione: comunque vada, da qui al 9 giugno una squadra da tifare ce l’abbiamo. Perchè, sia chiaro, in serie A bisogna andarci, o noi o loro. D’altronde… Pescara–Vicenza nessuna differenza.

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Collettivo della curva sud del Romeo Menti, teatro delle imprese del Lanerossi Vicenza. Qui saremo la sirena d’allarme per un calcio moderno alla deriva: in trasferta ci portiamo il cabernet, non la tessera. Allo stadio andiamo con la sciarpa biancorossa, non i bastoni. Potrà cambiare il clima ed il cielo, mai la nostra bandiera, biancorossa per sempre.
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