Perché dovremmo sperare tutti in Virginia Raggi3 min read

22 Dicembre 2016 Politica Politica interna -

Perché dovremmo sperare tutti in Virginia Raggi3 min read

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Perché dovremmo sperare tutti in Virginia Raggi
@risorgimento italiano

Il caso dell’arresto di Raffaele Marra, vicesindaco e cosiddetto braccio destro della sindaca romana M5S Virginia Raggi, tiene banco ormai costantemente su giornali e TV nazionali. Una vicenda capace di intensificare all’ennesima potenza l’interesse spasmodico dei media nei confronti dell’amministrazione della capitale, i quali non nascondono una particolare, “coccodrillesca” bramosia per tutto ciò che possa sottolineare errori, mancanze, dimenticanze, incoerenze da gettare nel calderone sotto il titolo di “caos Raggi”.

Da cittadino italiano mi sembra che il modo in cui da più parti si attendono gli errori delle amministrazioni pentastellate e la soddisfazione incontenibile con cui ad essi si reagisce non abbiano ragione d’esistere. Non trovo in questo atteggiamento molte differenze con coloro – Cinque Stelle compresi – che gioiscono dei dati negativi su occupazione ed economia per dare contro al governo e che l’ormai ex premier definiva “gufi”. Come se sghignazzassimo per l’inefficacia delle cure che uno scienziato lungimirante ma un po’ maldestro sperimenta contro il cancro.

Volenti o nolenti, dobbiamo ammettere che il M5S ha portato un vento di novità nella politica italiana, ha mostrato l’esistenza di un’altra via da seguire ed ha incarnato le speranze di molti elettori, vecchi e nuovi, delusi ed orfani di rappresentanti soddisfacenti. Gli errori e le continue peripezie che animano la vita politica di Roma, prima grande prova per il Movimento, sono sì frustranti per gli elettori che speravano in un percorso rinnovatore liscio ed esemplare e soprattutto per i cittadini di una città afflitta da moltissimi problemi, ma fanno parte del normale percorso di evoluzione che una forza nuova, peraltro cresciuta molto rapidamente, deve affrontare.

Credo che tutti, oppositori in primis, dovrebbero augurarsi che la Raggi e la sua squadra di governo della capitale riescano a trovare il bandolo della matassa e a fare bene. Perché se così non fosse, se si rivelasse vero che la macchina amministrativa italiana (politici, dirigenti e funzionari comunali e regionali) è ormai incancrenita a tal punto che neanche chi fa (o dichiara di fare) dell’onestà e della trasparenza le proprie bandiere è in grado di sanarla, la notizia sarebbe terribile per tutti.

Un successo, o comunque un percorso pulito dell’amministrazione pentastellata alzerebbe l’asticella della moralità anche per gli altri partiti, che dovrebbero riconoscere che è possibile ottenere risultati senza sotterfugi, senza compromessi, senza mezze verità, senza promesse elettorali poi dimenticate. I giornali stessi, oggi affamati di notizie da Roma come se la capitale fosse stata fondata solo pochi mesi fa, dovrebbero dedicare uguale spazio alla critica per gli errori e all’elogio, o anche al semplice resoconto, del lavoro svolto per fare passi avanti. Solo il tempo ed una visione a più ampio raggio consentiranno di trarre conclusioni generali e di decretare l’eventuale successo o fallimento del programma votato dai cittadini romani.

Vado oltre. Di fronte ad una sfiducia nella politica che si traduce in una percentuale sempre più alta di elettori che scelgono l’astensionismo, forse un futuro governo nazionale Cinque Stelle sarebbe l’ultima speranza. Il Movimento al governo potrebbe finalmente mostrare non tanto le capacità politico/istituzionali dei suoi esponenti – che già ora, non so se per merito degli uni o demerito degli altri, ritengo allineate a quelle dei loro colleghi di altri partiti – quanto la realizzabilità di una politica più libera, onesta, fedele alla parola data e vicina alla gente.

Un fallimento – un fallimento vero, nei numeri, non quello dei giornali che sin dal primo giorno, in caso di governo pentastellato, scriverebbero che l’Apocalisse è arrivata – ci costringerebbe invece a rassegnarci, forse per sempre, all’idea espressa anche da Enrico Mentana qualche giorno fa su Facebook: che

gli onesti non sono capaci, ed i capaci non sono onesti.

E dovremmo accontentarci di quel che abbiamo, decidere se andare a votare turandoci il naso di fronte agli scandali giudiziari quasi quotidiani o allontanarci per sempre dalle urne e dalla vita politica di un Paese ormai incorreggibile.

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Classe '85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura (ho pubblicato cinque romanzi) ed i videogiochi, non disprezzo fumetti, calcio, cinema e cucina. Eterno bambino, amo la vita e credo che sia troppo breve per non interessarsi a... tutto!
4 Commenti
  1. Lorenzo B

    Cito dal testo: " Perché se così non fosse, se si rivelasse vero che la macchina amministrativa italiana (politici, dirigenti e funzionari comunali e regionali) è ormai incancrenita a tal punto che neanche chi fa (o dichiara di fare) dell’onestà e della trasparenza le proprie bandiere è in grado di sanarla, la notizia sarebbe terribile per tutti. " Tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare, il m5s parla tanto di onestà e competenza ma fino ad ora ha dimostrato l'esatto opposto. Non penso proprio che il fallimento della Raggi sia dovuto alla "macchina amministrativa italiana incancrenita" ma all'incompetenza di quest'ultima. Articolo più di parte era difficile scriverlo comunque, complimenti.

    • dav1de

      Salve Lorenzo, grazie per il commento. A mio parere un articolo di opinione, quindi senza nessuna pretesa di neutralità, può essere strumento utile alla riflessione anche quando non lo condividiamo. In questo caso trovo il punto vero del pezzo sia: siamo arrivati davvero al punto di festeggiare quando un politico che non ci sta simpatico o non è dalla nostra parte rischia di fallire? Dopo cosa verrà? Mi pare che l'autore in un passaggio dica: "Da cittadino italiano mi sembra che il modo in cui da più parti si attendono gli errori delle amministrazioni pentastellate e la soddisfazione incontenibile con cui ad essi si reagisce non abbiano ragione d’esistere. Non trovo in questo atteggiamento molte differenze con coloro – Cinque Stelle compresi – che gioiscono dei dati negativi su occupazione ed economia per dare contro al governo e che l’ormai ex premier definiva “gufi”.

  2. Roberto Messana

    Faccio fatica ad essere di parte e di conseguenza non amo i partiti. Ognuno è portatore di qualche verità, piccola o grande, ma comunque utile, per cui credo che non andremo da nessuna parte finchè continueremo ad essere tutti contro tutti. La cultura italiana è ancora figlia del nostro medioevo che ci vedeva suddivisi in feudatari, vassalli, valvassori e valvassini, pieni di mura e castelli e ponti, ma levatoi. Devo avere sempre ragione io invece che tu, per principio o più probabilmente per paura. Siamo un popolo che si arrangia "come può", ed in questo siamo tutti uguali. Ci portiamo addosso, tutti, un grave problema educativo: l'incapacità di relazionarsi costruttivamente. Cadiamo continuamente nel giudizio puntando il dito verso l'altro ed in questo abbiamo leader politico-mediatici che ci condizionano fortemente: Grillo e Salvini in primis. Ecco perchè onesti incapaci e capaci disonesti sono la stessa cosa se mancano le competenze per relazionarci gli uni con gli altri. I talk show vivono di questa incapacità; provate a guardarli togliendo l'audio e concentratevi sul linguaggio del corpo, scoprirete quanto questo bisogno di prevalere e giudicare condizioni qualsiasi utile comunicazione. I conduttori stessi la alimentano con il risultato che non si capisce niente e risulta un moderno spettacolino da "torte in faccia" che sembra piaccia ancora tanto al popolo feudale. Perchè non cominciamo a "decondizionarci"?

  3. Cecilia

    Sarebbe più facile se invece di lottare screditandosi uno con gli altri unire le idee per il bene del paese. I politici in prima linea dovrebbero dare segno molto forte di legaità giustizia e non usare la parola populismo in un modo dispregiativo alzandosi loro stessi come piloti e persone con una presunzione tale da diventare atipatici e odiosi alla maggiore parte degli Italiani. Nel popolo italiano esistono persone con idee degne di essere prese in considerazione e anche capaci se solo coloro che hanno il potere "politico" si mettesse da parte e desse una probabilità a coloro che pur non avendo esprienza potrebbero essere guidati da gli anziani politici onesti. Questi ultimi non volendo lasciare il passaggio ai giovani preparati costringono il popolo "vedi il movimento" a ribellarsi inserendo giovani che si formeranno sul campo ed è uno scotto che il popolo italiano sarà costretto a pagare . La politica ha ridotto il popolo Italiano alla disperazione e la rottamazione potrà esclusivamente avvenire solo con un cambio radicale. Mi dispiace che i partiti non abbiano mai guardato sotto e si sono allontanati appriandosi dell'Italia come cosa loro di proprietà come avviene con degli oggetti. L'Italia è a brandelli e quello che denoto nei canali internet nelle televisioni ancora fate giochi di potere in funzione delle vostre "seggiole" e il popolo lo sente come me che sono una ittadina italiana.

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