Trasformare le passioni in lavoro si può: storia di Mekané9 min read

1 Settembre 2016 Cooperazione -

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Sociologo

Trasformare le passioni in lavoro si può: storia di Mekané9 min read

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passioni e lavoro
Antonio, Mariasara, Elisa, Eugenia

Mekané è il nome dell’associazione che cura la rubrica che state leggendo, Racconti di Cooperazione. Ma è naturalmente anche molto di più. È una storia avvincente di imprenditoria femminile, passione, coraggio e voglia di cambiare il mondo.

È, insomma, essa stessa un racconto di cooperazione, e non solo perché si occupa di cooperazione allo sviluppo. Ma anche perché è la testimonianza che mettendo insieme passioni, conoscenze e competenze si può costruire qualcosa di bello, anche nel mondo del lavoro di oggi, così precario e competitivo.

Per questo, dopo che per tanti mesi Mekané ci ha raccontato i suoi racconti di cooperazione, abbiamo deciso noi di raccontare Mekané. O, meglio, di farcela raccontare da Mariasara Castaldo, co-fondatrice dell’associazione, oltre che autrice per Le Nius.

Se volete conoscere più da vicino l’associazione Mekané, e siete interessati alla cooperazione allo sviluppo, il modo migliore è certamente partecipare ai loro corsi di formazione: qui trovate i prossimi in programma.

Passioni e lavoro: la storia di Mekané

Mariasara, cominciamo dal nome: Mekané. Da dove sbuca?

Mekané è una parola greca che viene dal mondo del teatro. Nelle tragedie classiche greche ricorreva sovente l’espressione “ἀπὸ μηχανὴς θεός” che significa “divinità (che scende) dalla macchina”. L’espressione, tradotta poi in latino con “deus ex machina”, indica, per estensione, chi o ciò che risolve inaspettatamente una vicenda o un problema intricato. Questo nome ci è piaciuto perché riassume quello che ci proponiamo di fare e di essere per chi decide di rivolgersi a noi: riuscire a risolvere un problema, a trovare una soluzione efficace che possa raggiungere il risultato sperato.

Da dove sbucate invece voi? Chi siete, quanti siete, che storie avete?

Lo staff interno di Mekané è composto da cinque persone: 4 ragazze che vivono e lavorano a Roma e Antonio, il nostro informatico-webmaster-grafico che è basato a Napoli, crede nel progetto Mekané e ci supporta nel suo ambito di competenza. Quando è partita questa idea eravamo quasi una dozzina. Dopo lunghe serate di riflessioni, siamo rimaste noi: io, Laura, Elisa ed Eugenia.

passioni e lavoro
Elisa, Mariasara, Eugenia e Laura

Devo dire che siamo tutte molto diverse tra noi, per carattere, storia, approccio al mondo e alle relazioni. Ci accomuna l’adesione ad alcuni valori fondamentali come l’onestà, la giustizia, il rispetto per l’uomo e per l’ambiente, il senso civico, il credere che il mondo può essere un posto migliore per tutti se ciascuno si impegna per cambiare le cose.

Veniamo tutte dal settore della cooperazione allo sviluppo, anche se abbiamo competenze specifiche diverse: Elisa è una storica dell’arte, ha vissuto a lungo in Palestina occupandosi di patrimonio artistico e culturale; Eugenia è la nostra esperta di sviluppo economico e valutatrice che negli ultimi due anni ha girato mezza Africa; Laura è attrice ed esperta di progetti culturali; io, Mariasara, dopo qualche tempo trascorso tra Maghreb e Est Africa, mi occupo di progetti sociali e di educazione.

Accanto allo staff interno c’è poi un network composto da colleghi, sia esperti con tanti anni di esperienza che professionisti junior, con cui collaboriamo, ci confrontiamo e cerchiamo di moltiplicare le opportunità di lavoro.

Due cose mi colpiscono della vostra storia. La prima: avete saputo mescolare le vostre competenze e passioni e tirarne fuori un lavoro. Non è affatto scontato in un contesto dove si parla in toni spesso cupi di giovani e lavoro. Cosa direste a dei giovani che volessero percorrere una strada simile alla vostra?

Quando abbiamo iniziato a pensare a Mekané, nel 2012, il clima era forse ancora peggiore di adesso, sia rispetto al lavoro che rispetto al nostro settore specifico, oggetto soprattutto in Italia di tagli e riduzioni importanti. Nel corso di questi anni abbiamo ricevuto tantissimi complimenti e messaggi di incoraggiamento: l’esistenza stessa di un’esperienza come Mekané è fonte di ottimismo, di entusiasmo, di movimento in un clima di sfiducia e stagnazione. Ovviamente le cose sono spesso complicate. Avevamo un’idea che è stata messa alla prova su molti fronti, specialmente all’inizio, ma nonostante tutto la stiamo portando avanti.

Ecco, a dei giovani direi: se la vostra idea è veramente così bella e appassionante, e se avete deciso di scommetterci in modo serio, armatevi di pazienza e lasciatela maturare, studiate bene e preparatevi bene su ciò che volete fare e su come lo volete fare, guardatevi intorno, cogliete spunti, suggerimenti, confrontatevi con chi ha più esperienza. E poi lanciatevi, con tenacia, perseveranza e coraggio, e sceglietevi i compagni di viaggio giusti, sono questi che fanno la differenza. Tante persone all’inizio si erano appassionate alla nostra idea, ma poi siamo rimaste noi, e noi insieme facciamo la differenza.

La seconda: siete un team prevalentemente femminile. Anche qui, nient’affatto scontato in un mondo del lavoro spesso considerato ostile per le donne. È un esito casuale del vostro incontrarvi o è un elemento su cui avete riflettuto e riflettete, e che mettete in campo nel vostro lavoro?

Diciamo che l’essere quasi tutte donne è stato frutto di una selezione naturale: gli uomini che hanno provato a tenere il nostro ritmo si sono dovuti tirare indietro! Scherzi a parte, essere un team in prevalenza femminile ha dei pro e dei contro. Sicuramente le nostre riunioni durano di più, così come l’essere anche amiche oltre che colleghe spesso ci condiziona. In definiva però sono molti di più gli aspetti che hanno ricadute positive sul nostro lavoro: la precisione nel lavoro, la caparbietà, la flessibilità, la comprensione reciproca, l’essere multitasking. E di questo nostro essere donne siamo molto orgogliose. Stiamo anche sperimentando come conciliare maternità e lavoro, si fatica un po’, ma le riunioni o le skype call con bebè per noi sono una realtà.

Torniamo a Mekané. Ci descrivi brevemente le vostre attività principali?

Ci occupiamo di fornire consulenza per l’ideazione e la realizzazione di tutte le fasi del ciclo del progetto, ricerca partner in Italia e all’estero, studi e valutazioni, servizi personalizzati di volta in volta sulle esigenze del cliente, mettendo a disposizione una vasta rete di expertise internazionali e diversificate.

Di fatto lavoriamo soprattutto nel settore della progettazione, con ONG e Associazioni, per lo più italiane, per progetti sia all’estero che in Italia. Per questi enti ci occupiamo di ricercare i bandi e i finanziamenti adatti alle loro esigenze e ai loro obiettivi, di studiare insieme l’idea progettuale e di stendere il progetto. Ci occupiamo poi di valutazioni indipendenti per progetti di ONG e curiamo l’organizzazione di corsi di formazione attinenti ai nostri settori di esperienza.

Cerchiamo infine di svolgere in modo costante attività di sensibilizzazione e di educazione alle tematiche dello sviluppo, come ad esempio il concorso fotografico Obiettivo Sviluppo organizzato lo scorso anno, o la rubrica Racconti di Cooperazione che curiamo proprio qui su Le Nius.

Sono particolarmente incuriosito dalle vostre attività formative. Che corsi proponete? A chi si rivolgono? Quali sono i prossimi appuntamenti?

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un corso di formazione a Mekané

Il nostro principio ispiratore è: fare i corsi a cui ci piacerebbe partecipare. In questo momento c’è una vastità e una pluralità di offerta formativa anche nel nostro settore. Noi cerchiamo di focalizzarci su argomenti o approcci che rimangono più di nicchia, ma non per questo sono meno importanti o interessanti. Fino ad ora abbiamo affrontato il tema del budget e della rendicontazione del ciclo di progetto e del monitoraggio e della valutazione dei progetti di sviluppo.

Sono corsi rivolti in prevalenza a chi si occupa o desidera orientarsi meglio nel settore della cooperazione, studenti, operatori di ONG o del terzo settore, consulenti indipendenti. Ci affidiamo sempre a docenti che abbiano esperienza concreta nella materia oggetto del corso e che abbiano allo stesso tempo buone e provate capacità didattiche.

Per la sessione autunnale continueremo su questa scia con la prima edizione del corso in Project Planning e il nuovo approccio ai fondi europei. Il corso, che si terrà a Roma dal 6 al 9 ottobre 2016, è dedicato ai temi classici della progettazione, ma con un taglio molto pratico e concreto, orientato all’elaborazione di un’idea progettuale efficiente. Inoltre all’interno del corso è previsto un momento di approfondimento specifico sul nuovo approccio al quadro logico dell’Unione Europea, che tanto clamore sta provocando negli operatori del settore.

Il 12 e 13 novembre 2016, invece. terremo un corso diverso, in gestione delle risorse umane, che, seppur rivolto al nostro settore, è ugualmente valido e interessante anche per un target più vasto, dalla psicologia al settore privato. Il corso è dedicato al Metodo Belbin, basato sugli studi pluri-decennali del Professor Meredith Belbin sull’interrelazione tra individui appartenenti allo stesso team di lavoro. Attraverso il metodo si possono conoscere in maniera approfondita le proprie caratteristiche professionali e acquisire suggerimenti per potenziarne alcune in modo da aumentare il grado di successo in ambito lavorativo, così come identificare il modo per comporre il miglior team per gestire i progetti. Per ciascun partecipante l’Istituto Belbin elaborerà il proprio profilo professionale e sarà interessante scoprire qualcosa in più su di sé e sul modo migliore per mettere a frutto le proprie capacità.

Conosciamo bene la vostra competenza nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, per i contributi che mensilmente curate per la rubrica Racconti di Cooperazione da inizio 2015. Qual è il vostro pensiero sulla cooperazione allo sviluppo? È davvero utile per lo sviluppo dei paesi del sud del mondo o risponde principalmente ai bisogni politici ed economici dei paesi ricchi?

Il nostro pensiero sulla cooperazione viene dalla nostra esperienza pratica, maturata nel corso del nostro lavoro. La cooperazione è un settore sempre in bilico, tra entusiasmo, idealismo, buonismo e interessi politici ed economici. Nel corso del nostro lavoro ci capita spesso di venire a conoscenza di azioni che tutto sono tranne che sviluppo per le comunità che dovrebbero supportare. Non mancano momenti di sfiducia estrema, in cui ci chiediamo il senso del nostro lavoro e il perché.

Tuttavia ci sono anche esempi e buone pratiche che sono effettivamente riuscite a fare la differenza per le persone beneficiare. E queste ci sono da ispirazione nei momenti bui. Inoltre pensiamo che continuare a diffondere conoscenza e informazione sullo sviluppo sia importante come lo è la realizzazione delle iniziative: viviamo tempi di chiusure pericolose, di egoismi e mancanza di solidarietà soprattutto verso chi è straniero, chi è povero, chi è diverso. Per noi lo sviluppo passa anche attraverso l’informazione giusta, allargando un po’ gli orizzonti e il cuore della gente.

Immagini | Mekané

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Sociologo, lavora come progettista e project manager per Sineglossa. Per Le Nius è responsabile editoriale, autore e formatore. Crede nell'amore e ha una vera passione per i treni. fabio@lenius.it
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