L’orto collettivo: l’esperienza del bioagriturismo Tirhta3 min read

13 Maggio 2014 Ambiente Società -

L’orto collettivo: l’esperienza del bioagriturismo Tirhta3 min read

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[divider scroll_text=”Lifestyle: orti e giardini”]
Maurizia è editrice, redattrice, educatrice, coordinatrice scolastica, scrittrice, amante della poesia e per rilassare la mente e gli occhi dalle ore d’impegno, da alcuni anni organizza e partecipa ad un orto collettivo.

Cosa è un orto collettivo?

L’associazione Tirtha, con sede presso il medesimo bioagriturismo situato a Pescantina (VR), mette a disposizione un terreno in porzioni concesse in affido a persone interessate a coltivare un orto e a condividere l’esperienza con altri, rendendolo “collettivo”.

L’idea iniziale, nata nel 2005, è stata sviluppata in un chiaro progetto ispirato dai principi dell’Horticultural Therapy. Gli orti hanno dimensioni di circa 30 mq e sono affidati in gestione, in genere per un periodo di due anni, sulla base di una quota annua che è necessaria alla copertura delle spese generali collettive, ed agevolata per gli anziani.
Gli appezzamenti individuali sono coltivati ad ortaggi, erbe aromatiche, anche fiori, secondo principi biologici. Ognuno è responsabile per il proprio terreno, da mantenere pulito, in ordine e garantendone la sostenibilità.

Le parti comuni invece, destinate al passaggio, alla lavorazione temporanea, alla custodia degli attrezzi, sono mantenute da tutti i partecipanti, compresa una piccola area di sosta, sotto un ampio albero, dove i coltivatori spesso e volentieri si intrattengono per fare due chiacchiere, confrontarsi, scambiarsi idee e prendere decisioni.

Orto collettivo Con questa iniziativa l’associazione ha voluto rendere concreta la possibilità di vivere direttamente a contatto con la terra, di riappropriarsi del senso della natura, coltivando prodotti alimentari genuini e con questi anche relazioni creative.

Tirtha organizza anche dei percorsi di formazione, laboratori che si svolgono direttamente nell’orto o nell’adiacente sede dell’agriturismo, nei quali alcuni esperti condividono le proprie conoscenze ed abilità. In questo modo, realtà diverse si incontrano, generando socialità, integrazione, scambio. Alcune volte, l’approfondimento stimola idee nuove, nuovi progetti, di carattere culturale, di sperimentazione, eventi solidali e di coinvolgimento della collettività. Maurizia mi racconta un po’ di questa esperienza.

Come è stato il primo anno dell’orto collettivo ?

“Il primo anno di attività ha visto l’avvio di una decina di orti e non di uno solo; le persone hanno iniziato a lavorare preparando la terra, ognuno a modo proprio, seguendo precedenti esperienze, chiedendo ai vicini di orto o sperimentando in modo personale.

La cura dell’orto richiede fatica e continuità e ci si è resi conto che era necessario promuovere anche momenti di incontro. Negli anni immediatamente successivi si è delineata l’esigenza di condividere maggiormente il progetto, chiarendo definitivamente le intenzioni e gli obiettivi.
I risultati si sono manifestati rapidamente: c’è stato un incremento degli orti e un avvicendamento di nuove persone; abbiamo attivato laboratori di orticoltura, sia teorici che pratici”.

Orto collettivoOra l’esperienza degli orti collettivi in Tirtha è maturata. E il futuro?

“Le problematiche e le possibilità che di volta in volta si incontrano permettono il consolidamento del progetto. Lo scopo degli orti non è soltanto arrivare a produrre ortaggi per l’autoconsumo, ma attraverso la cura delle piante, la conoscenza del ciclo di vita, dei bisogni e degli effetti del nostro lavoro noi vogliamo costruire cultura e condividerla.

Per far crescere ulteriormente il progetto, lavoriamo continuamente perché si realizzino le motivazioni e gli obiettivi di partenza e perché, grazie al contributo di tutti e alla nostra creatività, l’esperienza dell’orto collettivo possa sempre evolvere in modo positivo”.

Grazie alla coltura dell’orto quindi, ancora una volta, apprendiamo cose nuove, facciamo piacevoli incontri e gustiamo prodotti di ottima qualità. Sembrano sempre di più le occasioni in cui è dimostrato come in questi spazi si coltivino tante cose e non solo commestibili.

Al prossimo orto!

Foto in copertina | ortomagico

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Di professione curiosa e istigatrice tale; di aspirazione narratrice; di indole sognatrice; impegnata in condivisione e comunicazione. Appena posso, viaggiatrice. Laureata in economia dello sviluppo internazionale, senza necessità di collegamento tra il titolo di studio e ciò che svolgo. Seguo la mia strada e mi piace incontrarne tante altre, diverse. A volte mi faccio domande; per fortuna, non ho tutte le risposte.
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