Odessa star, a lezione di morale da Herman Koch3 min read

In Fight Club il personaggio interpretato da Edward Norton dice: “Sono la vita sprecata di Tyler”. Tyler Durden è figo, fa cose che lui non farebbe mai, è forte, violento e anticonvenzionale. Fred Moorman è la vita sprecata di Max G., i due protagonisti del nuovo romanzo di Herman Koch, Odessa star. L’autore dello spiazzante La cena e di Villetta con piscina si concentra sul senso di smarrimento che coglie gli esseri umani a metà della propria vita, ne esplora la vacuità e scombina le carte in tavola, spingendo al limite la morale dei personaggi

Lamentele pericolose. Fred incontra Max G., suo vecchio compagno di università, al cinema durante l’intervallo di Deep Impact. Vederlo in compagnia di una donna bellissima mentre picchia un uomo nel foyer, gli fa scattare dentro un interruttore. Trova il suo appartamento, il suo numero di telefono, lo intercetta agli aperitivi. Si rimettono in contatto e iniziano a frequentarsi. Raccontandogli la propria vita, Fred tira fuori le banali antipatie tra cognati, si sfoga sulla vecchia vicina che fa fare i bisogni al suo cane in quel giardino che vorrebbe per sé, ma che è ostaggio della donna, ricorda il vecchio professore di francese. Da quel momento una strana sequenza di omicidi, sequestri e incontri al limite della legalità si affacciano alla vita di Fred, e sembra che ogni sua volontà punitiva si realizzi.

Il cinema in Odessa star. Leggendo Odessa star si ha la sensazione di guardare contemporaneamente American Beauty e Fight Club, con una piccola deviazione su The Millionaire. In Fight Club il protagonista scopre di essersi trasformato in Tyler Durden, appropriandosi della parte selvaggia che è da sempre insita in natura. In American Beauty Lester Burnham scopre di aver smesso di vivere davvero: “è una gran cosa quando realizzi di avere ancora l’abilità di sorprenderti. Ti fa chiedere cos’altro puoi fare che ti sei dimenticato”. Anche Fred Moorman decide di continuare a sorprendersi, di dare una sferzata alla propria vita, entrando in un mondo più grande di lui, quello di Max G., pericoloso e imponente quanto la nave che guarda nel Canale del Mare del Nord, l’Odessa Star.

La sfida morale. Koch costruisce una macchina narrativa complessa: se non amate i salti temporali, questo non è il libro che fa per voi. Tuttavia, proprio come sono arrotolati i pensieri delle persone in pieno mutamento, così questo libro si avvita intorno agli eventi e ai pensieri di Fred Moorman, costruendo un romanzo con cui è difficile avere a che fare, soprattutto dopo averlo finito. L’autore mette chi legge davanti a domande scomode, a realtà poco rassicuranti, ci fa sporcare le mani con il male. È difficile non provare però empatia per la frustrazione che il protagonista vive rispetto alla sua vita ordinaria e al suo rapporto scialbo e difficile con la famiglia. Ma pur partendo da un territorio noto e rassicurante come la banalità e la frustrazione, non si può far a meno di chiedersi: quanto in là si è disposti ad andare per sentirsi ancora vivi?

La citazione: “[…] in fondo le persone che non sanno che fare della propria vita ti danno una certa consolazione”.
Consigliato a: chi ha amato La cena e Villetta con piscina ed è stufo di romanzi rassicuranti.
Il libro: Odessa Star, Herman Koch, pp. 320, 17 euro, Neri Pozza, Milano 2014.