Mattarellum: la legge elettorale (che potrebbe tornare) spiegata per bene5 min read

16 Dicembre 2016 Politica Politica interna -

Mattarellum: la legge elettorale (che potrebbe tornare) spiegata per bene5 min read

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Mattarellum: la legge elettorale (che potrebbe tornare) spiegata per bene
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Mattarellum: situazione attuale

Dopo la bocciatura della riforma costituzionale al referendum, si è prepotentemente tornati a parlare di legge elettorale. Lo stesso Mattarella, nell’assegnare l’incarico a Gentiloni per formare il nuovo governo, ha sottolineato la necessità di dare al Paese una nuova legge in vista delle prossime elezioni. In attesa della sentenza della Corte Costituzionale, prevista per il 24 gennaio, l’Italicum è al momento la legge elettorale con cui verrebbe eletta la Camera. Il Senato, invece, verrebbe eletto tramite il così detto “Consultellum”, ovvero il vecchio “Porcellum” rimaneggiato dopo la sentenza della Suprema Corte: si tratterebbe di un sistema proporzionale puro, privo del premio di maggioranza su base regionale dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Le due attuali leggi elettorali non consentirebbero in alcun modo una governabilità del Paese, a causa della differente natura e delle diverse circostanze che le hanno partorite. Per questo il dibattito sulla legge elettorale è tornato alla ribalta e una nuova adozione del Mattarellum è stata presa in considerazione da alcuni come possibile soluzione.

Storia del Mattarellum

La legge “Mattarella”, dal nome dell’attuale Presidente della Repubblica, all’epoca suo relatore, viene approvata nel 1993 a seguito del referendum dello stesso anno che abolì la precedente legge proporzionale. Il Mattarellum è rimasto in vigore per dodici anni ed è stato protagonista delle prime legislature della Seconda Repubblica: nel ’94 ha portato la prima vittoria alla coalizione di centrodestra Forza Italia-Lega Nord-An-Udc, che ha poi sostenuto il primo governo Berlusconi; alle successive elezioni nel ’96 ha invece favorito il centrosinistra, con la larghissima coalizione di sinistra dell’Ulivo con Rifondazione Comunista che ha appoggiato il primo governo Prodi; l’ultima volta che è stata usata era il 2001, con l’elezione del Parlamento che per cinque anni ha confermato la fiducia al secondo governo Berlusconi, il più longevo della storia e l’unico ad essere rimasto in carica per tutta la durata della legislazione. Nel 2005 è stata sostituita dalla legge elettorale “Porcellum”, presentata dall’allora Ministro delle Riforme Calderoli.

La legge Mattarella spiegata per bene

Il Mattarellum è una legge elettorale mista con prevalenza maggioritaria, più complessa e articolata rispetto ad un normale proporzionale o maggioritario corretti.

Camera. Nello specifico, per la Camera prevedeva che il 75% dei deputati (475 seggi) venisse eletto con collegi uninominali (tipici dei sistemi maggioritari) e il restante 25% (155 seggi) con un sistema proporzionale a cui accedevano solo le liste che avevano superato la soglia del 4%. Al momento delle votazioni, per la Camera l’elettore riceveva due schede distinte: una in cui poteva esprimere la preferenza per il collegio uninominale e l’altra in cui votava la lista bloccata per il sistema proporzionale. Nel meccanismo di ripartizione, era anche previsto un sistema di scorporo dei voti per compensare l’evidente squilibrio creato dai seggi uninominali per i partiti più piccoli: alla lista del candidato vincitore del collegio uninominale, venivano sottratti i voti ottenuti da quest’ultimo prima della ripartizione. In questo modo era difficile per il partito vincitore ottenere anche altri i seggi dalla spartizione del proporzionale, aprendo la possibilità anche per i partiti più piccoli di entrare in Parlamento.

Senato. Per quanto riguarda invece il Senato, anche qui vi erano le quote del 75% (232 seggi) maggioritario e 25% (83 seggi) proporzionale, ma cambiava in maniera radicale in modo in cui venivano assegnati i seggi nel proporzionale. L’assegnazione, infatti, avveniva su base regionale sulla base del il principio sancito dall’art. 57 della nostra Costituzione: i candidati perdenti collegati ad una lista venivano suddivisi in gruppi differenti in base alla regione; all’interno di questi, una volta verificato il numero di posti spettanti in base ai voti ottenuti e applicato lo scorporo, venivano eletti i candidati sconfitti nell’uninominale meglio piazzati. Era un vero e proprio ripescaggio su base regionale dei perdenti della quota maggioritaria.

La natura fortemente maggioritaria della legge Mattarella ha dunque favorito il bipolarismo. Questa tendenza era stata inizialmente assimilata dai partiti attraverso la creazione di grandi coalizioni formate da partiti della stessa area politica. Il problema più grande, che si è puntualmente presentato, era dato dall’effettiva tenuta di coalizioni così vaste: sia il primo governo Berlusconi che il primo esecutivo Prodi sono caduti a causa di divergenze interne con le ali più lontane dello stesso schieramento. Anche i successivi governi D’Alema e Berlusconi hanno subito rimpasti o sono caduti a causa dei contrasti fra i partiti della stessa coalizione.

Un nuovo Mattarellum?

Malgrado la legge Mattarella abbia cercato di accontentare un po’ tutti, non è riuscita né nel suo intento di semplificare lo scenario politico italiano, con l’auspicata scomparsa dei partiti più piccoli, né di favorire la stabilità dei governi cercando di polarizzare gli interessi politici in due soli grandi poli. Eppure, nella situazione attuale di instabilità, c’è chi sostiene possa essere la soluzione per rispondere alle esigenze messe in campo dalle attuali forze politiche. Il primo ad aver mosso questa proposta è stato Karl Zeller, senatore del gruppo “Per le autonomie”:

La priorità del governo è quella di fare una nuova legge elettorale in breve tempo. Noi saremmo per reintrodurre il Mattarellum.

Poco dopo ripreso anche dal leader della Lega Nord Salvini, a margine del Consiglio federale del partito:

Faremo la nostra proposta, depositandola sia alla Camera che al Senato, sul ritorno al Mattarellum, legge già sperimentata e quindi immediatamente riadottabile.

Il Mattarellum ha già evidenziato quali siano i suoi limiti e, secondo gli esperti, la sua reintroduzione non risolverebbe buona parte dei problemi che si sono presentati con le ultime elezioni. Sono comunque in molti ad auspicare un rimaneggiamento di quel testo e non è improbabile che presto venga anche presentato un nuovo “Mattarellum 2.0.”

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
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