La pallavolo e la moviola in campo (se non si è certi di qualcosa basta chiedere)3 min read

19 Novembre 2013 Uncategorized -

La pallavolo e la moviola in campo (se non si è certi di qualcosa basta chiedere)3 min read

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@Dario Moriella
@Dario Moriella

Alla fine Aldo Biscardi è stato accontentato ed ha avuto la sua moviola in campo. E così, lo scorso 20 ottobre si è seduto sul suo divano arancione ed ha acceso la televisione per assaporare la sua personale vittoria in favore dell’introduzione della tecnologia in campo. È tuttavia rimasto a bocca aperta (e scommetto avrà gridato allo scandalo ed al complotto) nel momento in cui si è reso conto che i giocatori prendevano in continuazione la palla con le mani, l’arbitro non  fischiava alcun fallo e nessuno invocava la tanto attesa moviola in campo.

Il challenge system (o “moviolone” per i più nostalgici attivisti sul tema) è sbarcato nel campionato italiano di pallavolo, iniziato un mese fa: tale adempimento tecnologico rientra nei piani della FIVB che desidererebbe introdurre a pieno regime (fino a portarle ai prossimi Campionati Mondiali ed alle Olimpiadi) alcune innovazioni volte a dare maggior certezza nel risultato, in uno sport in cui la velocità degli scambi è vertiginosamente aumentata.

Quali sono le regole che normano questa innovazione? Ogni squadra ha a disposizione due chiamate per set (da farsi entro sette secondi dalla conclusione dell’azione in questione) grazie alle quali, a fronte di dubbi su “palla dentro/palla fuori” o fallo in battuta (per il futuro si prevede di rendere possibili i “check” pure nei casi di invasione a rete e tocchi a muro), una decisione dell’arbitro può essere messa in discussione.Se, a valle della verifica, la chiamata dà esito favorevole il numero di chiamate a disposizione non viene diminuito.

Le richieste di verifica possono essere effettuate dal solo capitano della squadra ed anche l’arbitro può richiedere l’utilizzo della tecnologia, ma in caso di dubbi circa l’interpretazione delle immagini registrate, si intenderà valido quanto deciso originariamente dall’arbitro. La tecnologia viene messa a disposizione di tutti: le gare di campionato saranno riprese da una serie di telecamere posizionate lungo il perimetro del campo; il secondo arbitro avrà uno schermo a disposizione per valutare quanto richiesto e le immagini saranno visibili agli stessi spettatori (del palazzetto e del soggiorno di casa).

Ovviamente la pallavolo non è pioniera di un qualcosa che in Italia è già stata introdotta in altri sport (pensate al tennis o alla pallacanestro che dal 2005 ha portato tecnologia con qualcosa di analogo e pesantemente influente) ma fa specie pensare che alcuni muri mentali possano essere facilmente superati. Il volley di frequente porta innovazioni e modifiche al proprio regolamento. Da quest’anno, ad esempio, il cartellino giallo non dà più automaticamente un punto alla squadra avversaria ma è da intendersi come un avvertimento, mentre quello rosso assegna punto e servizio all’avversario. I cartellini giallo e rosso insieme nella stessa mano equivalgono all’espulsione dell’atleta per un set, separati in due mani per l’intero incontro.

Pensate se nel calcio fosse introdotto qualcosa di simile, ovviamente opportunamente circoscritto da regole al fine di non rendere immenso il divario tra tempo di gioco e tempo effettivo. Lo stesso spettatore allo stadio si accorgerebbe di gol fantasma, entrate killer ed errate decisioni arbitrali. E’ così difficile pensare ad un’introduzione graduale e magari sperimentale, anche in uno sport come il calcio?

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Nato a Salerno qualche anno fa ma trapiantato a Milano sin dai primi dentini, cresco (si fa per dire) col pane e pallone quotidiano, accompagnandoli con una bicicletta, una racchetta da tennis, delle scarpe per correre, un costume per nuotare e tanto televideo da leggere alla pagina 200. Curioso, irrequieto, sperimentatore. Sognatore.
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