Di Juventus-Napoli, degli asini e di chi resta accanto3 min read

14 Febbraio 2016 Uncategorized -

Di Juventus-Napoli, degli asini e di chi resta accanto3 min read

Reading Time: 3 minutes
juventus-napoli
@tifonapoli.it

Gli asini hanno la scorza indurita dalle botte, dalla terra, dal vento e dal sole. Sono animali di straordinaria fatica e altrettanta intelligenza. Il fatto che a scuola rappresentino i cattivi studenti non mi ha mai convinto troppo, francamente. Gli asini sono animali abituati a restare in piedi, ad essere pazienti, a parare un mucchio di colpi senza fiatare. Sì, anche quelli all’87’.

La terza sconfitta stagionale ci fa perdere il primato in classifica dopo 34 giorni e otto gare a bottino pieno. Da un lato sarebbe patetico e poco vero dire che non ci siamo rimasti male; dall’altro siamo praticamente lì, a -1, col muso, le gengive e tutta la cazzimma possibile sul culo della Juventus.

juventus-napoli
Capodichino, di giorno

Juventus-Napoli è stata una partita poco allegra e povera di effetti speciali, specialmente offensivi. Dybala e Morata sono rimasti bloccati nel traffico azzurro senza invidiare cosa accadeva intanto a Pipita, Hamsik e Insigne, tutti poco pervenuti. Il Napoli ha concluso con un solo tiro in porta, la Juve ha fatto poco meglio. Loro ci hanno congelato l’ala sinistra, dove nasce la maggior parte dei nostri attacchi. Poi, se una partita te la risolve Zaza dalla panchina significa che hai (almeno) una riserva potenzialmente decisiva in una sfida di vertice. Ma qui mi fermo.

Uno dice: questa partita non sarebbe stata decisiva in ogni caso. Ragazzi siamo onesti, mettiamoci la faccia: vincere e andare a più cinque – sei considerando gli scontri diretti – ci sarebbe piaciuto molto. Ecco quanto. Detto questo, se lì fuori c’è qualcuno che può dire di aver visto un Napoli arrendevole – anzi no: un Napoli timoroso – può farsi avanti e scriverci due righe. Siamo convinti nel pensare il contrario, e anche piuttosto sereni.

juventus-napoli
Capodichino, di notte | @ilmattino

Va bene, non siamo stati brillanti come sempre. Di più: siamo stati irriconoscibili. Non è un giudizio negativo. Siamo stati irriconoscibili perché abbiamo espresso un gioco diverso e insolito, ma non per questo meno adatto o utile a una partita del genere. Anzi, il punto – uno dei possibili – forse è proprio questo: rispetto al passato abbiamo migliorato la nostra abilità a vincere partite poco estetiche, ma in giro c’è ancora chi lo fa meglio. Non è un dramma.

Il dramma è se ci pensiamo anche domani. Insomma Ciuccio vieni qua, ascolta: tu sei abituato a soffrire; stringi i denti, scalpicci, sbuffi, ma la carretta non la molli mai. Calmati, togli quelle zampe dal petto; a Capodichino eravamo in mille alla tua partenza, il doppio al tuo ritorno. Nessuno fa un metro indietro qua, nessuno ti lascia neanche per un secondo. Guardaci, ci siamo tutti. Ti eravamo accanto quando sussultavi a terra dopo un playoff di Serie C perso con l’Avellino, quando dicevi questa volta è finita, non ci riprendiamo, e se rimaniamo qui per sempre?. Siamo un filo meno giovani, forse, ma se ti giri e cancelli quello sguardo triste vedi che sì, è vero, ci siamo proprio tutti. Gli episodi non decidono solo le partite, ma tante altre cose che succedono in questa vita. Sei una delle più belle, sai?

Non perdere nulla della stagione azzurra, segui Je sto vicino a te su Facebook

CONDIVIDI

Napoli, luglio '87. Due mesi prima gli Azzurri vincono lo scudetto, lui arriva in ritardo. Una laurea in Storia contemporanea, ma scopre che la Storia non si ripete. Poi redazioni, blog, libri, ciclismo, molti aerei, il tifo, la senape, la vecchia Albione, un viaggio di 10mila km in camper in capo al mondo. Per dimenticare quel ritardo sta provando di tutto.
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

TORNA
SU