Iñárritu, regista del binge watching di ottobre4 min read

1 Ottobre 2014 Cultura -

Iñárritu, regista del binge watching di ottobre4 min read

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Iñárritu
@Mario Antonio Pena Zapatería

Quando mi è stato proposto di scrivere per Le Nius, volevo introdurre una nuova rubrica di cinema: cercavo qualcosa che fosse innovativo e al tempo stesso stimolante, ed è stato così che, pensando a Jessica Chastain in una fredda e piovosa giornata autunn… ehm, estiva, mi è venuta l’idea del binge watching del mese.

Volendo essere precisi, la definizione di binge watching che si trova al reparto “neologismi” del dizionario di italiano è la seguente: “binge watching loc. s.le. m. inv. Visione ininterrotta di una grande quantità di episodi appartenenti a una serie televisiva, che è interamente disponibile in rete o in cofanetti di dvd”, ecc, ecc… Certo, ora però voi vi chiederete: “Sì, ma cosa c’entra quindi Jessica Chastain?”. C’entra eccome, perché la prima volta che ho sentito pronunciare il termine binge watching, è stata proprio dalla bocca sensuale della rossa di Hollywood che, durante un’intervista, raccontava ai giornalisti della sua ultima maratona cinematografica dedicata a Michael Haneke, il regista austriaco di Funny Games.

Ecco quindi l’illuminazione: weekend tempestosi fuori stagione e non, fratture multiple che vi costringono a letto o semplice pigrizia della serie “io amo il mio divano”, è questa l’idea perfetta!

Che si tratti di serie tv o di film poco importa, l’essenziale è che le proiezioni siano molteplici e consecutive e dopo “selfie” e “photobombing” anche il termine “binge watching”, ne siamo certi, entrerà con prepotenza a far parte del vostro vocabolario collettivo.

Ogni mese vi proporremo, quindi, quattro lungometraggi di un attore o di un regista (lasciando perdere le serie tv, le cui maratone meritano un capitolo a parte): perle nascoste, trampolini di lancio, successi internazionali e la buona visione è assicurata.

Il primo artista su cui abbiamo deciso di puntare i riflettori è il regista messicano Alejandro González Iñárritu, che col suo ultimo film, Birdman, ha aperto il concorso all’ultimo festival di Venezia e, a detta di molti tra gli addetti ai lavori presenti alla manifestazione, è da considerarsi tra i grandi esclusi dalle premiazioni. Nel nostro piccolo, lo premiamo noi, consigliandovi di recuperare i suoi quattro lungometraggi precedenti, cominciando da Amores Perros.

Iñárritu, regista del binge watching di ottobre

Uscito nel 2000, è il primo film in assoluto del regista e il primo della Trilogia della morte, seguito da 21 grammi e Babel.

 Iñárritu, regista del binge watching di ottobreAmores Perros, suddiviso in tre storie intrecciate tra loro, è uno spaccato della società messicana tra povertà e ricchezza e intricate matasse di amori, soldi e cani. Un film viscerale, con una regia fatta di camera a mano, istinto e budella e dalla quale si percepisce il legame di sangue di Iñarritu con la sua terra natia.

Il film, vera e propria rivelazione, fu candidato all’Oscar nel 2001 come miglior film straniero e condusse il regista verso la fama mondiale, segnando inoltre il debutto cinematografico di Gael García Bernal.

Nel 2003 il regista messicano gira il suo secondo lungometraggio, 21 grammi, questa volta negli Usa. Secondo capitolo della Trilogia della Morte, il film usa come perno un incidente d’auto per indagare temi quali il trapianto degli organi e soprattutto il vasto spettro di sentimenti che scaturiscono dall’animo umano, compresi quelli nella gamma degli ultravioletti, ovvero quelli più nascosti e più difficili da carpire.

 Iñárritu, regista del binge watching di ottobreAnche in questo caso, Iñarritu sceglie una regia frenetica, dove camera a spalla e flash forward reggono il gioco ad una narrazione frammentaria, catapultando così lo spettatore in un turbolento vortice emozionale. Nel cast Sean Penn (vincitore della Coppa Volpi al Festival di Venezia nel 2003), Benicio del Toro e Naomi Watts.


Tre anni dopo 21 grammi, Iñarritu chiude la Trilogia della morte con Babel, titolo che si riferisce alla distruzione divina della torre di Babele, la cui conseguenza furono i differenti idiomi del mondo.
 Iñárritu, regista del binge watching di ottobre

Come nei due capitoli precedenti, la sceneggiatura è firmata da Guillermo Arriaga e si vede: quattro storie diverse ma, ancora una volta, annodate tra loro. Babel come sinonimo di incomunicabilità linguistica, culturale, fisica e sentimentale. Con questo film lo stile registico e la poetica, influenzati dal connubio consolidato con Arriaga, sembrano ormai definiti.


Nel 2010 però, con Biutiful, cambia (quasi) tutto. Rotto il sodalizio artistico con lo sceneggiatore Arriaga, Iñarritu sceglie una trama lineare che ruota attorno al protagonista, un magnetico Javier Bardem, nel ruolo di Uxbal.

 Iñárritu, regista del binge watching di ottobreQuello che non cambia è, invece, la scelta tematica composta da malattia, dolore e (non) speranza per il futuro. Bardem interpreta infatti un padre disperato, che cresce i due figli senza l’aiuto di sua moglie e che scopre di avere il cancro. Quale futuro attende la sua famiglia? Una Barcellona fatta di bassifondi e malaffari riporta il regista a girare nella sua lingua madre, lo spagnolo.

 

In Italia il nuovo film, Birdman, uscirà a febbraio del 2015, avete quindi tutto il tempo per recuperarvi con calma la filmografia precedente: che il binge watching abbia inizio!

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Una laurea in linguaggi dei media e un diploma di montaggio alla Civica di Cinema. Poi uno stage a Nocturno, tra Lucio Fulci e Rob Zombie e uno al TG5, tra George Clooney e Madonna. Approda a Iris (Mediaset) come assistente alla regia. Ora autrice televisiva e filmmaker. Divoratrice di film più che mangiatrice di uomini.
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