Funghi chiodini e sformato di trota3 min read
Reading Time: 3 minutes[divider scroll_text=”Dieta mediterranea: funghi chiodini”]
Questo appuntamento del nostro reportage sui funghi è dedicato ai chiodini (Armillaria mellea).
Detto anche ”famigliola buona”, questo simpatico fungo si trova proprio in settembre/ottobre a ridosso dei ceppi di conifere e latifoglie (in questo ultimo caso è più pregiato secondo alcuni), di cui, ahimè, spesso diventa parassita.
I chiodini fanno la gioia del cercatore, perché non sono mai da soli: trovato uno, ne troverete anche molti altri, da cui il nome “famigliole”.
Tuttavia vi suggeriamo alcune avvertenze prima di partire a caccia o all’acquisto di famigliole:
- tempo fa venivano chiamati ”gli asparagi dei funghi”, perché il cappello è gustoso al contrario del gambo che, tranne che negli esemplari piccoli, è meglio gettare;
- a differenza di altri funghi, i chiodini non vanno assolutamente consumati crudi! Sono tossici! Si consiglia infatti di bollirli sempre, prima di cucinarli, per un quarto d’ora. Neppure la surgelazione va fatta da crudi.
- sono facili da confondere con specie simili, andanti dall’innocuo al velenoso e viventi in colonie, qui più che in altri casi si raccomanda l’analisi dell’esperto.
Scarsissimi di calorie (15 kcal/100 g), composti per più del 90% di acqua, questi funghi – che richiamano nel loro nome sia un gioiello (”armilla”, cioè ”bracciale”, per via dell’anello che circonda il gambo), sia il miele (”mellea”, per il loro sapore) – sono tra i più diffusi in natura ed economici. Limitandomi ai prezzi del Nordest, quest’anno felice li vede da 5 a 10 €/kg.
Se avete la passione per i sottoli, i chiodini mignon sono veramente the best. Sennò, paste e risotti con aromi di bosco, la polenta, e piatti di carne corposi si esaltano alla loro presenza. Ma io vi proporrò un piatto di pesce, d’ispirazione bellunese..
Funghi chiodini e sformato di trota
Dosi per 4 persone
- 3 Trote piccole, o 1 grande, anche salmonate
- Latte fresco quanto basta
- Farina di mais o di riso
- 3 hg di funghi chiodini
- 2 albumi d’uovo fresco categoria A
- 1 scalogno
- Erba cipollina, timo, rosmarino
- Olio e.v.o. quanto basta
- Sale integrale
- Pepe nero
- Burro per ungere
- Aglio (a piacere)
- 4 stampini di carta stagnola o in porcellana da forno (tipo quelli da crème caramel)
1. Fate sfilettare davanti ai vostri occhi le trote, in modo che il prodotto sia veramente fresco. Poi, passate al mixer i filetti con gli albumi e un composto di 150 g di latte caldo e farina. Aggiungete sale e pepe e fatelo riposare in frigo qualche ora.
2. Rosolate in un filo d’olio e uno spicchio d’aglio lo scalogno tritato, cui unirete (dopo la bollitura!) i chiodini assieme alle tre erbe aromatiche tritate, e a 100 g del mix latte/farina e teneteli su un fuoco vivace finchè non si sia addensato il fondo di cottura.
3. Imburrate gli stampini e riempiteli col composto di trota, mettendo al centro i funghi (non tutti, perché una parte farà da salsa di accompagnamento). Ponete gli stampini in un recipiente con un paio di dita d’acqua calda, copritelo con un foglio d’alluminio imburrato e mettetelo nel forno già caldo a 160° cuocete a bagnomaria per mezz’ora.
4. Una volta pronti, li capovolgerete caldi sul piatto di ogni commensale, accompagnati dai funghi rimasti e, magari, da un ciuffo di timo o di altra erbetta; il piatto è ottimo accompagnato con dei pomodorini confit.
Vino consigliato: bianco secco e profumato, abbastanza giovane, non oltre i 13 gradi alcolemici
Giuseppina
Le tue ricette sono sempre particolari. Anche quest'ultima la trovo invitante e molto chiara per l'esecuzione del piatto. Non ti nascondo che preferisco i funghi porcini di cui ci hai già parlato e che mi riprometto di utilizzare quanto prima.
pier
eh sì il porcino è the best! ma anche il chiodino è interessante anche perché è più comune ed economico
Francesca Ghedini
Finalmente un po' di ribalta per gli ottimi e umili chiodini! e ottimo pure lo sformato...prossimamente su queste tavole!