Festival di Venezia: i film della settima giornata4 min read

9 Settembre 2015 Cultura -

Festival di Venezia: i film della settima giornata4 min read

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Festival di Venezia film della settima giornataIl martedì, settima giornata del Festival, a Venezia ha più l’aria di casa, quella che si comincia a sentire verso fine ottobre, che ci vorrebbe il camino acceso ma non del tutto. Allora prendi una sciarpa, ti fai una bevanda calda e senti il calore andare alle ossa in uno sbalzo termico che provoca brividi. È così che vengono le idee, in un angolo di personale paradiso.

Festival di Venezia: i film della settima giornata

Ci sono voci calde nel documentario su Pino Zac. Voci in vecchie interviste di repertorio, grandi sciarpe e sigarette lontane, non si vedono, ma si sa che qualcuno le ha fumate. C’è Vauro con la sua idea di arte umoristica e di bellezza. Non c’è male di vivere, forse poco, solo quanto basta per essere combattivi e sentirsi rifiutati, ma veramente. C’è un’Italia che ha la forza di volersi bene e un’Italia che comincia a dormire. Ecco potrei guardare Zac, i fiori del male di Massimo Denaro tante volte, con gli occhi brillanti di vita e il cuore al sicuro.

Il movimento politico si trasforma in vero e proprio disordine in Abluka (Frenzy) di Emin Alper. Film proveniente dalla Turchia, ambientato a Istanbul. È la storia di due fratelli che si ritrovano dopo la prigione a lavorare nei quartieri più poveri della città, dove il conflitto è nell’aria e sulla terra. Per questo il regista stesso ha dichiarato quanto questo clima sia letale per i ragazzi che finiscono per confondere la guerra con il loro unico strumento di vita. Una storia di paranoie di guerra questa, e di gioventù dimenticata.

Storia particolare, quella che Bellocchio presenta, dopo la Bella Addormentata del 2012. È ancora una donna il centro della vicenda, nel nuovo film Sangue del mio sangue. Un ispettore ministeriale dei giorni nostri indaga sull’edificio dove molti anni prima una suora era stata murata viva per aver sedotto degli uomini. Una figura maschile misteriosa è molto presente: un conte che misteriosamente gira di notte.Festival di Venezia i film della settima giornata Sangue del mio Sangue
Anche questa volta, nonostante l’evidente differenza, Bellocchio si avvicina a una vicenda su cui ha bisogno di fare luce. C’è un’Italia dimenticata in Sangue del mio sangue, un’Italia di tradizione e intrecci antichi che scompare col progresso perché non può essere convertita. C’è un tempo diverso in questo film, quello che ticchetta solo se scavi nel passato. È in questo modo che una storia diventa presente.

In questo martedì di rinascita arriva a Venezia Charlie Kaufman, che ricordiamo ad esempio per la sceneggiatura del capolavoro dallo sfortunato titolo italiano Se mi lasci ti cancello o nell’esordio alla regia in Synecdoche, New York, film testamento di Philip Seymour Hoffman. Questa volta arriva insieme a Duke Johnson, con il quale presenta una storia di animazione in stop motion intitolata Anomalisa. È una storia d’amore e vuoto, che ti rende attento alla diversità e mette in luce la persona amata, e la banale indistinzione della massa che comprende tutto il resto del mondo. Del resto sappiamo con quanto dolore riesce a trattare l’amore e in questo esperimento ci parla appunto dell’anomalia di Lisa, la donna che il protagonista ama ma che ben presto sconvolgerà non proprio in positivo la sua vita.

Una storia di vita dura e forza della rinascita ci viene da Lama azavtani (Why Hast Thou Forsaken Me) di Hadar Morag, film prodotto tra Francia e Israele che narra della storia di un ragazzo che dai margini della società, riesce a riprendere in mano la sua vita grazie alla guida di un uomo.

C’è anche il teatro, in questa nuova Venezia, ed è la volta del film Interruption del regista greco Yorgos Zois. La storia, che riflette sul ruolo della finzione in corrispondenza alla metafora del palcoscenico della vita, riprende però un fatto vero di cronaca. La vicenda risale al 2002 quando cinquanta ceceni armati presero in ostaggio 850 spettatori presenti in sala, nel teatro Dubrovka di Mosca. Il film è ambientato ad Atene, e quindi ricalca anche le origini della tragedia, ma è la vita vera che ha bisogno di chiedersi cosa succederebbe se toccasse e lei dover rappresentare il teatro, e non il contrario.

Quel tocco di nostalgia che si sentiva aleggiare in questo martedì di Venezia scende ancora su Alfredo Bini, ospite inatteso del documentario di Simone Isola, sulla figura proprio di Alfredo Bini, storico produttore di Pier Paolo Pasolini. È ripercorsa la sua vita in questo documentario, e tutto ciò che lo ha appassionato, che lo ha reso combattivo e forte, anche e soprattutto le scelte durante la sua carriera. Sono anche queste le cose belle da ricordare, con affetto e non solo con tanta nostalgia.

Si conclude questa giornata ancora con un documentario nostalgico, questa volta non italiano, ma francese: The 1000 eyes of Dr Maddin di Yves Montmayeur. È la storia di Guy Maddin, soprannominato il David Lynch canadese, per le atmosfere che è riuscito a ricreare nell’era del digitale, prendendo spunto dai più grandi maestri del cinema. Anche il documentario rispetta le tecniche che tanto ama il regista riprendendo alcune scene “spiritiche” del nuovo progetto di Maddin.

Sarebbe stato un bell’autunno, martedì a Venezia, di quelli caldi di colori, e freschezza di idee, ma siamo a fine estate e la strana sensazione da rivoluzione culturale è quella propria dell’Italia che quando è felice, invece di cantare, piange contenta.

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Animo mal mescolato tra toni scuri e una buona dose di arancione. Leone ascendente scorpione: selettiva e piena d’amore. Mi piace la gente quanto il cinema, per questo a volte li preferisco a targhe alternate. Non so che significa ma ho sempre amato il dispotismo illuminato.
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