Essere Daniele Bonera5 min read

19 Giugno 2015 Uncategorized -

Essere Daniele Bonera5 min read

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daniele bonera
@acmilan

Il commissario tecnico un attimo dopo avermi salutato mi ha spiegato gli errori che avevo commesso nella partita di ritorno di Intertoto contro i francesi del Paris Saint Germain. Quel gol di Anelka…

Nella prima intervista di cui si ha memoria, Daniele Bonera parla di un suo errore in difesa. Non sarà stato il primo, sicuramente non l’unico della carriera, ma è un evidente segnale distintivo.

Era il settembre del 2001 e l’allora difensore del Brescia di Mazzone, Baggio, Guardiola ma soprattutto Jonatan Binotto, sembrava essere uno dei più promettenti giovani del panorama calcistico italiano, colonna dell’Under21 e alla prima convocazione nella Nazionale maggiore di Giovanni Trapattoni.

Difensore centrale ma anche terzino destro, Bonera ha avuto la fortuna di crescere in un’epoca di grandi difensori italiani, potendo formarsi, senza pretese immediate, alle spalle di giganti come Maldini, Cannavaro, Nesta. L’idolo di Daniele Bonera da Brescia, però, è sempre stato Franco Baresi, tanto che in un articolo della Gazzetta dello Sport, sempre del settembre 2001, Luca Calamai forza i termini scrivendo che Bonera “ripete per la millesima volta che il suo «mito» è Franco Baresi: «Un campione in campo e un fuoriclasse nella vita»”. Il sogno, neanche tanto nascosto, del giovane astro nascente della difesa azzurra è giocare nel Milan. La realtà è che Daniele Bonera non è né il nuovo Baresi né il futuro Nesta. Daniele Bonera è l’incarnazione dell’uomo comune.

Sarebbe bello arrivare a giocare nella squadra rossonera. È un sogno che potrebbe realizzarsi.

Ci vorrà un po’, quattro stagioni con la maglia del Parma per l’esattezza, ma Bonera troverà finalmente la sua casa dei sogni a Milanello nell’estate del 2006. Nei quattro anni passati a Parma si conferma come un difensore apparentemente solido, quasi sempre titolare sia con Prandelli sia con Baldini sia con Beretta. Gioca anche una semifinale di Coppa Uefa, nel 2005, ma nella decisiva gara di ritorno, persa 3-0 dal Parma contro il Cska Mosca, viene espulso per somma di ammonizioni.

Negli anni di Parma Bonera trova anche il suo primo e tuttora unico gol in carriera. Perla talmente rara che non si trovano reperti video (se ne avete, segnalateceli). È il 26 gennaio del 2003, la partita è Brescia-Parma. La cronaca del Corriere della Sera riassume la partita così: “Tre pali, di cui due clamorosi del Parma; grandi parate di Sereni, ma soprattutto di Frey; un Baggio che ha regalato lampi di classe, dimostrando di essere vicino alla condizione migliore; il primo gol in carriera di Daniele Bonera, difensore gialloblù ma bresciano doc; la prima sfida al Rigamonti tra i gemelli Filippini“. Non è un gol da annali, quello di Bonera, che insacca una respinta di Sereni e poi non esulta perché di fronte a lui, proprio dietro la porta difesa dal portiere bresciano, c’è la curva dei tifosi della squadra in cui è cresciuto, quella della sua città. Ecco, essere Daniele Bonera vuol dire segnare un solo gol in carriera e non poter esultare per quel gol.

Sono stato in ritiro con il Parma per 15 giorni e quando mi è arrivata la telefonata stavo riposando

È il luglio del 2006 quando Bonera lascia Parma per andare al Milan. L’Italia è appena diventata campione del mondo, ma senza Daniele da Brescia, che era stato preconvocato come riserva e poi scartato in virtù di Cristian Zaccardo, suo futuro compagno di squadra, qualche anno più avanti. Siamo in pieno periodo post Calciopoli, il Milan, nella sessione estiva, ha salutato Rui Costa, Shevchenko e Stam ed ha acquistato, oltre a Bonera, Gourcuff e Ricardo Oliveira. Chi cerca un segnale del declino dei rossoneri lo può trovare già qui, ancora prima della Champions del 2007. Bonera, uomo comune, quando riceve la chiamata per andare a giocare nella sua squadra del cuore sta riposando. Come tutti gli uomini comuni probabilmente sta facendo la sua quotidiana pennichella nelle ore più calde di un’afosa giornata d’estate.

Arrivo in punta di piedi, sono a completa disposizione di Ancelotti

Fin dalle sue prime parole in rossonero, Bonera dimostra la sua più grande virtù: è uno che sa stare al suo posto. Non alza mai la voce, non chiede più spazio di quello che ha, è contento sia se gioca con frequenza sia se non gioca mai. Daniele Bonera è un uomo comune, sfrutta le sue qualità, pur non avendo un talento particolare. Nemmeno nel calcio: se la cava da centrale, è discreto sulla destra, all’occorrenza gioca anche a sinistra. È alto il giusto, ha i capelli corti e la faccia pulita da bravo ragazzo. Probabilmente ascolta Ligabue, ma gli piacciono anche i Coldplay. In passato avrà sicuramente votato Berlusconi, ora non gli dispiace Renzi.

È soprattutto grazie a questa sua virtù da uomo comune, mai sopra le righe, che Daniele Bonera non lascerà mai la maglia del Milan. Almeno fino ad oggi, giugno del 2015, mese in cui scade il suo contratto con il club rossonero, ancora in attesa di rinnovo. Nove stagioni, qualche infortunio, una Champions League, un Mondiale per club, uno scudetto, un paio di supercoppe. Quasi sempre da rimpiazzo, a volte utile, a volte meno. In questi nove anni, Bonera, restando sempre al suo posto, è diventato un punto fermo del Milan che via via ha perso le sue fondamenta, da Maldini a Gattuso, da Ambrosini a Nesta. Non ha mai fatto nulla di trascendentale in campo, i suoi errori sono aumentati con l’età, eppure è sempre rimasto lì, salendo sempre di grado nello spogliatoio e collezionando qualche presenza da capitano.

Stagione 2013/2014, Milan-Torino: Immobile punta Bonera, che non regge l’uno contro uno.

Negli anni in cui gli over 30 avrebbero avuto solo rinnovi annuali, Bonera ha firmato un contratto biennale, che i tifosi hanno preso bene, o quasi. Lo scorso anno, nel giorno dell’inaugurazione della nuova sede del Milan al Portello, Bonera non ha gradito l’invito di Amelia ad andare a firmare autografi ai tifosi. Pare che in pullman sia scoppiata una rissa, confermata poi dallo stesso portiere.

Esiste anche una pagina Facebook dal nome Bonera Bandiera Rossonera, che meriterebbe di centuplicare i suoi pochi seguaci solo per l’armoniosità ritmica con la quale se ne può pronunciare il nome. Non appena arriverà la conferma che a Daniele da Brescia non verrà fatto alcun rinnovo, ci saranno almeno 75 fan che saranno scontenti.

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Statistico atipico, ha curato la sezione Sport e amministrato i profili social di Le Nius. Formatore nei corsi di scrittura per il web e comunicazione social, ha fondato e conduce il podcast sul calcio Vox2Box e fa SEO a Storeis. Una volta ha intervistato Ruud Gullit, ma forse lui non si ricorda.
3 Commenti
  1. tarta

    Uno degli articoli più cretini e patetici abbia mai letto.

    • Beppe Ruggiero

      Sono sicuro, Tarta, che qualcosa di peggio prima o poi la troverai. Nel frattempo mi godo il primato.

  2. tarta

    Ho trovato molte volte articoli peggiori. Sebbene questo sia ben scritto, non riesco davvero a capire come sia possibile scrivere in un articolo sportivo dove si legge che Bonera è un uomo normale, che molto probabilmente ascolta i Coldplay e tifa Renzi. Solo perchè ha un comportamento ed un aspetto tranquillo non significa sia una persona tipo o cose varie. Negli ultimi mesi ha certamente offerto alcune prestazioni non all'altezza di un giocatore del Milan, ma si è sempre comportato il maniera corretta. Indicare in lui una delle ragioni della disfatta del Milan si sembra assurdo. Anche perchè spesso ha giocato in maniera discreta. Adesso che non è più al Milan, sono molto curioso di vedere come gioca. Tantissimi giocatori che al Milan venivano criticati ora hanno una nuova vita calcistica (vedi Torres, Niang, Gabriel, Saponara). Piuttosto io criticherei la società, per le scelte errate che continua a fare. Prendersela con Bonera al Milan e Ranocchia all'Inter mi sembra davvero banale.

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