Come educare un cane: parla un professionista9 min read

27 Agosto 2014 Società -

Come educare un cane: parla un professionista9 min read

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come educare un cane

Come educare un cane? O meglio, come cane e padrone possono imparare l’uno dall’altro? È il tema del mese della nostra rubrica We Animals.

Sul rapporto tra uomo e cane sono stati scritti fiumi di letteratura. Il cinema e la televisione hanno creato miti quali Lassie, Rin Tin Tin, La carica dei 101, Il commissario Rex. Secondo Marjorie Garber, autrice di Dog Love, questo crescente spazio fisico, virtuale e mediatico dedicato al miglior amico dell’uomo dimostra il ruolo fondamentale che ha assunto nella nostra società.

Parallelamente al nostro affetto per i cani, sta crescendo anche l’interesse e l’esigenza di comprenderli più a fondo e di comunicare con loro in maniera più efficace ed efficiente. Sapere come educare un cane diventa quindi necessario, l’importante è che l’educazione sia reciproca, coinvolgendo cane e padrone: una educazione a 6 zampe!

Chi meglio di un educatore può suggerirci come educare un cane? Ne abbiamo parlato con Davide Marinelli, educatore cinofilo, fondatore di AlfaDog Training Academy e autore del libro The Positive Way, attualmente in fase di ultimazione.

Come educare un cane: intervista a Davide Marinelli

Davide, come è nata la tua passione per i cani? Come sei riuscito a trasformarla in un lavoro?

La curiosità per i cani è nata sin da bambino, provengo da una famiglia di cacciatori da diverse generazioni e i cani ci sono sempre stati. Appena maggiorenne, presi il primo cane tutto mio. Di nascosto dai miei genitori, con i risparmi del mio lavoro estivo da bagnino, acquistai Ryan, un cucciolo di Pastore Tedesco, che purtroppo se ne andò presto. Tornato dal servizio militare, per caso venni a sapere di una cucciolata di Golden Retriever, razza quasi sconosciuta all’epoca e ad appena 15 giorni di vita scelsi Cooper.

Cooper è stato mio fedele compagno di vita e mio “maestro” per più di dodici anni. Una tappa fondamentale fu l’esperienza del Soccorso in Mare sotto la guida del mio primo grande Maestro Cinofilo: Corrado Gamberini dell’associazione Pegasus – Cinofili Soccorso Nautico di Porto Recanati (MC). Io e Cooper ci brevettammo come Unità Cinofila di Soccorso in Mare, eravamo i primi della Provincia. Successivamente feci tanta pratica ed affiancamento, divenendo infine istruttore.

Nello stesso periodo tramite un veterinario iniziavano a chiamarmi molti clienti che avevano problemi di gestione con i cani, perché all’epoca non c’erano figure affidabili che potessero dare consigli su come educare un cane. Presi coraggio, mi licenziai dal mio lavoro di progettista e nel 2002 trasformai la mia passione in un’attività professionale a tutti gli effetti.

Di cosa si occupa un educatore cinofilo? Che percorso professionale si segue?

Un educatore cinofilo è a tutti gli effetti un consulente relazionale, un coach per il proprietario. Aiuta cani e famiglia a convivere in modo armonico e soddisfacente per entrambi. È a metà strada tra scienza ed arte. La parte scientifica è data dallo studio dell’etologia del cane, delle razze, dei principi di apprendimento, delle tecniche addestrative. La parte artistica consiste nel declinare queste conoscenze secondo l’esperienza che il professionista ha maturato sul campo. Nel lavoro con gli animali non si può improvvisare. Spesso ci troviamo ad affrontare casi strettamente connessi alla sicurezza delle persone e del cane stesso. Aggressioni, fobie ed altre problematiche hanno risvolti che non si possono sottovalutare.

La formazione prevede corsi professionalizzanti, con un giusto equilibrio tra teoria e pratica. Questo non è un lavoro né per praticoni, né per teorici dei massimi sistemi, ma per persone pragmatiche con solide competenze teoriche. Al percorso formativo iniziale segue un tirocinio presso un educatore cinofilo esperto. Il modo migliore per avvicinarsi alla professione è cominciare con famiglie con cuccioli. Il lavoro di educatore cinofilo richiede un apprendimento continuo, attraverso ulteriore esperienza, studio ed approfondimento. Non va dimenticato che il cane è solo una faccia della medaglia, dall’altra parte abbiamo la parte umana, la sua famiglia, i suoi proprietari, e normalmente è qui che sta il nocciolo duro del problema.

Veniamo alla domanda centrale: come educare un cane? Cosa significa?

Come educare un cane? Educare il proprio cane significa fornirgli quegli strumenti indispensabili per vivere in un contesto altamente urbanizzato ed ormai più a misura di essere umano che di animale. Significa insegnargli come comportarsi nei vari contesti in cui si trova a vivere, a rispondere alle richieste del suo proprietario affinché possa essere gestito in sicurezza, nel rispetto delle sue esigenze, di quelle di altri cani e di quelle di altre persone che magari non amano i cani. Maggiore è il controllo che il proprietario ha sul proprio cane e maggiore è la libertà che gli si potrà concedere.

Come hai ben detto all’inizio, l’educazione è a sei zampe; senza senso di responsabilità ed impegno da parte del proprietario, il processo educativo è destinato a dare frutti limitati o a fallire miseramente. Cane e proprietario devono lavorare insieme, sotto la supervisione di un esperto. Solo così si riesce a sviluppare quella sintonia che fa la differenza tra avere un cane e “vivere il cane”. Il segreto è dare gli strumenti al proprietario per farlo diventare l’insegnante del proprio cane.

Allora come educare il cane (e il padrone)? Fondamentalmente esistono due strade: obbligare o motivare. Io lavoro sfruttando la motivazione, suscitando l’interesse del cane, voglio che il cane abbia piacere nel fare ciò che gli propongo, voglio che fare quello che gli chiedo lo renda felice. Questa è la mia filosofia ed il mio credo è il Rinforzo Positivo, l’arma più potente che abbiamo a disposizione, sia per insegnare nuovi comportamenti che per indurre dei cambiamenti, e questo funziona non solo nel lavoro con gli animali!

Ci racconti di AlfaDog Training Academy? I cani sono educati anche nello svolgere missioni e compiti speciali, vero? Ci spieghi meglio?

AlfaDog Training Academy è il mio centro di formazione. Fondamentalmente lavoro su tre offerte ben distinte: consulenze, aggiornamento, training. Le consulenze sono per privati che hanno problematiche con i propri cani, canili che mi chiedono di lavorare con cani morsicatori che devono poi affrontare un percorso di recupero, oppure associazioni di Protezione Civile che mi chiedono di supervisionare il loro lavoro addestrativo. Per la parte di aggiornamento tengo seminari formativi su diverse tematiche rivolti ad educatori cinofili, veterinari, tecnici delle ASL, istruttori, addestratori.

La parte relativa al training è abbastanza vasta. A mio avviso tutti i cani avrebbero bisogno di lavorare, per dare un senso alle proprie giornate. Contrariamente a quello che molti proprietari pensano i cani non vivono di sole coccole e amore, ma hanno bisogno di appagare i loro istinti e le loro attitudini. Pertanto propongo attività lavorative aperte a cani di razza e non, come le attività olfattive. Ma fondamentalmente la mia vocazione è lavorare negli ambiti in cui il cane ha una valenza sociale. Ho avuto diverse esperienze sia nel Soccorso, nella Pet Therapy e nel lavoro con i cani da assistenza per disabili motori. Da ormai tre anni inoltre sto approfondendo e sperimentando diverse procedure innovative per insegnare ai cani a ricercare e segnalare la presenza di particolari sostanze, arrivando a sviluppare un mio protocollo che prende il nome di K9 O.I.D. (Canine Odor Imprinting Device).

Come è nata l’idea del libro The Positive Way? Si tratta di tematiche ancora poco conosciute in Italia?

Era molto tempo che avevo in mente di scrivere un libro come questo, poi qualche mese fa sono stato contattato da una casa editrice che aveva deciso di creare una collana di ebook in materia cinofila e ormai siamo prossimi all’uscita. Spesso i proprietari di cani cercano, attraverso i classici manuali di addestramento reperiti in libreria o acquistati online, una serie di indicazioni che possano aiutarli a capire come educare un cane da autodidatti.

Non ci trovo nulla di sbagliato, ma il neo di queste pubblicazioni su come educare un cane è la modalità nozionistica e schematica con cui vengono fornite le indicazioni. Il cane è visto come un mero esecutore che se fa bene mangia bocconcini e prende carezze oppure si becca i no quando sbaglia. Ritengo che per aumentare la cultura cinofila nel nostro Paese e cercare di farla tendere a quella dei nostri cugini nord europei, serva diffondere tra i proprietari di cani una prospettiva più avanzata.

Qual è invece l’approccio che proponi nel libro su come educare un cane?

Il libro non è un manuale nozionistico ma un testo che cerca di fornire un cambio di prospettiva su come educare un cane. Voglio fornire al lettore un nuovo punto di vista con cui affrontare il processo educativo del proprio cane. Il modello educativo più diffuso nella nostra specie si fonda sul “non fare questo altrimenti…” e sull’imposizione. Sin da piccoli un’altra costruzione artificiosa che ci viene propinata è il “senso del dovere” e il fare bene per non fare arrabbiare i propri genitori. Questo modello diventa la modalità, davvero poco efficace, con cui la maggior parte delle persone inizia a relazionarsi con il proprio cane. Far vedere chi comanda, imporsi ed arrabbiarsi sono strategie poco funzionali anche nel mondo degli uomini, lo hanno capito anche i manager ormai che per aver maggiore produttività la cosa migliore è motivare e gratificare i successi.

Con questo libro mi piacerebbe riuscire ad aiutare i proprietari di cani ed anche i miei colleghi a sviluppare un atteggiamento maggiormente positivo, possibilista e costruttivo. Questo a maggior ragione in situazioni in cui è necessario aiutare un cane che ha dei problemi.

Cosa consigli a chi vuole comprendere meglio il proprio amico a quattro zampe e saperne di più su come educare un cane?

Il consiglio che mi sento di dare è quello di rivolgersi ad un professionista serio che lavori nel massimo rispetto del cane. Come si fa a scegliere quando un professionista è serio? Andate a conoscerlo di persona, guardate come lavora con i suoi cani, guardate se sono felici quando sono accanto a lui. Come si fa a vedere se è un cane è felice ed ha piacere di stare vicino al suo proprietario? Tutti sanno che i cani quando sono felici scodinzolano allegramente, ma un cane che ha piacere di stare vicino al suo proprietario non vedrà l’ora di rispondere al suo richiamo perché c’è sempre qualcosa di bello da fare che lo aspetta! Per chi mi volesse contattare e desidererà leggere il mio libro può visitare il mio sito web oppure si può iscrivere alla mia pagina Facebook.

Immagine | Tavallai

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Il disegno e la progettazione mi hanno sempre appassionato. Dopo la laurea in architettura mi sono specializzata in pianificazione urbana nei paesi in via di sviluppo. Attualmente sono una ricercatrice in turismo responsabile. Che dire? Viaggi, scarabocchi e coinquilini – pelosi e pennuti – caratterizzano le mie avventure e ‘disavventure’…
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