Chi è Mauricio Macri, il nuovo presidente dell’Argentina5 min read

13 Dicembre 2015 Mondo Politica -

Chi è Mauricio Macri, il nuovo presidente dell’Argentina5 min read

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Chi è Mauricio Macri, il nuovo presidente argentino. Tra calcio e politica e il paragone con Silvio Berlusconi
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Il 22 Novembre scorso, Mauricio Macri vince le elezioni presidenziali argentine diventando il 57° Presidente dell’Argentina. Dopo 12 anni di governo incontrastato della famiglia Kirchner, il famoso imprenditore argentino ha portato il partito conservatore Proposta Repubblicana al governo del Paese, seppur con una risicata maggioranza. Ma chi è Mauricio Macri? Qual è la storia di colui che alcuni definiscono il Berlusconi argentino?

Chi è Mauricio Macri: la famiglia e le origini

La famiglia Macri ha origini calabresi: il nonno del neo-presidente, Giorgio Macri, era un ricco latifondista di San Giorgio Morgeto, a pochi chilometri da Polistena in Calabria. A metà del Novecento, con la sua impresa edilizia riesce ad ottenere importanti contratti sia in Italia che nell’Africa settentrionale e, da capo d’industria, si fa la fama di un “moderno socialista”. Il suo impegno nella politica è però piuttosto breve: nel 1946 compare fra i fondatori del Partito dell’Uomo Qualunque, ma appena l’anno successivo decide di trasferirsi in pianta stabile a Buenos Aires in cerca di nuova fortuna.

Nel 1949 lo raggiunge anche il figlio Franco, padre di Mauricio. La famiglia Macrì mette subito in mostra le proprie capacità imprenditoriali nel nuovo continente: dopo un periodo di gavetta nelle officine delle ditte di costruzioni del padre, il 18enne Franco decide di mettersi in proprio e nel 1950 fonda la propria piccola impresa che si occuperà soprattutto di subappalti. Durante il corso di tutti gli anni ’50, Franco Macri riesce ad ottenere sempre più contratti di rilevanza nazionale, grazie soprattutto agli appalti governativi, fino a diventare una figura di riferimento per tutto il campo dell’edilizia argentina. Nasce così il gruppo Socma (Sociedad Macri) e si completa la naturalizzazione argentina della famiglia con la scelta da parte di Franco di convertire la “ì” del proprio cognome con una “y” più vicina al contesto sudamericano. Nel 1970 la società dei Macri si lega alla Fiat Argentina, diventando il punto di riferimento per l’industria automobilistica italiana nel Paese. Nel 1959 nasce il primogenito Mauricio Macri che, da buon erede di un impero industriale, dopo gli studi universitari inizia a lavorare nelle imprese di famiglia.

I rapporti col padre e la presidenza del Boca Juniors

Durante il suo percorso di crescita all’interno delle industrie del padre, cominciano a manifestarsi le prime divergenze di vedute fra Mauricio e Franco: l’erede, influenzato dalla sua esperienza universitaria, vorrebbe orientare l’impresa verso un approccio più liberista, mentre il padre rimane ancorato nell’ottica dei contratti Statali che hanno fatto la fortuna della famiglia fino alla caduta del regime della giunta militare. Dopo anni passati a ricoprire ruoli dirigenziali più o meno importanti, la rottura definitiva col padre avviene nel 1993, durante le trattative di Mauricio per il rinnovo della partnership con la Fiat: le continue interruzioni e i duri interventi di Franco al tavolo delle trattative, assieme al calo delle vendite delle automobili, porta ad una irrimediabile frattura con i dirigenti torinesi che decidono il divorzio dal gruppo Macri.

Nel 1994 la famiglia viene accusata di contrabbandare parti meccaniche in Uruguay. Anche se le accuse cadranno, Mauricio decide di prendere le distanze dal padre pur rimanendo a lavorare nelle sue aziende. Nel 1995 si presenta e vince alle elezioni per la presidenza del Boca Juniors, una delle squadre di calcio più popolari di Buenos Aires e di tutta l’Argentina. Questo risultato gli permette di affermare la propria identità pubblica lontano dall’ombra del padre. Sotto la sua guida, il Boca diventa una corporation privata e, dopo una gestione disastrosa delle finanze i primi anni, la squadra vive il suo periodo più splendente: grazie all’incredibile lavoro dell’allenatore Carlos Bianchi, sotto contratto dal 1999 al 2003, la squadra giallo-blu colleziona quattro campionati, tre coppe Libertadores e due Coppe Intercontinentali. I successi della squadra permettono a Mauricio di mantenere la guida del club dopo le elezioni del 1999 e del 2003. Con la sua presidenza, il Boca Juniors vince in tutto 17 titoli, di cui 11 internazionali. Nel 2007 finisce la sua esperienza nel calcio, ma inizia ufficialmente quella politica.

La carriera politica di Mauricio Macri

Nel Giugno 2007 Mauricio Macri viene eletto sindaco di Buenos Aires con la coalizione Proposta Repubblicana, da lui guidata. La formazione politica è apertamente in contrasto con l’allora Presidente Nestor Kirchner, che in passato non ha mancato di esprimere giudizi molto critici sull’operato della famiglia Macri. Nello stesso anno il mandato di Nestor scade e a prenderne il posto è la moglie Cristina Fernandez Kirchner: il 28 Ottobre 2007, Cristina Kirchner vince le elezioni presidenziali col “Fronte per la Vittoria” col 45,29%, battendo Elisa Carrió candidata della Coalición Civica ferma al 23,04%. L’opposizione al “kirchnerismo” e al peronismo di sinistra iniziato con il marito Nestor si fa sempre più dura da parte di Macri e dei suoi alleati: vengono criticate la chiusura nazionalista dell’economia, con l’avvio di politiche protezioniste e la prosecuzione di politiche economiche stataliste, e la gestione della politica fiscale legata anche al debito argentino.

Nel 2011 Macri viene riconfermato come sindaco di Buenos Aires. La vittoria alle amministrative lo aiuterà non poco nella corsa alle presidenziali del 2015: i principali candidati a contendersi la carica più alta dello Stato saranno proprio Mauricio Macri e Daniel Scioli, ex-governatore della provincia di Buenos Aires ed erede spirituale di Cristina Kirchner. Le consultazioni avvengono nel Novembre scorso e confermano il risultato preannunciato dai sondaggi: Macri vince le elezioni col 51,4% dei voti contro il 48,6% di Scioli.

Il margine di vittoria, nonostante l’alleanza con due forze centriste (radicali e Coalicion Civica), è però inferiore alle aspettative ed anche le maggioranze parlamentari ne risentono: la coalizione del neo-presidente non ha una maggioranza sufficiente a governare il Paese all’interno del Parlamento e dovrà quindi trovare nuovi alleati fra i simpatizzanti della Presidente uscente. Il risultato elettorale ha evidenziato una società argentina nettamente spaccata a metà, come ha confermato l’enorme manifestazione con cui gli elettori di Cristina Kirchner hanno voluto ringraziare la Presidente uscente.

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Fiorentino di nascita, Web Marketing Specialist per diletto e Nerd di professione. Si nutre di cultura pop e vive la sua vita perennemente in direzione ostinata e contraria. Per Le Nius supporta l'area editoriale, in ambito politica, e l'area social. matteo@lenius.it
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