Castagne ieri, oggi e domani: dal Garda a Zocca2 min read

25 Novembre 2013 Cucina -

Castagne ieri, oggi e domani: dal Garda a Zocca2 min read

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Frutto tipicamente autunnale, le castagne mi sono sempre piaciute molto, in tutti i modi: abbrustolite, lesse, in castagnaccio o “monte bianco”. Nella mia zona natale, il Lago di Garda, a farla da padrone sono le castagne del Monte Baldo, nello specifico di San Zeno di Montagna.

Da bambina, era tradizione in questi periodi, la domenica andare a pranzo da zia Gabriella, che vive appunto a San Zeno. Il pranzo era un evento, quasi fosse un matrimonio, ne uscivamo ben più che sazi; ma nulla ci impediva poi di fare una passeggiata in piazza e proseguire l’abbuffata con castagne e dolci derivati. Eventi della vita, mi hanno successivamente portata a conoscere un’altra realtà di questi frutti, quella dell’Appennino Emiliano, in particolare della zona di Zocca (MO).

Le castagne a Zocca sono talmene importati che è stato istituito il Museo del Castagno, uno dei pochi in Italia, dove è possibile trovare informazioni di varia natura in merito a questo frutto particolare. Inoltre, nella struttura sono compresi anche un ostello e una cucina all’aperto, dove è possibile gustare delle ricette tradizionali, legate alle castagne e non solo. Ne abbiamo apprezzata una in particolare, i “ciaci” di castagne e prossimamente vi svelerò la ricetta qui.

Sempre a Zocca è possibile seguire dei percorsi all’aperto, interessanti e piacevoli. Degno di nota è “ART in WOOD”, una serie di opere realizzate sul luogo da giovani artisti italiani e stranieri, con materie prime reperibili nel bosco.

Ma torniamo alle nostre castagne.

Photo Credits shineon.it
Photo Credits shineon.it

In tempi passati, e fino a pochi decenni fa, la farina di castagne era un elemento fondamentale della cucina dell’Appennino. Essa sostitutiva la comune farina ed era quindi utilizzata in svariati modi ed impasti: pasta fresca, pane, focacce, dolci, frittelle. Questa necessità è andata poi scomparendo soppiantata dalla crescente diffusione della farina “00” a basso costo.

Recentemente i castagneti sono minacciati da un insetto denominato “vespa cinese”, che indebolirebbe le piante riducendone la produzione di frutti: sarà per questo che alcuni di noi quest’anno nella tradizionale gita a far le castagne non hanno trovato nulla da raccogliere?

Attualmente, si sta tentando un esperimento di contrasto a questo problema con l’introduzione di insetti antagonisti, che si spera siano in grado di debellare la vespa. Ci auguriamo che funzioni e che questo non squilibri ancora di più l’eco sistema.

Noi ci teniamo alle nostre castagne. E voi?

Siete riusciti a raccoglierne quest’anno?

 

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Di professione curiosa e istigatrice tale; di aspirazione narratrice; di indole sognatrice; impegnata in condivisione e comunicazione. Appena posso, viaggiatrice. Laureata in economia dello sviluppo internazionale, senza necessità di collegamento tra il titolo di studio e ciò che svolgo. Seguo la mia strada e mi piace incontrarne tante altre, diverse. A volte mi faccio domande; per fortuna, non ho tutte le risposte.
2 Commenti
  1. Pier

    Eh mi vengono in mente certi agriturismi di San Zeno di Montagna cara Silvia... Non sono stato a raccogliere castagne quest'anno, ne ho cmq viste in giro parecchie sia nostrane che straniere (spagnole).E con le prime (i marroni) ci ho fatto una zuppa! La cultura/coltura del castagno era veramente importantissima, intere zone collinari -penso alle Prealpi ma anche al Canton Ticino-ne facevano un alimento base imprescindibile. Come molti altri alimenti cd. ''poveri'' -ma poveri de che? -anche oggi basta saperli gestire e danno grandi soddisfazioni: ricordo le 'picagge', delle gustose tagliatelle giganti di farina di castagno dell'entroterra ligure. O la marmellata di marroni...

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