7 colpi di calciomercato che avete ingiustamente ignorato10 min read

4 Febbraio 2017 Uncategorized -

7 colpi di calciomercato che avete ingiustamente ignorato10 min read

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colpi di calciomercato ignoratiIl mercato di gennaio finisce sempre quando meno te l’aspetti. Proprio quando stavi per piazzare Ciccio Lodi da qualche parte. Come tutti gli anni, Nnamdi Oduamadi è tornato al Milan e il Loco Abreu ha trovato un’altra squadra da aggiungere alla sua collezione, la ventitreesima: il Bangu, impegnato nel Campionato Carioca e nella Serie D brasiliana.

Meno scontate le mosse dello statunitense Steven Lenhart, approdato all’Imabari nella quarta serie giapponese, dell’australiano Trent Sainsbury, che alla lotteria del 31 gennaio ha vinto un posto all’Inter, dell’austriaco Andreas Ivanschitz, protagonista di un trasferimento molto mitteleuropeo al Viktoria Plzen, e di Ali Hosni, che firmando per l’Al-Arabi è diventato il primo iracheno a giocare in Kuwait dalla Guerra del Golfo a oggi. Ma l’elenco dei colpi di calciomercato invernale random è molto lungo e variopinto.

Matthew Taylor al Bristol City

Nell’estate del 2014, appena retrocesso in Conference, fuori dalla Football League per la prima volta dal 1920, il Bristol Rovers acquista l’attaccante Matthew Taylor. Nonostante un inizio non facile, il nuovo arrivato e la squadra crescono insieme: Taylor segna nella regular season, nei play-off, ai calci di rigore, segna sempre e i Pirates conquistano due promozioni consecutive. Anche in League One Matty continua a segnare, tanto da portarsi al terzo posto della classifica cannonieri, e la squadra, a fine gennaio 2017, è abbastanza vicina alla zona play-off da poter farci un pensierino.

Le cose vanno bene. Molto bene. Troppo bene, per i gusti del Bristol City, che sta nella categoria appena superiore, la Championship, ma pericolosamente vicino alla zona retrocessione: la supremazia cittadina è in pericolo e solo un colpo ben assestato in faccia ai rivali può rimettere le cose a posto. Cosa volete che siano, di fronte a tutto ciò, le 300 mila sterline della clausola rescissoria che Taylor ha voluto inserire la scorsa estate, al momento del rinnovo contrattuale? Appunto. Un giocatore non si trasferiva direttamente da una squadra all’altra di Bristol dal gennaio 1987, trent’anni esatti. Il Bristol City, però, non si accontenta di portare via ai rivali il loro miglior giocatore a poche ore dalla fine della sessione del calciomercato e inizia a girare vorticosamente il coltello nella piaga, accogliendo Taylor sui social network con un caloroso «Welcome to Bristol», come se i cugini nemmeno esistessero.

Ci si ferma appena prima di andare tutti a cagare sullo zerbino del Memorial Stadium. Se il presidente del Bristol Rovers, dopo aver tentato invano di convincere il giocatore a restare, prova a uscirne con improbabile eleganza («non siamo il tipo di club che si mette di traverso quando un giocatore ha preso una decisione»), i tifosi la prendono con meno savoir faire: qualcuno gli augura di rompersi una gamba alla prima partita, qualcun altro gli dà appuntamento nei pressi di un distributore di benzina per sistemare la questione da uomo a uomo e viene fatto largo uso dell’emoji del serpente.

Marco Motta all’Almeria

Non sono anni facili per essere Marco Motta. Dal febbraio 2015, quando ormai libero da ogni vincolo contrattuale con la Juventus ha dichiarato al mondo intero “chi mi vuole si faccia avanti”, il terzino di Merate ha raccolto ventuno presenze nella seconda serie inglese, spalmate su due semestri con le maglie di Watford e Charlton. E stiamo parlando di un calciatore che ha fatto parte di tutte le rappresentative azzurre dall’Under 16 alla nazionale maggiore, ha giocato le Olimpiadi e la Champions League e che, all’apice della carriera, si è preso in faccia un piatto di pasta lanciato da Mario Balotelli.

Forse era proprio sbagliato il modo di porsi: stabilitosi, per motivi familiari, nella Spagna sudorientale, Motta ha iniziato a guardarsi intorno, tra il mare e il deserto degli spaghetti western, chiedendo e ottenendo di potersi allenare con l’Almeria per una settimana o due in attesa di trovare una sistemazione definitiva. Il tecnico Fernando Soriano si è detto sorpreso della situazione, ma al tempo stesso cosciente che il livello del giocatore, pur se reduce da sei mesi di inattività,  avrebbe fatto comodo a una squadra impegnata nella lotta per la salvezza nella seconda serie spagnola.

Decisiva la partitella con i cinesi del Dangdai, nel corso della quale Motta, impiegato come terzino destro nel primo tempo e sulla sinistra nella ripresa, ha conquistato i giornalisti de La Voz de Almeria (“Se le nota que tácticamente es un futbolista con las ideas muy claras: un italiano en estado puro”) e il presidente Alfonso Garcia, che non ha esitato a offrirgli un contratto di due anni e mezzo.

Andy McNeil al Guangzhou R&F

colpi di calciomercato
Quel burlone di Andy McNeal | @thescottishsun

Il luogo comune vuole che un calciatore, al momento di accettare un trasferimento nel campionato cinese, ponga istantaneamente fine alla propria carriera. Nel caso dello scozzese Andy McNeil ciò è vero in senso letterale, perché la Cina si sarà anche aperta al mondo negli ultimi decenni, ma nella Super League di Pato e Witsel i portieri stranieri restano proibiti.

L’offerta del Guangzhou R&F riguardava quindi soltanto un ruolo nello staff tecnico in qualità di allenatore dei portieri: McNeil, pur avendo appena trent’anni ed essendo sceso in campo più volte in questa stagione, vigilia di Natale compresa, ha pensato alla vita grama di questi ultimi anni, quando si vedeva offrire 800 sterline al mese mentre l’ex compagno di stanza Gareth Bale ne raccoglieva 300 mila a settimana, ha appeso i guanti al chiodo ed è partito per Canton.

Joaquin Larrivey al JEF United Ichihara Chiba

La città giapponese di Chiba, capitale dell’omonima prefettura, è celebre per la ferrovia sopraelevata più estesa del mondo e per il sambaquì più grande del pianeta. Il JEF United Chiba milita nella J2 League, la seconda serie del calcio nipponico, e ha come mascotte due cani di razza akita, i fratelli Jeffy e Unity, raffigurati nelle fantastiche magliette celebrative indossate nel 2015 per celebrare il decennale della Fukuda Denshi Arena. Da quest’anno a portare il 9 sulle spalle, oltre a Unity (Jeffy ha il 2), sarà Joaquin Larrivey, valida alternativa per i turisti non interessati ad ammassi conchigliferi.

Larrivey, come tutti sanno, è detto El Bati per la somiglianza con un altro attaccante argentino: sarebbe ora troppo facile illustrare le dieci differenze tra il vero Bati e il suo sosia, per cui è meglio limitarsi a ricordare che Larrivey ha segnato una tripletta a Napoli con la maglia del Cagliari, aiutato il Celta Vigo a espugnare il Camp Nou con un suo gol e salvato il Rayo Vallecano. Buttalo via, in un campionato in cui spiccano il quarantanovenne Kazu Miura e una serie di brasiliani dal nome oltre il banale (Washington, Wellington, Paulinho, Serginho). In panchina, poi, è appena arrivato un altro argentino che ha fatto bene in Spagna e un po’ meno bene in Italia, l’ex Juventus Juan Eduardo Esnáider.

Gabriele Novello al Mons Calpe

Appena una stagione fa il Mons Calpe era nella Second Division di Gibilterra, un campionato dove capita di affrontare tanto il Boca Juniors quanto il Bruno’s Magpies e dal quale le squadre a volte si ritirano per dedicarsi al futsal. I Calpeans avrebbero potuto iscriversi a zumba, invece hanno perseverato, sono arrivati secondi, hanno vinto lo spareggio promozione con il Britannia XI e oggi si possono permettere, per usare le loro stesse parole, Italian under 18 international trequartista Gabriele Novello.

Classe ’98, calabrese proveniente dalla Primavera della Ternana, Novello è arrivato a giocare alle Colonne d’Ercole grazie a una vecchia conoscenza, il bomber italiano Michele Di Piedi, che si è trasferito a Gibilterra in estate e gli ha proposto di raggiungerlo. Michele Di Piedi è nato a Palermo, è cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina e ha giocato per Siracusa, Perugia, Sheffield Wednesday, Odd Grenland, Bristol Rovers, Sora, APOEL Nicosia, Gela, Doncaster, Nuorese, Castrovillari, Sapri, Vigor Lamezia, Mazara, Acireale, Viribus Unitis, Cittanova Interplana, Tauras, Milazzo, Nardò, Rende, Nay Pyi Taw, Persib Bandung, Metropolitanos. Un noto luogo comune vuole che, nei ristoranti frequentati dai camionisti, si mangi mediamente bene. Di sicuro anche in quelli dove si ferma Michele Di Piedi.

Henrik Johansson al Brentford

Nel 1958 Garrincha va in Svezia con il Brasile e vince i mondiali. Un anno dopo torna per una tournée europea del Botafogo: 16 partite in 55 giorni in dieci paesi diversi. Una sera, in un albergo di Umea, conosce una ragazza. Va a casa sua, beve un’acquavite con i genitori e poi si apparta in camera con lei. L’indomani la polizia arriva all’albergo e chiede a Garrincha un prelievo di sangue per un eventuale test di paternità. Lui si nasconde sotto il letto, poi accetta e torna a segnare in giro per il continente. Nove mesi dopo un bambino nasce e viene dato in adozione. All’età di sette anni Ulf Lindberg scopre di essere figlio di un noto calciatore brasiliano. Ulf gioca ala destra, come suo padre.

Nel 1977 un giornalista del Daily Mail si trova a Rio de Janeiro senza nulla da fare. Pelé non c’è e quindi decide di intervistare Garrincha. Garrincha ha appena avuto un figlio maschio dopo nove femmine, ma assicura di avere già un figlio in Svezia da molti anni. Non l’ha mai incontrato, ma ha una sua fotografia. Padre e figlio si scambiano anche un paio di lettere.

Quattro anni dopo un giornalista argentino chiede a Garrincha di vedere una foto del figlio svedese. Garrincha inizia a cercare, urla, si calma solo quando trova un’immagine del piccolo Ulf con un pallone. Muore due anni più tardi: Ulf lo scopre grazie alla telefonata di un giornalista. Ha già smesso di giocare a calcio da tempo per una spondilite anchilosante e si guadagna da vivere vendendo hot dog in una piazza di Halmstad.

Nel 2005 visita finalmente il Brasile, conosce un buon numero di sorelle, palleggia. Nilton Santos lo incontra in un ristorante di Rio e non riesce a trattenere le lacrime: è uguale a Mané, si muove anche nello stesso modo. Finisce tutto in un documentario. I passanti ora si fermano per comprare un panino e chiedono di Garrincha.

Ulf ha quattro figli. Martin gioca ala destra come suo padre e come suo nonno, ma lascia il calcio a 20 anni per un infortunio al ginocchio. Henrik può giocare ala destra, come il padre, il nonno e il fratello, ma anche sulla sinistra o come punta centrale: è un classe ’98 e il Brentford lo ha appena acquistato dall’Halmstad. Fa parte della squadra riserve e spera che nelle sue vene scorra qualcosa del due volte campione mondiale: «Non parlo molto di Garrincha perché non voglio che influisca sulla mia vita, ma è sempre presente in un angolo della mia mente, quindi ci penso. Mi piace pensare che ci sia un po’ di lui nel mio modo di giocare. Sono un giocatore offensivo, tecnico, a cui piace segnare gol».

Gustavo Paez al Kaizer Chiefs

I sudafricani del Kaizer Chiefs hanno un problema in fase realizzativa: i migliori marcatori stagionali sono un difensore e un’ala sinistra con tre reti a testa. La soluzione dovrebbe rispondere al nome di Gustavo Paez, venezuelano con passaporto italiano, che ha firmato l’ultimo giorno di mercato dopo aver sostenuto un periodo di prova. Capitan Tshabalala assicura che si tratta di un buon giocatore, con delle buone qualità. Bobby Motaung spiega che Paez è stato individuato dalla rete di osservatori della società, ma più di un tifoso storce il naso per l’ennesimo colpo a parametro zero degli Amakhosi.

In questo momento, in Sudafrica, tifosi dell’Orlando Pirates o del Mamelodi Sundowns stanno guardando la pagina di Wikipedia, con quelle nove apparizioni e zero gol nella Lega Pro 2014-2015 con la maglia del Messina, e stanno ridendo di gusto. Tutto molto random. Un giorno firmi per i veneti dell’Union Quinto in Serie D e sette anni dopo ti ritrovi a Soweto, oggetto di scherno del sudafricano medio sui social network.

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Classe 1988, appassionato di campionati di dubbio gusto. Scrive su Calcio Sudamericano, Canale Milan e Fantagazzetta. Venera Ibrahim Ba.
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