I 16 nomi per cui ricordare il 2016 del basket6 min read

7 Gennaio 2017 Uncategorized -

I 16 nomi per cui ricordare il 2016 del basket6 min read

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2016 del basketIl 2016 è stato un anno decisamente dinamico e pieno di avvenimenti che sarà difficile dimenticare. Anche lo sport si è fatto notare, con un calendario ricco di imprese sportive epocali, eventi che hanno catalizzato l’attenzione di continenti, e record che rimarranno nella storia.
Per ripercorrere il meglio di quest’annata incredibile, ecco 16 nomi che difficilmente ci faranno dimenticare il 2016 del basket.

1. LeBron James (Cleveland Cavaliers)

Non ha semplicemente vinto. Ha mantenuto la promessa. Ha coronato il suo sogno.

2. Milos Teodosic (CSKA Mosca, Serbia)

Milos Teodosic è sempre stato un bel giocatore, elettrizzante da guardare, creativo come pochi play europei della sua generazione. Fino al 2016, però, si accompagnava all’ingombrante ombra di “bello ma perdente”, che tende a “sparire quando conta” (come nelle tante Final Four sfumate sul più bello): una sorta di versione cestistica di Alvaro Recoba.

Nel 2016 il tabù è stato sfatato: riportando il CSKA sul tetto d’Europa dopo 8 anni, finalmente Milos ha potuto alzare al cielo la prima Eurolega personale, arricchita dall’ottima Olimpiade con la Serbia culminata con la medaglia d’argento e una vittoria sfiorata nel girone contro Team USA. Il tutto con un rendimento e delle prestazioni che han fatto suonare di nuovo le sirene della NBA.

3. Alessandro Gentile (EA7 Milano, Panathinaikos, Italia)


Tutto si può dire del suo anno, meno che sia stato noioso. Double da capitano (il primo dell’Olimpia dal 1996) con prestazioni ondivaghe, un Preolimpico con la Nazionale da amaro in bocca, una offseason complicata e un inizio stagione in biancorosso culminato con la “separazione-a-breve-termine-e-poi-chissà” che l’ha portato in Grecia, in quel Panathinaikos che fu casa pure del padre Nando.

Volendogli bene, il miglior augurio che gli si può fare per il suo 2017 è quello di trovare un po’ di stabilità.

4. Draymond Green (Golden State Warriors, USA)

Stabilità che va augurata anche a Draymond Green, probabilmente il giocatore più controverso della NBA contemporanea. Tra calci rotanti, squalifiche inopportune, foto osé su Snapchat, medaglie d’oro olimpiche (ma con un minutaggio decisamente limitato) spesso ci si dimentica di come il numero 23 dei Warriors sia uno dei giocatori più determinanti dell’intero panorama cestistico, il vero ago della bilancia di una squadra capace di vincere 140 partite di stagione regolare in due anni e che sarà la front-runner anche nel 2017.

5. Gianni Petrucci (Federazione Italiana Pallacanestro)

Un anno di dichiarazioni controverse, comportamenti poco lungimiranti, movimenti dalla salute rivedibile, culminato con un 92% raccolto da candidato unico alle elezioni di dicembre.

È stato anche il suo anno, e quale sia l’influenza (positiva o negativa) di tutto ciò è da valutare (anche) nel 2017, e volendo pure nel 2024.

6. Russell Westbrook (Oklahoma City Thunder)


La vera fortuna, per un qualsiasi amante del Gioco, è che il 2017 di Westbrook si annuncia migliore, più elettrizzante, più accattivante, più indimenticabile del suo 2016.

Che è stato semplicemente unico, come un viaggio sulle montagne russe più ripide ed adrenaliniche del mondo.

7. Gennaro Di Carlo (Betaland Capo d’Orlando)

Il 3 gennaio 2016 Gennaro Di Carlo esordiva come allenatore in Serie A (con l’eccezione di una partita ad Interim con la Virtus Roma) perdendo, malamente, a Pistoia. Dopo la successiva batosta di Cantù, la sua Capo d’Orlando è ultima in classifica con appena 8 punti in 16 giornate, con più di un piede in Legadue. Da quel momento Capo d’Orlando è 14-12 nelle partite giocate nel 2016, cavalca una striscia di 6 vittorie consecutive in casa per un’impensabile qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia. Indubbiamente uno dei personaggi dell’anno del basket italiano.

8. Jordi Bertomeu (Euroleague)

Se il 2016 passerà alla storia come l’anno 0 del nuovo Basket Europeo, è soprattutto merito suo.

9. Bojan Bogdanovic (Brooklyn Nets, Croazia)

Giustiziere dell’Italia al Preolimpico di Torino, nel 2016 si è consolidato come uno dei migliori giocatori europei in NBA, oltre ad aver pareggiato lo storico career-high NBA di Drazen Petrovic. Considerate le prospettive dei Nets, dal 2017 il buon Bogdanovic difficilmente potrà aspettarsi qualcosa di più di qualche miglioramento individuale.

10. Giannis Antetokounmpo (Milwaukee Bucks, Grecia)


Giugno 2024. Giannis Antetokounmpo, stella dei Milwaukee Bucks freschi campioni NBA corona la stagione del suo primo titolo con l’annuncio del secondo titolo di MVP in carriera; il tutto alla vigilia dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, che disputerà con la sua Grecia campione d’Europa in carica. Nella conferenza stampa di accettazione del trofeo, ricorda di come quel suo 2016 abbia dato il via ad una carriera fantascientifica.

11. Maurizio Boscaglia (Aquila Basket Trento)

Il 2015 è stato l’anno dell’affermazione, il 2016 della consacrazione: finale di Eurocup sfiorata con Trento, il titolo di miglior allenatore della manifestazione, l’invito come assistente dei Nets in Summer League, la nomina ad allenatore della Nazionale Under 20.

Tutto assolutamente meritato, per il leader di una delle (poche) realtà felici e promettenti del basket italiano.

12. Anthony Randolph (Lokomotiv Kuban, Real Madrid)

Ad inizio decennio Anthony Randolph era etichettato, da molti, come una delle next-big-thing della NBA. Le sole 252 partite giocate in sei anni tra Golden State, New York, Minnesota e Denver, con un impatto limitato a causa di numerosissimi infortuni, gli hanno impedito di costruire la carriera che il suo talento meritava e l’hanno costretto ad un trasferimento nel basket europeo.

In realtà Kuban si è rivelata un’isola felice: due stagioni eccezionali, coronate dalle Final Four giocate da debuttante, l’hanno portato al Real Madrid, dove è stato già capace di partorire robe simili.

https://www.youtube.com/watch?v=3xbFUbHqywQ

13. Luigi Datome (Fenerbahce Istanbul, Italia)

Probabilmente il miglior giocatore italiano in assoluto del 2016 del basket, il capitano della Nazionale è andato ad un passo dal conquistare l’Eurolega da leader del suo Fenerbahce, campione di Turchia (con Datome MVP), dimostrando la lungimiranza della scelta di tornare in Europa dopo il biennio in NBA.

Il 2017 sarà altrettanto ricco di sfide e motivazioni, e il buon Gigi saprà farsi trovare pronto.

14. Sergio Rodriguez (Real Madrid, Philadelphia 76ers, Spagna)

Mancata la Decima in Eurolega, il 2016 del Chacho ha portato in dotazione la seconda Liga consecutiva e la terza medaglia olimpica di seguito ma soprattutto il ritorno in NBA, dalla porta principale, da guida degli emergenti e intriganti Philadelphia 76ers.

15. Kevin Durant (Oklahoma City Thunder, Golden State Warriors)


Più di qualsiasi compilation/highlight/partita per riassumere il 2016 di Kevin Durant bastano 351 parole. Quelle scritte da lui per annunciare il passaggio dagli Oklahoma City Thunder ai Golden State Warriors, queste.

16. Gregg Popovich (San Antonio Spurs)

Il 2017 sarà l’anno in cui Popovich entrerà in carica come allenatore di Team USA, dando inizio all’ultima fase della sua carriera.

Del suo 2016 potremmo ricordarci le 67 vittorie in Regular Season, il record (pareggiato) di vittorie casalinghe in una stagione, l’impressionante impatto di Kawhi Leonard.

Io però mi ricorderò, principalmente, delle sue capacità oratorie. Ad esempio quelle espresse durante il ritiro della maglia numero 21 di Tim Duncan. O quelle, espresse più volte e in varie forme, per ammirare e ricordare Craig Sager, la cui recente perdita rende il basket più scolorito.

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Nato a Palermo nel 1992 e cresciuto in Uruguay a Montevideo, una vita universitaria tra Milano e Londra. Dopo un Master in Media cerco di farmi strada nel mondo dei miei sogni e divido la giornata tra l’NBA, Netflix e il viaggiare con la fantasia. Manu Ginobili è il mio eroe, ed Emma Watson ha cambiato la mia vita. Sogno di fare il giornalista sportivo da quando credevo ancora a Babbo Natale, e a volte mi chiedo se non fosse stato meglio sognare di fare il calciatore.
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