10 motivi per non finire il libro che stai leggendo3 min read

3 Settembre 2014 Cultura -

10 motivi per non finire il libro che stai leggendo3 min read

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10 motivi per non finire il libro che stai leggendo
@ Ashleigh Jarvis

Eccoci ai 10 motivi per non finire il libro che stai leggendo.

Abbandonare un libro è come troncare una relazione. Apri la copertina con slancio, innamorato magari del titolo, della ipotetica trama. Affronti l’incipit. Ti gasi. Dopo il primo capitolo (o la prima pagina per i lettori più perspicaci), iniziano le perplessità. Non ti piace. No, lo senti che questo libro non ti piace. Però ci provi lo stesso ad andare avanti, come in una relazione. Lo tradisci, anche. Prendi un altro libro per capire se ti piace di più, ma il senso di colpa ti costringe a tornare al primo. Ma lì realizzi che è già tutto finito.

Solo che con i libri possiamo essere più duri, più umani e spietati. Abbandonare un libro non fa male a nessuno. Non abbandonarlo nuoce a noi per questi 10 motivi:

1) Perché lo ha detto anche Pennac

In Come un libro, Daniel Pennac stila il decalogo dei diritti imprescrittibili del lettore: “Proprio non capisco coloro che finiscono a ogni costo tutti i libri che iniziano: perché sprecare tempo a leggere un libro che non piace, quando potremmo impiegare lo stesso tempo a leggerne uno migliore?”.

2) L’umore

Conta, conta moltissimo. A volte si ha voglia di un libro allegro perché si è tristi. Allora evitate di buttarvi in romanzi pur stupendi come La fortezza della solitudine e preferite qualcosa di più frizzante che vi risollevi il morale.

3) Si affaticano gli occhi

Una cattiva impaginazione del volume, paragrafi troppo fitti (colpa dello scrittore) o corpo troppo piccolo (colpa dell’editore) possono rallentare e stancare il lettore. Veleggiate verso pagine più ariose senza paura!

4) La quarta di copertina ti ha mentito

Gli esperti cucinieri di redazione hanno preso l’unico dettaglio piacevole del libro e lo hanno trasformato in una trappola per lettori, ipnotizzando anche te per l’acquisto. Bravi redattori, ma per noi il viaggio in quelle pagine finisce qui.

5) Lentezza e noia

Secondo gli utenti di Goodreads, il social network dedicato ai libri, la lentezza e la noia di un libro sono la prima ragione all’origine della scelta di abbandonare il libro in lettura. Lo dice il 46% di loro. Quindi, autori, domate il fuoco sacro della scrittura, ma ricordate il ritmo e il divertimento. Lo dovete al lettore.

6) Protagonisti odiosi

Odiare un protagonista come una persona vera? Solo chi legge sa non solo che è possibile, ma anche quanto sia fastidioso. Si può abbandonare un libro perché si detesta un personaggio come, ad esempio Fitzwilliam Darcy o Christian Grey? Sì e ancora sì. Cercate qualcuno che possa farvi correre tra le pagine come un puledro selvaggio!

7) Cattiva scrittura

Cari scrivani, la scrittura si cura. Non perché si ha accesso ad un computer si ha il diritto di gettare sulla pagina parole vaghe e sciatte. La scrittura va curata, anche perché il 18,8% dei lettori di Goodreads ha dichiarato che questa è la seconda ragione per cui si abbandona un libro.

8) L’odore

Ci sono quelli che prima di comprare un libro, ne annusano le pagine. Ci sono quelli che non lo fanno, ma che poi sono vittime di uno strano fenomeno. Stai leggendo e la tua stanza si riempie di uno strano fetore che ti disgusta. Sarà colpa del magazzino umido in cui ha vissuto quel libro, ma se lo mollate, nessuno vi rimprovererà.

9) Assenza di trama

Se non la trovate, non è colpa vostra: qualcuno non ha fatto il suo lavoro. Se non vi piacciono i libri senza trama, è colpa vostra: avete scelto il libro sbagliato. Riprovate!

10) Proprio… non ce la faccio!

Lo sapevate che Moby Dick è uno dei libri più famosi e meno letti della storia della letteratura? Bene, non vergognatevi di dirlo: anche voi lo avete iniziato e abbandonato per preferire letture più in sintonia con il vostro cuore di lettore? Avete fatto bene.

Avete iniziato Viaggio al termine della notte e lo avete abbandonato senza sbandierarlo ai quattro venti? Avete fatto bene. Non esiste mostro sacro della letteratura che abbia il diritto, mai, di rubare il vostro tempo!

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Stefania nasce nel '82, mentre in Portogallo si dava alle stampe l’allora sconosciuto Il libro dell’inquietudine di Pessoa. Il suo destino sembra essere legato all’editoria: lavora per 10 anni in 4 diverse fucine editoriali. Sin dai tempi dell'università, scrive di libri su vari portali. Ora lavora come web editor freelance, scrive di libri, finanza e lifestyle e, quando è tempo, fa l’olio più buono del mondo.
3 Commenti
  1. Daniele

    Però lentezza e noia non sono necessariamente sinonimi. Un libro, non essendo un videogame, può anche essere "lento" (cioè: di presentare gli eventi con un ritmo non necessariamente incalzante) e tuttavia "bello" (qualunque cosa significhi questa parola).

  2. Stefania

    Lento è bello non è una verità assoluta ma, come per tutte le cose che attengono ai libri, una realtà soggettiva. C'è chi davanti a un libro (o a un film) che, pur nella sua lentezza, non affascina il lettore, molla, anche dopo 100 pagine: è il caso di Piccole Donne o Viaggio al termine della notte, due libri stupendi ma che richiedono un po' di pazienza e coraggio. Per cui, se il lettore non trova la lentezza di suo gradimento, secondo me è autorizzato a mollarlo.

  3. Fabio Colombo

    Io invece sono un integralista della lettura fino in fondo. se l'opera d'arte è concepita per iniziare a pagina 1 e finire a 827, devo arrivare a 827, semplicemente non esiste per me dire "mi piace" o "non mi piace" dopo il primo capitolo.

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